03 Aprile 2010, 02.56
Vobarno Gavardo
Infortunio

Tragico venerdì

di Ubaldo Vallini

Voleva farsi consegnare dal figlio le chiavi del furgone. E' morto perch si trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, il pensionato di Vobarno.

 
Una breve visita al figlio all’interno di un cantiere edile è costata la vita ad un pensionato di 67 anni di Vobarno. Non un infortunio sul lavoro dunque, ma una sfortuna difficile da classificare. Gli è capitato infatti di trovarsi nelle vicinanze della gru quando il pesante carico appeso ai cavi d’acciaio si è improvvisamente sfilato dal gancio e gli è rovinato addosso dall’altezza di circa sei metri. Andrea Melzani, questo è il nome della vittima dell’ennesimo infortunio in un cantiere edile. Non è riuscito a fare nemmeno un passo in più e forse neppure a rendersi conto di quello che gli stava accadendo. E ci è rimasto sotto, schiacciato senza scampo. “Il decesso è da far risalire allo stesso momento dell’infortunio” è infatti la dicitura sui verbali. Inutile dunque l’intervento subitaneo degli operai presenti in cantiere, così come quelli di elicottero ed eliambulanza. Andrea Melzani, orgini bagosse e residenza vobarnese, è morto la mattina del venerdì Santo, alle 8 e mezza, in una tragica frazione di secondo.
 
Alla località Beccaccia ci si arriva percorrendo lo sterrato che ha preso il nome di via Pellegrina e che si stacca da Benecco, frazione di Soprazocco che a sua volta è porzione di Gavardo.
Il cantiere, verde di reti di plastica sta in cima alla collina, lo si scorge in lontananza dalla strada.
Il maresciallo Enrico Cappelli è stato uno dei primi ad arrivare e più tardi ha accompagnato sul posto anche il magistrato.
Tiene tutti lontani: “Non c’è niente da vedere, nulla da fotografare o da riprendere, è tutto sotto sequestro e poi vi prego, c’è anche la famiglia”. Tutti validi motivi per non insistere.
 
A vederla dal di sotto la gru arancione è imponente e così doveva sembrare ad Andrea quando ha percorso a piedi gli ultimi venti, forse trenta metri di salita.
Il carrello è fermo al primo terzo, in estrema sicurezza e manovrabilità, i cavi reggono il gancio e quello un cassone da riempire di malta che dev’essere issata al secondo piano di quella che diventerà la “casa agricola” di proprietà della famiglia Rivetta.
I muri esterni ancora umidi e grigiazzurri di “malta fina”, il cellophane sulle solette e l’ampiezza delle impalcature, indicano che i lavori per la realizzazione sono alle finiture.
 
La dinamica esatta di quello che è accaduto è al vaglio dei tecnci dello Psal che sono intervenuti per i rilievi.
Sembra però che non ci siano molti dubbi su quanto sia veramente successo. Si sa che Morris, il figlio 35enne di Andrea, fa il posatore di pavimenti ed era arrivato al lavoro col suo furgone Wolksvagen.
Papà giunge sul posto poco dopo insieme alla nuora Rosita, fresca di maternità per la nascita della seconda figlia. Andrea è un pensionato, vero, ma sempre attivo.
Gli serve il Transporter bianco per caricare del materiale a casa, dove sta effettuando dei lavoretti di manutenzione.
 
Per quello sale fino al cantiere, per salutare il figlio e recuperare le chiavi.
Intanto un manovale ribalta la betoniera nella benna della gru, aziona il motore per la risalita ed è quando il pesante materiale raggiunge l’altezza di sei metri che accade il peggio.
Resta ancora da capire come, visto che il gancio è rimasto intatto e l’asola pure. Fatto sta che cassone e malta precipitano e al posto sbagliato nel momento sbagliato ci si trova proprio Andrea.
 
Il resto è dramma di grida, concitazione d’aiuti, poi silenzio ed incredulità. Per la rassegnazione ci sarà tempo.
A Vobarno, dove l’uomo che abitava in via Roma lo conoscevano e lo apprezzavano, tutti sanno tutto alla svelta e inorridiscono.
Il pensiero e le parole corrono alla moglie Simonetta, vedonva a 59 anni. A suo figlio Stefano, il più grande, in Brasile da giugno e difficile da raggiungere anche solo con una telefonata.
Alla figlia Mariella che se né andata otto anni fa prima di raggiungere i trent’anni.
Un campanile lontano suona un tocco mentre il carro funebre ed il suo mesto seguito lasciano Beccaccia.
Destnazione obitorio dell’ospedale di Gavardo, a disposizione delle autorità.
Per il funerale si pensa al lunedì di Pasquetta.
 
 


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