Cocaina: è allarme sociale.

“Non disponiamo di dati concreti e verificabili nello specifico della nostra realtà, ma non servono certo quelli per negare che viviamo in un’isola felice: bastano alcune “impressioni” delle forze dell’ordine e degli operatori sanitari, basta guardarsi attorno con un po’ di attenzione per percepirne l’esistenza, perchè anche la cocaina, come già l’eroina e l’Aids, a ben guardare si vede”.

Il grido di allarme, rivolto a tutta la comunità valsabbina, è del sindaco di Vobarno Carlo Panzera che si rifà alle cronache recenti pubblicate sulle pagine dei giornali nazionali e locali per riportare alla memoria “un fenomeno che ho vissuto direttamente come giovane amministratore all’inizio degli anni ‘80”.
“Allora si incontravano per le strade di Vobarno tanti giovani con lo sguardo perso nel vuoto e con il fisico straziato dall’eroina – ricorda il sindaco -. Troppi non sono più tra noi, portati via in un attimo da un’overdose o spenti lentamente e dolorosamente dall’Aids”.

Di eroina non se ne parla quasi più. Oggi si chiama cocaina la polvere bianca che tiene banco sul mercato della fuga dalla realtà e anche su quello del mito dell’efficienza ad ogni livello, sempre e comunque.
Pochi dati ampiamente di dominio pubblico sono sufficienti per comprendere la vastità del fenomeno: da una parte il laboratorio (ricerca Istituto Mario Negri) che registra 4 chilogrammi di cocaina disciolta ogni giorno nell’acqua del Po; dall’altra la statistica che ci racconta del 4% dei giovani fra i 15 e i 16 anni che afferma di averla provata almeno una volta.
La Valle Sabbia non può certo tirarsi fuori dal problema e questa volta non è solo Vobarno a doverci fare i conti.
L’impressione è che il fenomeno della cocaina, come un cancro, abbia prodotto metastasi dappertutto. Come affrontare il problema da Gavardo a Bagolino, senza lasciar fuori nemmeno i piccoli paesini di montagna?

“Mica possiamo fare una delibera o un’ordinanza per vietare l’uso della cocaina, lo so benissimo questo, però non possiamo nemmeno fare finta di nulla – dice Panzera che è anche il presidente dell’Assemblea dei Sindaci del Distretto sanitario della Valle Sabbia -. Compito degli amministratori è almeno quello di assumersi la responsabilità della denuncia, ma soprattutto è necessario chiamare attorno ad un tavolo i tanti interlocutori che possono e che devono agire: dagli educatori agli insegnati, dalle forze dell’ordine al personale medico. Bisogna arrivare a conoscere bene con che cosa abbiamo a che fare per capire come è possibile intervenire. E’ nell’interesse di tutti aiutare i giovani a darsi progetti di vita da perseguire da protagonisti, senza il bisogno di darsi la carica con le più svariate droghe”.

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