Il Gruppo Mali spegne 20 candeline

Sono abili e attenti, sanno organizzarsi ed essere efficaci, non si arrendono davanti alle difficoltà. Ma soprattutto sono generosi, hanno imparato a vivere anche per gli altri e non solo per sé stessi, mettendo in pratica i principi di carità cristiana che li ispirano. È questo il ritratto dei volontari del gruppo Mali Gavardo, che quest’anno celebra il suo ventennale. Nato nel 1987, Mali Gavardo è diventato rapidamente un esempio di come sia possibile aiutare concretamente le popolazioni dei paesi sottosviluppati, con sacrifici relativamente pesanti, che sanno poi regalare delle gratificazioni enormi.

Conoscere da vicino la realtà dell’Africa sub-sahariana, con tutti i problemi che la caratterizzano, dalla siccità alle precarie condizioni igienico-sanitarie, fino alle gravi difficoltà alimentari con cui questi popoli convivono con grande dignità, permette di aprire gli occhi su un altro mondo. Proprio da questo incontro nasce la ferrea volontà di sostegno e collaborazione che anima il gruppo gavardese, che in questi vent’anni ha indirettamente salvato migliaia di vite, costruendo scuole ed ospedali necessari per consentire alle popolazioni locali di emanciparsi dalla propria miseria.

Non è certo un compito semplice, ma loro vanno avanti e realizzano, imperterriti, come dimostra anche l’ultima spedizione che tra il novembre 2006 e lo scorso mese di gennaio ha portato a Bamako (capitale dello stato maliano) 87 persone, suddivise in due turni. L’obiettivo era la creazione di un day-hospital con centro dialisi: una struttura di circa 1.700 metri quadrati, del costo totale di 550.000 euro (comprese tutte le attrezzature e i macchinari), che costituirà la base per un futuro ospedale completo di tutte le specialità mediche, inclusa un’area oculistica inserita in extremis nel progetto, finanziata con il contributo del Lions Club gardesano, in cui opereranno periodicamente e gratuitamente anche alcuni medici dell’associazione «Per una sola vita».

La gestione della struttura verrà affidata ad un gruppo di suore locali, mentre la realizzazione è stata portata a termine grazie alla collaborazione di una sessantina di abitanti locali, nel pieno rispetto della tradizione del gruppo Mali Gavardo, che opera sempre in sintonia con chi vive sul territorio e ne conosce i bisogni primari, anche per consentire alle popolazioni di imparare a crescere autonomamente.
Quella dell’ultimo inverno era la sedicesima missione, l’ultima di una serie che fino al 2002 ha visto il volontari dedicarsi esclusivamente alla costruzione di scuole e centri di formazione, non solo in territorio maliano, ma anche in Angola (oltre all’edificazione del tetto di una chiesa in Eritrea). Il passaggio alla realizzazione degli ospedali è dovuto alla necessità di presidi sanitari espressa dalla curia locale, accolta senza remore dal gruppo, che dal 2002 al 2005 ha creato tre strutture dedicate espressamente alla maternità e alla pediatria.

Il problema principale del gruppo, che per scelta non si è costituito in associazione, ma si appoggia a «Scaip» e a «Cuore Amico Fraternità Onlus» di Brescia, è il reperimento dei fondi: i volontari si auto tassano, Mali Gavardo non ha spese all’infuori di quelle per i materiali, le attrezzature e la logistica, e riceve sovvenzioni soprattutto dai privati, tramite versamento su c/c postale 10855252 intestato a Cuore Amico Fraternità Onlus-Brescia, causale «offerta per progetto Mali 10», oppure c/c bancario 901630 Banca di Bedizzole Turano Valvestino Credito Cooperativo-filiale di Gavardo (Abi 0837 CAb 54560 Cin “L”) intestato a Scaip-via Ferri 75, 25123 Brescia, causale “offerta per progetto Mali 10”. Per informazioni www.gruppomaligavardo.it oppure 0365/32141.

Luca Cortini da Bresciaoggi

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