22 Marzo 2007, 00.00
Bagolino
Scuola&Territorio

Avanti bene con discontinuitĂ 

di Ubaldo Vallini

«A Bagolino ho scoperto il valore della discontinuitŕ didattica, peccato solo per il doppio punteggio affibbiato a chi insegna oltre i 800 metri sul livello del mare. Per noi č stata una fregatura»

“A Bagolino ho scoperto il valore della discontinuità didattica, peccato solo per il doppio punteggio affibbiato a chi insegna oltre i 800 metri sul livello del mare. Per noi è stata una fregatura”.
Parola di dirigente scolastico, in una realtà per nulla facile da affrontare come l’occuparsi di un Istituto “comprensivo” di quelli che riuniscono i plessi di una territorio estremamente “rarefatto” di presenze come quello montano.

Sono quattro anni che Ermido Cocca ogni mattina sale sua auto e si “sciroppa” i 50 chilometri che separano Villanuova sul Clisi dal centro della Valle del Caffaro: “le prime volte rischiavo la pelle per metterci una manciata di minuti in meno – ci dice -. Poi ho imparato, un ora secca mi ci vuole. Trasferirmi più giù? Non ci penso nemmeno”.
Dopo 37 anni a fare l’insegnante di lettere a Gavardo, insomma, questo è il suo primo incarico da dirigente e sarà anche l’ultimo: “Sono nato qui come preside e qui aspetto la pensione”.

Scuole materne statali nemmeno una da quelle parti. Fra elementari e medie invece (come si chiamavano una volta) sono in tutto quattrocentootto alunni perchè c’è la deroga per gli Istituti di montagna, suddivisi nei plessi di Bagolino capoluogo, Ponte Caffaro, Idro e Capovalle. Quelli vicini alla Valvestino sono anche i più lontani dalla loro segreteria e sono pochi: raggruppati in due pluriclassi, con quattro insegnati fra i quali il maestro Cesare che è ormai un’istituzione, resistono in 23 a 35 chilometri dalla loro segreteria.

E questa storia della discontinuità? “Sembra che caschi il mondo quando gli insegnanti non sono gli stessi per tutto il corso di studi, dicono che in questo modo ne vada della qualità dell’insegnamento – ci dice il preside Cocca -. Nella mia esperienza posso invece dire che, almeno in una certa misura, è vero semmai il contrario, con l’entusiasmo di cui sono capaci i giovani arrivi che sopperisce ampiamente alla mancanza d’esperienza”.

Ma la vera forza di Bagolino è quella che Cocca chiama “comunità educante”: “Non sarà un caso se in una valle come la Valle Sabbia, nella quale la dispersione scolastica è notoriamente alta, quasi tutti i nostri studenti arrivano invece tranquillamente alla maturità e che li ritroviamo spesso ai primi posti fra le “pagelle d’oro” – ci dice il dirigente riferendosi soprattutto alla realtà di Bagolino -. Un po’ il merito dev’essere nel Dna di questa straordinaria comunità, ma sono convinto che siano anche le maggiori difficoltà nel fare qualunque cosa, che è la condizione tipica di chi vive da queste parti, a spingere i ragazzini ad essere caparbi e volenterosi”.

Gente che non si ferma certo alla prima difficoltà, insomma, e soprattutto che ritiene l’istruzione un bene per farsi avanti nella vita. Una sorta di archetipo che viene confermato anche dalla straordinaria partecipazione da parte degli adulti bagossi alla vita della “loro” scuola, organizzati dal Comitato genitori che da quattro anni è presieduto dalla “plurimamma” Mariarosa Franchini e che è “ramificato” in tutti i plessi dell’Istituto.
Un esempio: nelle scorse settimane il Comitato ha coinvolto i commercianti e gli artisti bagossi in una sottoscrizione a premi ed un’asta che hanno fruttato 8mila euro. Fondi che ora sono a disposizione del Comitato: “Li utilizzeremo per acquistare sussidi didattici e per altre iniziative” ha confermati Mariarosa.

La scuola ringrazia mettendo a disposizione l’aula multimediale che con fatica è riuscita ad aggiornare ed ecco che 82 genitori partecipano ad un corso autogestito di informatica, inaugurando così la stagione dell’educazione permanente.
Alla faccia della povera scuola di montagna.


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