Agnosine vara il progetto videosorveglianza

Tra timori e certezze la strada è stata aperta da tempo, e sono sempre più numerose le amministrazioni locali che decidono di fare ricorso alla videosorveglianza. E nell’elenco, ora, rientra anche Agnosine.

L’intervento rientra in un progetto sicurezza che, nato e presentato nel 2006 dal Comune e accettato e finanziato dagli enti sovraccomunali, ha messo in primo piano questo particolare deterrente elettronico.

«Con i finanziamenti che riceveremo - spiega il sindaco Santino Campagnoli - piazzeremo una telecamera in postazione fissa e un impianto mobile nelle vicinanze della nuova palestra aperta a metà febbraio. Inoltre ne sistemeremo un’altra all’ingresso del nuovo municipio, in un androne, con la possibilità di controllare anche la banca che trova posto al piano inferiore, e sui negozi a fianco dello stesso sportello. Le videocamere saranno in collegamento continuo con l’ufficio di polizia locale».

Finora, ad Agnosine il tema sicurezza è stato affrontato con il vigile (quasi un poliziotto di quartiere, come lo definisce lo stesso sindaco); una presenza molto importante. Ma anche grazie a un accordo sulla vigilanza territoriale con i comuni di Odolo, Sabbio Chiese, Idro e Provaglio Valsabbia.

A livello consortile, per esempio, «viene svolto il servizio di pattugliamento del territorio sia durante il periodo estivo sia nelle ore serali e notturne di determinate giornate ritenute più a rischio - aggiunge Campagnoli -. Il tutto non solo in sinergia con gli altri comuni, ma anche d’intesa con le altre forze dell’ordine; ovvero i carabinieri di Sabbio Chiese, con i quali i servizi vengono concordati. Gli agenti dei quattro comuni in convenzione si uniscono e, con una vettura, svolgono controlli mirati nelle giornate e nelle circostanze considerate più a rischio».

Finora, il progetto sicurezza ha coinvolto tutti e quattro i municipi legati dalla convenzione; sia con proposte varate collettivamente, sia con proposte specifiche legate a ogni singolo territorio. «E per Agnosine ci è sembrato prioritario pensare alla sicurezza che le telecamere possono garantire in determinati luoghi, più appartati e quindi più a rischio di altri».

Ma esiste una vera preoccupazione? «Non è che il nostro paese debba essere inteso come attraversato da problemi di delinquenza o di vandalismo: la logica che anima queste iniziative è quella del prevenire è meglio che curare».

Massimo Pasinetti
Da Bresciaoggi

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