15 Giugno 2010, 04.49
Vestone Valsabbia
Imprese

A cavallo... della devozione

di Francesca Bacchetti

Si č conclusa oggi con il rientro alla base l'avventura con i loro destrieri lungo il "Camino de Santiago" di Vittorio Bacchetti e Mauro Tosi.

 
I due cavalieri valsabbini erano partiti  martedì 1 giugno alle 20 e 30 dal ristorante “La Sosta” di Nozza per intraprendere il Cammino di Santiago de Compostela, in Spagna.
Mercoledì 2 a mezzogiorno sono arrivati a Saint Jean Pied de Port.
 
Di lì è iniziata l’avventura lunga ben 768 chilometri.
Trentatrè tappe che i due cavalieri vestonesi hanno percorso in una ventina di giorni, raggiungendo alla fine la famosa cattedrale di San Giacomo dalla parte della via francese.  

Con l'aiuto di Francesca, figlia di Vittorio e da qualche tempo nostra collaboratrice, Vallesabbianews.it ha riportato giorno dopo giorno (o quasi) le impressioni sul viaggio, aggiornando una sorta di "diario" dell'impresa.
Lo trovate qui sotto e bisogna leggere la successione delle giornate partendo dal fondo.
L'avventura si è conclusa col rientro a casa lunedì 21 giugno. Tutto secondo le rpevisioni.


Lunedì 21 giugno
Questa mattina alle 7, dopo circa venti ore di viaggio, i valsabbini sono rientrati a Nozza.
L’avventura è andata benissimo e sono molto entusiasti. Mauro e Vittorio colgono l’occasione per ringraziare il gentilissimo amico Alberto, che li ha accompagnati nell’impresa ed è stato impeccabile.
La redazione di Vallesabbianews e Ubaldo Vallini in particolare, per aver avuto la splendida idea di pubblicare questo diario di viaggio che conserveranno per sempre.
Gli amati amici quattro zampe Tosca e Go by Sosta che sono stati straordinari e hanno permesso che il sogno tanto desiderato si avverasse.

 
Domenica 20 giugno
Mauro, Vittorio e il loro accompagnatore Alberto, dopo aver pernottato a Santiago de Compostela, si sono svegliati di buon’ora.
Hanno ben presto iniziato a fare i preparativi per il ritorno.
Verso le ore 10, hanno caricato Tosca e Go sul trailer, si sono messi in automobile e hanno intrapreso il viaggio verso casa.
Dovranno percorrere piĂą di duemila chilometri, ovviamente intervallati da brevi soste per nutrire i cavalli e per riposarsi.
 
 
Sabato 19 giugno
All’alba di questa mattina Mauro e Vittorio con Tosca e Go by Sosta, hanno abbandonato Arzuà, con la mente rivolta alla meta ormai vicina.
Alle ore undici, infatti, sono giunti nella Piazza della Basilica di Santiago de Compostela. Qui si sono potuti soffermare soltanto dieci minuti perché ai cavalli non è consentito l’accesso.
Quindi hanno cercato un ostello che accogliesse anche gli amici quattro zampe.
Trovatolo, hanno messo a riposare Tosca e Go e sono tornati nei pressi della Basilica, in attesa della Santa Messa per i pellegrini, che viene celebrata ogni giorno a mezzodì.
Si tratta di una cerimonia semplice in una chiesa gremita di gente che da tutte le parti del mondo arriva in pellegrinaggio, portando con sé la conchiglia e il bastone, simboli del Camino e compagni di tante fatiche.
 
In chiesa, oltre alla magnificenza architettonica, i cavalieri sono stati colpiti da uno strano marchingegno in ferro battuto agganciato agli estremi della cupola principale. Si tratta di un argano al quale è sospeso con una grossa fune un turibolo di proporzioni inusuali, a circa quattro metri da terra.
Ad un certo punto della funzione sono arrivati degli inservienti vestiti con larghe tuniche violacee che, armeggiando la fune, hanno calato il turibolo sul pavimento. Altri hanno invece portato dalla sacrestia un piatto di ferro con della carbonella accesa ed una coppa con dell'incenso.
Il sacerdote che stava celebrando la Messa ha quindi preso quindi due o tre cucchiai, li ha messi sulla carbonella che ha iniziato ad emanare un denso fumo.
Poi il turibolo è stato sollevato e fatto roteare sulle teste della gente con mosse ritmate e decise, emettendo folate di incenso.
A seguire vi è stato il momento del raccoglimentoin cui ognuno ha rivolto una preghiera ai propri cari, rimasti a casa. Un momento toccante e profondo.
Un'atmosfera di pace, armonia e di fede autentica regnava nella Basilica. Terminata la funzione, Mauro e Vittorio, si sono intrattenuti con altri pellegrini.
Nel pomeriggio hanno visitato il centro della città. Verso sera, dopo aver cenato si sono coricati, stanchi ma felici per l’avventura conclusasi nel migliore dei modi.
 
Dopo aver affrontato freddo, vento, pioggia, notti trascorse all’aperto o in edifici disabitati, pasti frugali e acciacchi, sono approdati colmi di gioia e di emozione a Santiago de Compostela.
In questi diciotto giorni hanno cavalcato attraverso paesaggi molto diversi: 800 chilometri circa di sentieri sterrati e strade secondarie partendo dalla Francia, attraversando i Pirenei, la meseta spagnola, i monti della Galizia fino al santuario dov’è ubicata la tomba di San Giacomo.
Loro, gli unici due cavalieri, in mezzo a tanti fedeli a piedi o in bicicletta, hanno raggiunto l’obiettivo tanto desiderato.
 
 
Venerdì 18 giugno
Questo è stato l’ultimo giorno di Camino, prima di arrivare a Santiago.
Svegliatisi di buon mattino, hanno subito controllato le condizioni di salute di Tosca, che ieri aveva accennato un lieve dolore. Dopo essersi accertati che la cavalla fosse in perfetta salute, sono partiti.
Lasciato Samos, hanno raggiunto il villaggio de Santa Baia de Pascais. Da qui hanno seguito il corso del rio Sarria, per piste, stradine e tratti in asfalto.
Hanno quindi visitato i piccoli paesi di Gorolfe, Perros e piĂą in lĂ , Sarria. Dopo alcuni chilometri, sono approdati a Peruscallo dove hanno trovato alcuni Horreos, caratteristiche costruzioni rurali per la conservazione di mais e di altri cereali.
 
Hanno poi cavalcato lungo sentieri sotto le fronde di castagni, alla volta di Brea.
Hanno quindi passeggiato lungo le rive del lago artificiale di Portomarin. La chiesa-fortezza de San Nicolás, qui eretta dai monaci dell'ordine de San Juan de Jerusalén, a seguito di un’inondazione, venne "smontata" pietra su pietra e ricostruita nel 1960.
Dopo una trentina di chilometri, su sentieri pianeggianti sono giunti nel centro storico di ArzuĂ  dove hanno ammirato l'antico convento de la Magdalena del XIV secolo che era un ricovero per i pellegrini piĂą poveri.
Vicino c'è la moderna iglesia parroquial de Santiago che detiene le due immagini dell'apostolo San Giacomo: Santiago Peregrino e Santiago Matamoros.
Famosa in ArzuĂ  la festa del formaggio che si tiene ogni anno.
Qui, si è conclusa l’ultima tappa prima di terminare il Camino. Mauro e Vittorio sono molto emozionati.
Questa sera si coricheranno presto.
Domani all’alba si metteranno in cammino, per poter raggiungere Santiago de Compostela entro mezzogiorno, orario in cui viene celebrata nel santuario la Santa Messa per i pellegrini.
 
 
Giovedì 17 giugno
Per la prima volta dall’inizio dell’avventura, i cavalieri hanno deciso di saltare una tappa, almeno in parte.
Questa mattina, infatti, nonostante la stanchezza e la congestione dovuta al maltempo dei giorni scorsi, si sono svegliati all’alba, hanno nutrito i cavalli e li hanno preparati per affrontare la cavalcata.
Il tempo era sereno. Hanno abbandonato Ponferrada e attraversato strade e sentieri molto rilassanti, immersi tra vigneti e pioppi di cui la regione del Bierzo vanta una cospicua coltivazione.
Hanno superato Compostilla, Camporanaya e Pieros, nel santuario del quale vi è un curioso affresco di Sant’Antonio che gioca a carte con Gesù.
 
Giunti a Villafranda del Bierzo hanno ammirato il bellissimo Albergue dei pellegrini e l'antica iglesia de Santiago, chiesa romanica del XIII secolo, ad una sola navata con uno splendido portale detto del Perdono.
I cavalieri hanno proseguito per un paio di chilometri ancora, benchè la passeggiata non fosse molto piacevole a causa della strada tutta asfaltata.
Probabilmente, proprio per colpa del suolo molto duro, Tosca ha iniziato a lamentare un dolore allo zoccolo posteriore. Mauro e Vittorio hanno subito deciso di non proseguire oltre per non affaticare la cavalla.
Hanno quindi contattato Alberto, l’ accompagnatore che li precede con il trailer . Una volta ricongiuntisi con Alberto, hanno deciso di caricare i cavalli sul trailer e di percorrere così i 20 chilometri finali della tappa.
Giunti a destinazione, cioè a Samos, si sono messi alla ricerca di un ostello o di un campeggio che ospitasse anche gli amici quattro zampe.
Hanno trovato un hotel ed hanno prontamente medicato Tosca con gli appositi medicinali che si erano preparati per affrontare il viaggio.
Mentre i cavalli dormivano tranquilli e dopo essersi fatti una doccia rigenerante, Mauro, Vittorio e Alberto si sono recati nel centro della città e l’hanno visitata, apprezzandone il monastero.
Questo è uno dei più antichi conventi spagnoli ed è un famoso simbolo culturale della Galizia.
 
Mercoledì 16 giugno.
Oggi la tappa è stata impegnativa. I cavalieri hanno deciso di affrontare la salita che porta a la Cruz de Hierro, che con i suoi 1504 metri di altezza risulta essere il punto più alto di tutto il cammino, nonché il più simbolico.
Partiti da Ranbanal del Camino, hanno superato il suggestivo borgo di Foncebadon percorrendo la strada centrale che scorre tra i ruderi della case e la chiesetta la cui torre campanaria riceve per prima i raggi di sole.
Hanno quindi ammirato le antiche rovine dell'ostello locale, risalente al secolo XI. Dopo una ripida salita sono giunti alle vetta.
Ad attenderli c’era un lungo palo di legno con una piccola croce di ferro e ai piedi un cumulo di pietre. Sono le pietre che i pellegrini portano, chi dal proprio paese chi raccogliendole lungo il cammino.
 
Rappresentano i ricordi, i fardelli, i dolori di cui i pellegrini vogliono liberarsi.
E' un gesto di liberazione che replicato migliaia e migliaia di volte, ha creato questa montagnola. Carichi di energia, dopo aver compiuto il rituale, Mauro e Vittorio hanno salutato la Cruz e ripreso il sentiero.
Lungo l’itinerario hanno visitato El Acebo, splendido paesino con case di pietra e tetti in ardesia.
Campo è una delle località in cui si sono imbattuti dopo alcuni chilometri. Si tratta di un borgo di origini medievali.
Proprio qui, in plaza de Campo c'è l’ ermita del Santo Cristo del siglo XVIII edificata sopra le mura dell’antica chiesa medievale.
A tre navate ad arco su quattro colonne di granito conserva nel suo retabolo in stile barocco, la statua de la Virgen de la Encina del siglo XVI.
Dopo aver superato alcuni sobborghi, i valsabbini, sono finalmente giunti alla fine della tappa: Ponferrada, cittĂ  di quasi 70mila abitanti e capitale della regione del Bierzo.
Fu un antico castrum romano, eretto a protezione delle miniere d'oro. Ciò che più di ogni cosa caratterizza tale località sono il Castillo de los Templarios e la basilica de Nuestra Señora de la Encina.
A detta di Mauro e Vittorio, questa è stata la tappa fino ad ora più difficile. Nebbia, pioggia e vento non hanno dato tregua. Peraltro, non avendo trovato alernative, i cavalieri si sono accampati in una casa abbandonata con i cavalli.
Si sono accontentati di una doccia fredda e di una cena improvvisata e cucinata sui fornelli da campeggio che si sono portati da casa.

Martedì 15 giugno.
Questa mattina la partenza è stata da Puente de Orbigo. Le condizioni climatiche sono state incerte per tutta la giornata: a sprazzi di sole, si alternavano nubi e qualche goccia di pioggia.
Dopo aver lasciato il capannone che li ha accolti per la notte, Mauro e Vittorio, hanno attraversato il centro di Puente de Orbigo.
Dopo pochi di chilometri sono giunti a Santibáñez de Valdeiglesias, percorrendo una pista larga e ciottolosa ed un paesaggio piacevole con coltivazioni di vario genere, vitigni e alberi di quercia.Un tratto molto tranquillo che li ha condotti fino al panoramico crucero de Santo Toribio.
 
Dopo aver superato una strada abbastanza ripida e polverosa, si sono imbattuti in Justo de la Vega e in Astorga.
Quest’ultima, vanta antiche origini romane e deve il suo sviluppo alla posizione ideale che le permetteva il controllo delle vie lungo le quali transitava l'oro delle miniere del nord. A questo punto, i tratti pianeggianti, lasciano man mano il passo a ripide salite.
Basti pensare che dagli 870 metri sul livello del mare di Astorga, i cavalieri hanno terminato la tappa ad una quota di circa 1200 metri.
Proseguendo i valsabbini hanno ammirato e oltrpassato vari luoghi. Tra quelli più suggestivi vi è El Ganso, antico e semiabbandonato villaggio con caratteristiche case dal tetto di paglia.
Qui viene visitata la chiesa che conserva una statua del XVI secolo, simboleggiante Santiago vestito da pellegrino.
Dopo qualche chilometro sono giunti alla localitĂ  che segna la fine della tappa odierna: Rabanal del Camino. Nel medioevo Rabanal era un avamposto dei Templari di Ponferada che proteggevano i pellegrini sul cammino.
Nella casa de las Cuatro Esquinas la leggenda dice che passò Carlo Magno con i suoi fedeli paladini.
Lungo la calle Real si può vedere la cappella de San José e l' Hospital de San Gregorio.
Nella parte piĂą alta del paese i cavalieri hanno contemplato la chiesetta parrocchiale de la AsunciĂłn uno dei pochi esempi di stile romanico che si possono incontrare in questi luoghi.
 
Lunedì 14 giugno
Stando alla tabella di marcia, quella appena iniziata dovrebbe essere l’ultima settimana di cammino prima di giungere a Santiago.
Da Mansillas de las Mulas, i cavalieri si sono messi in viaggio di buon’ora. Hanno oltrepassato la Puerta del Castillo costruita in pietra calcarea e successivamente hanno percorso la calle de Santa María da cui spunta la torre della chiesa e la calle del Puente.
Usciti da Mansilla, hanno cavalcato in direzione di Villamoros. Sono quindi giunti a Puente Villarente dove hanno percorso un lungo ponte di origine medievale.
A questo punto, rumori e traffico hanno segnalato l’avvicinamento a una grande città: Leòn.
Per far sì che i cavalli non si agitassero a causa del caos, Mauro e Vittorio hanno deciso di visitare con rapidità il centro e di ripartire lungo il Camino, decisamente più tranquillo.
Si sono comunque soffermati ad ammirare il monastero delle benedettine e il palazzo di San Marco.
Ripreso il sentiero, hanno lasciato alle spalle varie localitĂ  e sono finalmente giunti al termine della tappa, ossia a Puente de Orbigo meglio noto come Puente del passo Honroso (del passaggio d'onore).
 
Costruito nel XIV secolo deve questo nome ad un evento storico avvenuto nel 1434 che vide protagonista il giovane cavaliere Suero de Quiñones.
Egli organizzò un torneo d'armi sfidando tutti i cavalieri intenzionati ad oltrepassare il ponte. Tutto questo per catturare il cuore di una giovane dama che di lui non non se ne importava nulla.
Il torneo durò per tutto il mese di luglio e alla fine, uscito vincitore, il cavaliere portò in dono in pellegrinaggio a Santiago una cinta azzurra appartenente alla sua amata.
Se dopo questa storia il giovane avesse conquistato il cuore della dama... non ci è dato di saperlo!
Dopo tanta pioggia, la giornata è stata soleggiata e serena.
 
Domenica 13 giugno
In mattinata Vittorio, Mauro con Tosca e Go by Sosta, hanno lasciato Calzadilla de la Cueza, alla volta di Mansillas de las Mulas.
Hanno superato paesi quali Terradillos de los Templarios e Moratinos. In questo paese si incontrano le prime "bodegas" (cantine) scavate nella terra e le case costruite con mattoni impastati con argilla e paglia.
Qui i cavalieri hanno potuto ammirare il simpatico tavolo preparato sopra una botte con un bel contenitore termico di caffè e biscotti per i pellegrini accompagnato da un cartello con la scritta: "Prendi un sorso se vuoi, lascia un'offerta se puoi, prendi quello che ti serve se hai bisogno."
Uno dei tanti bei esempi della filosofia del cammino.
 
Dopo 2 chilometri circa sono giunti all’ultima località della provincia di Palencia: San Nicolás del Real Camino.
In seguito sono approdati a SahagĂş, la cittĂ  dei santi Facundo e Primitivo, legionari romani convertiti al cristianesimo che furono martirizzati ed annegati nel fiume Cea ai tempi di Diocleziano.
Nel medioevo, Sahagún era sotto l'influsso totale del monastero di San Benito. La dominazione del monastero sulla popolazione di Sahagùn era tale che arrivò ad imporre penitenze come la proibizione di mangiare carne, obbligando la gente a comprare il pesce dai monaci stessi che praticavano la pescicoltura.
Dice la leggenda che davanti a questa imposizione la gente cominciò a gettare i maiali nel fiume per poterli pescare e mangiarli come pesce senza rompere la penitenza.
Hanno quindi visitato la Iglesia de San Lorenzo e piĂą avanti quella di San Tirso. Dopo circa 20 kilometri di tratta collinare e priva di particolari, hanno terminato il tragitto a Mansilla de las Mulas, antica cittĂ  murata.
Un tempo, quando era un importante centro commerciale per il grano, questa cittĂ  era sede di ben sette chiese, due conventi e tre hospitales. Oggi conserva in uso solamente due chiese, che i nostri pellegrini hanno visitato.
Verso sera si sono accampati in una pineta per trascorrere la notte. Il tempo è finalmente migliorato, ciò ha comportato un gradito aumento delle temperature.
La tappa, tutta pianeggiante, è stata abbastanza semplice. Dopo una settimana di intemperie e tratti faticosi, Mauro e Vittorio hanno finalmente trascorso una giornata serena e priva di difficoltà.
 
Sabato 12 giugno
Purtroppo la pioggia continua ad accompagnare il viaggio di cavalli e cavalieri. Anche quella odierna è stata una tappa durissima a causa di acqua, vento e basse temperature.
Partiti da Fromista, hanno attraversato il paese di Revenga percorrendo la calle General Amor.
La sommità della torre della iglesia de San Lorenzo è diventata terra di conquista delle cicogne che hanno piantato i loro grandi e incredibili nidi.
All'uscita dal paese, sono giunti a Villarmentero de Campos.
Successivamente hanno visitato CarriĂłn de los Condes. Sorta sugli argini del rĂ­o CarriĂłn, un tempo la cittĂ  era circondata da mura e strutturata in due quartieri separati.
Sotto al portico della chiesa di Santa MarĂ­a del Camino ai lati sopra il portone d'ingresso, quattro teste di toro, scolpite nella pietra, ricordano la liberazione dal tributo delle Cento Donzelle che i cristiani dovevano pagare annualmente ai musulmani occupanti.
CarriĂłn rimase libera di questo obbligo quando gli islamici giunti in paese per la riscossione, furono allontanati da quattro feroci tori usciti del vicino eremo.
 
I nostri hanno poi cavalcato lungo la VĂ­a Aquitana. Sono 12 chilometri con una pavimentazione ciottolata.
Nonostante le intemperie sono riusciti a terminare la tappa prefissata, giungendo a Calzadillas de la Cueza. La notte verrĂ  trascorsa in una capannone disabitato con i cavalli.
Quanto meno Mauro e Vittorio potranno proteggersi dalla pioggia incessante e permettere ai cavalli di riposare in un luogo asciutto.
 
Venerdì 11 giugno
Quella di oggi è stata una tappa molto faticosa. Sono stati percorsi circa 45 chilometri, disturbati da vento e pioggia che non hanno dato tregua.
Partiti da Burgos, sono stati attraversati borghi e località caratteristiche, quali Villabilla e Rabé de las Calzadas.
Quest’ultimo viene raggiunto dopo l'attraversamento del rio Urbel un canale lungo una cinquantina di km, stretto e di scarsa portata che però in certo occasioni può facilmente esondare e ricoprire di fango l'area circostante.
Usciti da Rabé i cavalieri sono entrati nel vivo dell'altopiano castigliano; lunghe distese piatte e solitarie, strade diritte, di colore rossiccio, senza rifugi ed abitati soggette a sferzate di vento e bufera in caso di pioggia.
Immense distese di campi di cerali che a seconda della stagione colorano di verde o di oro il paesaggio.
Il paesaggio appena descritto è quello tipico della Meseta, l'unità di rilievo più antica della penisola iberica e quella che occupa la maggior parte della sua superficie.
Attraversando Hornillos del Camino e risalendo l'altro fianco dell'avvallament, le grandi distese della meseta sono rotte qua e la dalle montagnole di pietre formate dal lavoro degli agricoltori per rendere piĂą lavorabilie la terra.
Dopo Hornillos si sono imbattuti nell'oasi dell'Arroyo de San Bol; una fonte d'acqua, fresca e abbondante immersa nell'ombra degli alberi fanno di questo luogo l'ideale per una sosta rigenerante.
 
Hanno attraversato Hotanas e da qui hanno iniziato a intravedere le imponenti rovine del convento de San AntĂłn. Fondato nel 1146, il monastero era conosciuto in tutta Europa per la bravura dei suoi monaci nel trattare la malattia del "fuego de San AntĂłn".
All'epoca, ai pellegrini che transitavano da quelle parti non veniva data ospitalità per evitare il contagio e affinchè potessero proseguire il cammino, veniva dato loro solo del cibo, calato dall'alto con un verricello.
I resti di questo verricello sono ancora visibili tra le rovine del monastero.
Dopo Boadilla del Camino c’è stato finalmente l’arrivo a Fromista che si trova a 780 m sul livello del mare.

 
Giovedì 10 giugno
La tappa odierna è stata molto dura. Le temperature si sono notevolmente abbassate: si è passati dai 30° centigradi dei primi giorni a 9°.
Le condizioni climatiche restano pessime. Oggi sono stati percorsi 45 chilometri sotto un’acqua torrenziale.
La partenza è stata da Belorado. Tra le prime località attraversate oggi vi sono Tosantos, famoso per la presenza dell’eremo rupestre di Nostra Signora della Peña, Villambistia, con un tratto di stada romana ancora conservata, quindi Espinosa del Camino con le vestigia romaniche di San Indalecio e Villafranca, sosta abituale dei pellegrini per riprendere le forze ed affrontare la lunga salita che conduce al valico della Pedraja.
Quest’ultimo caratterizzato da zone fangose e ripide salite, era una volta luogo di imboscate e di banditi, e rappresenta la difficoltà più impegnativa della tappa, prima di arrivare all'altipiano che lo segue.
Superato San Juan de Ortega sono giunti a Santovenia. Più avanti sono entrati a Agés con la sua architettura tradizionale e dove le vacche girano libere per le strade.
Proseguendo sulla via del "camino", dopo aver superato il punto più alto della tappa indicato con una grande croce di legno, si trovano i paesi di Cardeñuela, Orbaneja e Villafría.
Il paesaggio che a detta dei cavalieri è stato molto rilassante e aperto fino a questo punto, mano a mano a mano ci si avvicina a Burgos, cambia.
Burgos è infatti una grande città, abbastanza caotica e trafficata.
Il centro storico è ricco di caratteristiche locande e trattorie con piatti caratteristici e saporiti come l'agnello e la zuppa castigliana che i valsabbini hanno degustato per riprendersi dalle fatiche.
 
 
Mercoledì 9 giugno
Partiti all’alba da Azofra, Mauro, Vittorio con Go e Tosca, hanno intrapreso la tappa verso Belorado.
Hanno attraversato Alesanco famosa per l’abazzia di Cañas dove pernottò San Francesco d’Assisi.
Successivamente si sono imbattuti in una località nota per la leggenda che l’accompagna: Santo Domingo della Calzada nella cui cattedrale si trovano il gallo e la gallina che ricordano un famoso miracolo.
 
Avvenne nel secolo XIV, quando marito e moglie di Saintes in Francia, peregrinavano a Santiago con il loro figlio.
Nella locanda del paese, la locandiera tentò il giovane che ingenuamente la respinse.
La donna per vendicare l'affronto nascose un bicchiere d’argento fra gli abiti del giovane e il giorno seguente lo denunciò per furto.
Il ragazzo venne arrestato, condannato ed impiccato.
 
I genitori, afflitti, continuarono il viaggio verso Compostela, e ritornando, trovarono il figlio ancora vivo, grazie a San Giacomo che lo sosteneva per i piedi per impedirne la morte.
Per chiedere la libertĂ  del figliolo, i genitori si recarono dal Governatore. Questi era a tavola e stava mangiando un gallo ed una gallina arrosto e rispose che il loro figlio era tanto vivo quanto i due volatili che stava mangiando.
In quel momento gli animali saltarono dal piatto e cominciano a volteggiare, testimoniando così l'innocenza del giovane pellegrino ingiustamente condannato a morte.
Per la prima volta dall’inizio dell’avventura, i cavalieri pernotteranno in un piccolo hotel, che ha acconsentito ad accogliere anche gli amici quattro zampe.
Buona notizia dopo una giornata travagliata, oltre che per le condizioni climatiche, anche per la perdita e la sostituzione dei ferri di entrambi i cavalli.
La ghiaia e la terra del Cammino infatti sono corrosivi per i chiodi della ferratura che si rovinano con facilitĂ .
 
 
Martedì 8 giugno
La terra rossa e i vigneti hanno accompagnato Mauro e Vittorio nella tappa odierna.
Poco dopo l’uscita da Logroño hanno attraversato il parco di La Grajera, per iniziare una pendenza impegnativa.
Sono dunque giunti a Navarreste, localitĂ  nota per le bellissime ceramiche.
In prossimitĂ  della cittadina Najera, hanno oltrepassato la Collina di Rolando, un piccolo promontorio che rievoca la vittoria di Rolando sul gigante musulmano Ferragut e caratterizzato dalla presenza di una particolare costruzione a cupola circolare di pietra.
A questo punto hanno lasciato dietro di sé le tappe navarresi con i continui saliscendi e iniziato i tratti della Rioja più dolci ma in continua ascesa fino agli altipiani per Burgos.
Percorrendo una pista argillosa hanno attraversato Valdecañas fino a giungere nuovamente su una pista asfaltata che li ha condotti direttamente sino al traguardo della tappa, Azofra.
Il paesino fin dalle origini è parte integrante del cammino come testimonia la presenza di un ospedale dal 1168.
 
 
Lunedì 7 giugno
Vittorio, Mauro e l’accompagnatore Alberto, prima di intraprendere la tappa odierna, si sono goduti una passeggiata lungo la Calle Mayor, ammirandone le facciate delle case signorili e contemplando i blasoni che le decorano.
Successivamente hanno dato il via alla sesta tappa, abbandonando la nobile località di Los Arcos alla volta di Logroño, un suggestivo borgo medievale.
Hanno quindi superato i vigneti navaresi per entrare nella Rioja, provincia e comunitĂ  autonoma della Spagna settentrionale, famosa per la produzione di vini rinomati.
La temperatura era di circa 30 ° centigradi.
 
Domenica 6 giugno:
La giornata oggi è stata piovosa.
Le prime quattro ore sono state percorse sotto la pioggia.
Da Puente la Reina sono stati attraversati diversi centri abitati tra cui Irache, localitĂ  famosa per la presenza di una fontana dalla quale zampilla vino, per ristorare i viandanti.
L’arrivo è stato a Los Arcos dopo ben 45 chilometri di cammino.
Tantissimi i monasteri presenti. Tra i pellegrini incontrati oggi c’era un bresciano di Cellatica.
I nostri cavalieri si sono anche intrattenuti con una comitiva di Avellino: erano suore dell’ordine di Madre Teresa di Calcutta che hanno benedetto la loro passeggiata.
 
Sabato 5 giugno:
Oggi la partenza è stata da Pamplona.
Lasciata quest’ultima, cavalli e cavaleri hanno proseguito su sentieri sterrati.
I primi chilometri percorsi sono stati pianeggianti, poi è iniziata la salita, ripida e con molte pietre, culminata nel passo di Altro del Perdon (734 m) dal quale hanno ammirato le vette dei Pirenei e la valle del fiume Arga.
Dopo 30 kilometri sotto il sole cocente c’è stato l’arrivo a Puente la Reina.
La passeggiata è stata molto suggestiva grazie alla strada panoramica.
C’è stato anche il primo piccolo inghippo dell’avventura: a causa di un’indicazione sbagliata sono stati percorsi circa cinque chilometri in più del previsto.
Nonostante ciò tutto stà procedendo bene.
 
 
 
Venerdì 4 giugno
Dopo una notte fredda e umida Mauro e Vittorio con Go e Tosca, sono partiti questa mattina alle 7 e 30 da Roncisvalle alla volta di Pamplona, capoluogo della comunitĂ  autonoma della Navarra e famosa per la corsa dei tori che ogni anno, in Luglio, invade le vie della cittĂ .
Hanno cavalcato per 43 chilometri in una zona collinare.
Nonostante il caldo e l’afa, è andato tutto per il meglio.

 

 
Giovedì 3 giugno
Nella mattinata di oggi, giovedì 3 giugno, Mauro e Vittorio hanno finalmente iniziato il Cammino de Santiago.
Alle ore 7 e 30, dopo aver preparato i cavalli, sono partiti alla volta di Roncisvalle.
La giornata era splendida e ad accompagnare la cavalcata c’erano moltissime aquile nel cielo.
“Le aquile ci fanno compagnia” ci ha scritto Vittorio in un sms.
Moltissimi i pellegrini presenti, di tutte le nazionalità e di ogni età. Gli unici a cavallo però erano i nostri valsabbini.
Alle ore 14 e 30 circa, i cavalieri hanno raggiunto la tappa prefissata dopo 33 km di tragitto ed un notevole dislivello.
Anche questa volta la gente del posto si è dimostrata molto cortese e ben presto cavalli e cavalieri hanno trovato un campeggio nel quale alloggiare e far riposare gli inseparabili Tosca e Go che come sempre hanno affrontato la passeggiata perfettamente.
 
 
Mercoledì 2 giugno.
Verso le ore 12 di mercoledì 2 giugno, i nostri cavalieri sono giunti a Saint Jean Pied de Port, una piccola località, situata in Aquitania e considerata punto di partenza del Camino Francés del Cammino di Santiago de Compostela.
Stanchi, dopo diciassette ore di viaggio in automobile, si sono goduti in relax la splendida giornata.
Hanno quindi cercato un luogo dove accamparsi e grazie all’ospitalità della popolazione locale, sono stati indirizzati in un campeggio.
Hanno sistemato alla meglio i cavalli Tosca e Go, affinché si riposassero.
 
Nel tardo pomeriggio, mentre i destrieri dormivano, Mauro, Vittorio e il loro accompagnatore Alberto hanno visitato la cittadina e si sono recati presso l’autorità locale per il primo timbro del credenziale, il documento di viaggio che i frati Compostellani rilasciano a chiunque voglia intraprendere il pellegrinaggio.
Dopo cena si sono coricati.
Oggi li attende la prima tappa del cammino: Roncisvalle

 



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18/04/2024

Fondi per lo stato di emergenza dell'autunno scorso

Stanziati dal Governo, sarĂ  la Regione e il commissario straordinario a stabilire la ripartizione fra i territori coinvolti, fra i quali la Valle Sabbia

18/04/2024

A Vestone cinema e mercoledì d'autore

Nel fine settimana, al Cinema di Vestone, il film “Race for Glory” con Riccardo Scamarcio. La rassegna dei mercoledì d'autore prosegue il 24 aprile con “Perfect days”

18/04/2024

«Trash for dinner» vince «Non c'è arte da buttare»

Il manufatto artistico della 2° E delle Medie di Odolo ha vinto il concorso per le scuole progetto GenerAzione Eco: cultura e cura dell’ambiente nelle nuove generazioni.

18/04/2024

Innovazione e design made in Valle Sabbia

Al Fuorisalone di Milano, in via Marsala 11, fino al 21 aprile, l'esposizione del "modulo Flow" realizzato da Onde Srl, giovane sociatĂ  valsabbina costituita da donne valsabbine e con sede a Idro. Si tratta di un modulo assai versatile, col quale realizzare dalla cucina alla seduta di design

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17/04/2024

I contenitori della raccolta differenziata diventano arredo urbano

Sette ragazzi impegnati in un progetto di avviamento al lavoro, che ha coinvolto piĂą enti, hanno realizzato con le loro mani una bella struttura posizionata nel cortile della biblioteca di Villanuova

17/04/2024

Lavori e nuovi spazi per la Rocca d'Anfo

Dal recupero di ambienti nella Caserma Zanardelli alla ciclabile Anfo-Ponte Caffaro: il tutto per ampliare l’offerta turistica nel comprensorio del lago d’Idro

17/04/2024

Ape e storie: incontro con Monica Corraini

Il FabLab in Valle raccontato da Monica Corraini, un'iniziativa con protagonista la creativitĂ  che si rinnova ogni giorno

17/04/2024

L'Unione Europea: Miti e realtĂ  di un'istituzione complessa

Un ente di importanza sociale e politica enorme ma che spesso non viene approfondito abbastanza: serata alla Biblioteca di Gavardo per capire una delle ComunitĂ  economiche piĂą influenti dei nostri tempi

17/04/2024

Vuoi diventare un Vigile del Fuoco?

I Vigili del Fuoco volontari di Vestone sono alla ricerca di nuove leve. Ecco i requisiti richiesti e come intraprendere questo percorso