02 Agosto 2010, 07.45
Casto
Lettere

Alone Bike nel mondo di Narnia

di Kathy Pitton

Torna la mountain bike in Valle Sabbia, riecco anche la «nostra» Kathy Pitton che per qualche riga ci presta i pedali del suo grande cuore.

 
Alone Bike…bicicletta solitaria, più o meno cosi recita il nome in inglese, Memorial Jose Pellegrini che non so chi fosse ma doveva essere una persona importante se hanno deciso di dedicarle una competizione sportiva e Casto, Valle Sabbia, uno dei pochi paesi di questa valle che non conosco e che non ho percorso in mountain bike.
Volantino recuperato da qualche parte, iscrizione e pronti via alle sei del 1 Agosto, non so neppure dove sia di preciso, un puntolino sulla cartina tra la Val Trompia e la Valsabbia, vicino a Lumezzane o poco più giù e decido di affidarmi al navigatore e di ascoltarlo stavolta e non fare di testa mia come al solito….quanto mai!!!
 
Allora per la strada di Polaveno no perché con il diluvio dell’altra sera c’è stata una frana, Lumezzane non mi piace la strada del Dosso dei Galli o come si chiama ed allora faccio le coste dalla città verso Odolo e fin qua tutto ok.
Seguo la suadente vocina del trabiccolo di bordo e seguo per Agnosine e già li cominciano a venirmi alcuni dubbi, strade tanto strette che vado al rallentatore, ad un certo punto sparisce anche l’asfalto, boschi dappertutto e nessuna anima viva in giro… vero è che sono le sei e mezza ma comincio a preoccuparmi, meno male che parto sempre presto.
 
Su e giù, un tornante dietro l’altro e scendo su di una strada trafficata finalmente per vedere , poco dopo, il cartello con scritto Alone 4 km.
Ok ci siamo penso al momento, ed inizio a salire su questi stretti tornanti con le pareti a strapiombo; mi ritrovo davanti ad una stretta galleria, sembra un vecchio passaggio per carrozze e dal lato opposto mi accoglie un mondo diverso…
Pareti scoscese a strapiombo, ruscelli, stretti ponti su di cui passa una sola automobile che sembra del tutto fuori contesto nel luogo, rocce che sembrano allungarsi sulla strada ed un continuo salire ed intravedere la vale sottostante che sembra uscita da un film, Narnia appunto..
 
Sempre piu stretta la strada e nel pensare “spero di non incontrare un macchina in senso opposto…”, come la legge di Murphy insegna, tacchete che arriva e tutti fermi, retromarcia e manovre varie per passare; e poi su ancora fino al paesino che sembra uscito da una qualche cartolina, non c’è un pezzo di strada dritto a pagarlo, anche i balconi sono in pendenza.
Trovo parcheggio sul sagrato della chiesa accanto alla partenza ed all’automobile di Alfio Montagnoli che ci terrà compagnia con la sua musica e la sua voce durante la gara.
 
Un attimo dopo un'altra macchina si affianca e ne scende il mio campione preferito, Carlo Zaglio a cui regalo subito una copia del mio “libro” come promesso assieme ad un bacio sulla guancia; mi ha fatto un grande regalo rendendosi disponibile a premiare i miei ragazzini del corso mtb della nostra squadra e di certo non è stata colpa sua se il tempo ha deciso di scatenare un mezzo diluvio quel pomeriggio ed abbiamo annullato la garettina dei ragazzini, trasferendoci all’oratorio e rinunciando alla sua presenza, sarà per la prossima spero.
 
La verifica tessere, il 153 mi accompagnerĂ  stavolta, un bellissimo borsone nero porta ruota con il simbolo del gatto giallo dei ragazzi della Odolese come pacco gara e su a preparare la bike.
Silvia e Giorgio mi fanno compagnia, provo un pezzetto del percorso prima della partenza e la prima salita è da brivido….cavolo che arrampicata.
Sembra sempre che il tempo mi scappi di mano ed in un attimo ci chiamano in griglia, si parte alle nove in punto ma i giudici di gara chiedono un minuto di silenzio per i ragazzi caduti in Afganistan e non si sentirĂ  una mosca volare, un silenzio quasi irreale e siamo tutti a testa bassa.
Mi viene solo un pensiero, portate a casa i nostri ragazzi, vanno a combattere e morire per una causa non loro, non nostra; quella parte di mondo non ci vuole e lo dimostra ogni volta scoppia una nuova bomba e torna un aereo con una bara avvolta dal tricolore.
Passa il minuto e tutto torna esattamente come prima, musica a palla e voci concitate, si parte per una nuova sfida: su per quella salita in coda al gruppo, piano piano tanto non scappa nulla e sento una voce che mi dice “ma tu ci sei sempre…”, non so chi sia ma è un viso familiare, ciò significa che pure tu sei sempre in giro per gare….
 
Giorgio mi invita a continuare e tener duro, inizio il pezzo a piedi e la moto dietro che si ferma e sorride… lo guardo e gli dico: vai pure se vuoi, vado piano io…. Saranno moltissime le volte che mi fermerò a guardare a valle, uno spettacolo veramente bello, mancava solo di veder volare qualche animale preistorico ed ero a posto….una pace che non sentivo da tempo, un silenzio che invitava alla riflessione, a guardare senza parlare per non disturbare.
Il percorso si snoda su di un continuo saliscendi e, ad un certo punto, passa praticamente sulla porta di casa di una cascina, con tanto di nonno seduto fuori appoggiato al bastone che ci guarda passare con un sorriso; anche Big Luciano sta li seduto, ha deciso di fare una gara anomala oggi… e mi siedo con lui a fare due chiacchiere e tirare il fiato rifiutando però il bicchiere di rosso altrimenti torno a valle con l’elicottero altro che bike.
 
Riparto dopo il passaggio dei primi, con Zaglio al comando e gli altri incollati dietro, scendo a lato del sentiero per non intralciare ed arrivo in paese, passaggio sotto gli archi delle case, un paio di ripidissime discese da ribaltamento e la salita verso il traguardo, con Alfio che mi saluta e chiede come è andata: come sempre, in bike un mezzo disastro ma a guardar panorami ed innamorarmi dei posti benissimo!!!
Valchiria riposta in macchina, una corsa al rinfresco per un po’ d’acqua, due saluti ed io sono pronta a ripartire, non ho il tempo di guardare la classifica ne di aspettare le premiazioni, si perché per ironia della sorte sono anche a premio: materiale tecnico per la bike e sarà Giorgio a ritirarmi tutto mentre io sarò già sulla strada di casa.
 
A casa, come al solito, tutto di corsa, mangiare qualche cosa, infilarmi l’uniforme e via al lavoro fino alle 19; la classifica l’ho guardata solo ora alle 22, mentre sto scrivendo queste righe.
Ma ci voglio tornare ad Alone, nella Valle Duppo, perché un posto cosi, incantato e silenzioso, era tempo che non lo trovavo e mi piacerebbe poterlo scoprire con calma, con la macchina fotografica per fissare le immagini non solo nella mente per poterle rivedere tutte le volte che voglio, con lo zaino in spalla e fermarmi ed accettarlo quel bicchiere di rosso in quella cascina lassu, magari seduta nell’erba sul crinale, per guardare a valle e volare con i pensieri….
 
Kathy Pitton
 


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