11 Gennaio 2010, 10.17
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Roma ladrona

Calderoli, ministro della complicazione

Dal Carroccio aveva giurato battaglia: «Taglierň 50 mila poltrone! 34 mila enti impropri! 39 mila leggi inutili!». Ma di poltrone, finora, manco una. Degli enti impropri, poi, non ne parliamo. Di Sergio Rizzo


Sulle prime Roberto Calderoli li aveva definiti minacciosamente nel suo Codice delle Autonomie addirittura «enti dannosi»: consorzi di bonifica, bacini imbriferi, comunità montane, difensori civici, tribunali delle acque, enti parco…
Poi, dopo aver cancellato con un tratto di penna quel termine «dannosi» (troppo crudo?) la lista degli enti da abolire è stata alleggerita fino a svanire completamente. Come neve al sole.
Qualche taglietto era rimasto nella manovra del 2010? Via anche quello. Secondo Italia Oggi l’abolizione dei difensori civici (ma solo quelli comunali) e delle circoscrizioni nei Comuni slitterà di un anno grazie a un emendamento al decreto milleproroghe, varato dal governo tre giorni dopo la Finanziaria.
 
E slitterà anche la prevista riduzione delle poltrone delle giunte e dei consigli degli enti locali. Mentre anche gli enti pubblici non economici che dovevano finire sotto la mannaia del cosiddetto taglia-enti hanno ottenuto una scappatoia per la sopravvivenza: gli è stato sufficiente presentare un piano riordino prima del 31 ottobre 2009. E la semplificazione delle leggi? Almeno quella è andata in porto, come ha orgogliosamente rivendicato il Nostro («Calderoli, missione compiuta, via 39 mila leggi», titolava l’Ansa il 19 ottobre 2009)? Dipende che cosa si intende per semplificazione.
Eliminare migliaia di leggi inutili perché «esauste», che cioè hanno esaurito la propria funzione e quindi non sono più concretamente vigenti, anche se formalmente continuano a essere in vigore, è un’operazione di per sé inutile. Anche la legge che le elimina può quindi essere considerata una legge inutile.

La prova?
Siccome lo spadone del ministro era calato all’inizio anche su provvedimenti magari un po’ vecchiotti ma forse non proprio inutili, come la legge che ha abolito la pena di morte o quella che ha istituito la Corte dei conti, dopo il decreto taglia-leggi si è dovuto fare il decreto salva-leggi.
Ben altro è semplificare.
Significa scrivere norme chiare e comprensibili a tutti i cittadini. Come evidentemente sa bene anche Calderoli. Lui stesso ha voluto che in una legge approvata il 18 giugno dello scorso anno ci fosse un articolo intitolato: «Chiarezza dei testi normativi».
 
Una norma draconiana, con la quale si stabilisce che quando si cambia o si sostituisce una legge, esercizio da noi piuttosto frequente, sia obbligatorio indicare «espressamente» che cosa viene cambiato o sostituito.
E che quando in una legge c’è un «rinvio ad altre norme contenute in disposizioni legislative», si debba anche indicare «in forma integrale, o in forma sintetica e di chiara comprensione» il testo oppure «la materia alla quale le disposizioni fanno riferimento».
Ma si afferma pure il principio che le disposizioni sulla chiarezza dei provvedimenti «non possono essere derogate, modificate o abrogate se non in modo esplicito». Ebbene, da quando queste norme sono state approvate, il governo del Semplificatore ha scritto leggi se possibile ancora più indecifrabili e complicate.
L’ultima perla scintillante è il cosiddetto decreto milleproroghe.

Un comma a caso.
Il numero 14 dell’articolo 1: «Al comma 14 dell’articolo 19 del decreto legislativo 17 settembre 2007, n. 164, le parole: "Fino all’entrata in vigore dei provvedimenti di cui all’articolo 18 bis del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, e comunque non oltre il 31 dicembre 2009, la riserva di attività di cui all’articolo 18 del medesimo decreto" sono sostituite dalle seguenti: "Fino al 31 dicembre 2010, la riserva di attività di cui all’articolo 18 del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58..."».
Che cosa vuol dire?
Che fino a quando non sarà operativo l’Albo dei consulenti finanziari gestito dalla Consob, potrà fare il consulente finanziario soltanto chi già lo faceva alla data del 31 ottobre 2007.
 
Un’altra norma a caso.
Sempre articolo 1, comma 19: «All’articolo 3, comma 112, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 e successive modificazioni, le parole: "Per l’anno 2008" sono sostituite dalle seguenti: "Per l’anno 2010" e le parole "31 dicembre 2009" sono sostituite dalle seguenti: "31 dicembre 2010"».
La traduzione?
Il distacco di 21 dipendenti delle Poste presso la pubblica amministrazione viene prorogato di un altro anno.
Se questo è il risultato, ministro Calderoli, non sarebbe stato meglio chiamare il suo dicastero in un altro modo? Magari «Ministero della Complicazione normativa»?
 
Sergio Rizzo da Corriere.it
 


Commenti:
ID1250 - 11/01/2010 17:07:50 - (peneleo) - Titolo ingeneroso!

A me pare che il federalismo fiscale e istituzionale abbia fatto dei passi avanti, nonostante qualche stop e qualche passo indietro. Le resistenze al cambiamento sono sempre fortissime ed in ogni settore: dalle pensioni alle comunicazioni, dal lavoro alla giustizia, e di certo non è colpa del Ministro se si fa così tanta fatica ad innovare, modernizzare, semplificare. Ciò che conta è non desistere e in questo Calderoli tiene.

ID1251 - 11/01/2010 17:30:00 - (assenzio) - Resistenze?

A me sembra che fra i dati riportati da Rizzo, che riguardano gli intendimenti e gli effettivi risultati dell'impegno leghista a Roma, da soli siano sufifcienti a spiegare tutto: Calderoli non desiste, come dice peleleo, è vero. E tiene, soprattutto tiene stretta la poltrona di ministro.

ID1252 - 11/01/2010 17:59:00 - (peneleo) - Caro Assenzio

la mette sempre in polemica! Si rassegni, non siamo in campagna elettorale e rimarremo al Governo per tutta le legislatura (così ha deciso il popolo sovrano!), quindi nel frattempo si potrebbe anche approfondire qualche tema senza le discussioni su chi sia più attaccato alle poltrone, tema sul quale ogni forza politica può tenere lezioni e seminari per settimane. Torniamo al federalismo? Vuole? Io sono disponibile!

ID1253 - 11/01/2010 19:00:00 - (enzino.b) - Non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere

Peneleo, la invito ad essere un poco meno allineato e un poco più critico, solo così forse i suoi rappresentanti faranno ciò che da tanto, troppo tempo promettono. No, non la secessione del nord ma una vera riforma della politica. Non è campagna elettorale, ma la vera riforma che fino ad ora sono riusciti a fare è quella dei sederi seduti sulle poltrone! Disponibile anche io, a tutto campo.

ID1254 - 11/01/2010 20:19:00 - (esperanto) - Storia e balle.

Proprio difficile se non impossibile voler essere contemporaneamente il prode Ariberto da Giussano al nord e l'imperatore Federico Barbarossa nel resto d' Italia.

ID1256 - 11/01/2010 20:35:00 - (ziogian) - Memoria corta...

E' interessante notare che chi adesso dice "abbiamo vinto, lasciateci governare" due anni fa fosse in piazza a gridare "Prodi Maiale"....

ID1257 - 11/01/2010 20:38:00 - (assenzio) - Brucia e?

Cosa c'è, caro peneleo, le dà fastidio se le dicono che i leghisti si sono imbolsiti e una volta arrivati a Roma si sono seduti sulle cadreghe come tutti quegli altri? Adesso anche per loro sono diventate insormontabili le "resistenze al cambiamento", pensa un po'. Se vuol parlare del federalismo che è di là da venire faccia pure, io aspetto di vederlo prima, poi le dirò di che cosa si tratta. Quanto ai "fatti" messi in bella evidenza dall'articolo di Rizzo, che dipingono il ministro Calderoli come uno che ha promesso tanto e ottenuto un bel niente, mi sembrano tutto fuorchè "la solita polemica" di cui lei mi accusa.

ID1258 - 12/01/2010 07:45:00 - (Gino49) - I nuovi illusi

Ma è così difficile acorgersi che ci stando prendendo tutti per il fondoschiena? La pianta da sempre si riconosce dai frutti.

ID1259 - 12/01/2010 08:35:04 - (E.P.) - non cambia nulla

chi è ministro ora tiene stretta la poltrona, forse si, chi lo era due anni fa faceva lo stesso, chi gridava maiale due anni fa viene a sua volta chiamato cosi oggi dai maiali di allora..ma allora dov'è la differenza??..l'unica cosa certa che li sono e nessuno li può cacciare perchè cosi ha scelto il popolo..e poi (fortunatamente) la lega non è solo Calderoli quindi lasciamoli lavorare e tiriamo le somme poi...

ID1261 - 12/01/2010 10:15:00 - (Ricard53) - Ricard53

Semmai avessi avuto un dubbio che Sergio Rizzo prende lucciole per lanterne, ora ne ho la conferma. Basta leggere quello che scrive! Quelli che sanno cosa significa modificare testi di legge o regolamenti sono consapevoli "dell'obbligatorietà" di sostituire le parti obsolete con un nuovo testo. Allora, per quanto incomprensibile ai non addetti ai lavori, purtroppo è questo il modo di operare se si vogliono fare dei cambiamenti. Certo è possibile che una modifica prevista non possa essere immediatamente applicabile e conseguentemente deve essere prorogata, anche perchè magari crea nuovi squilibri che vanno armonizzati o perchè si è in presenza di ritardi (es. Albo dei consulenti finanziari) non imputabili al ministro. Cari signori quando si è in presenza di migliaia di leggi da abolire o modificare, non si può far tutto con un colpo di spugna, il lavoro deve essere attento e paziente ed è possibile andare incontro ad errori che vanno poi sistemati. I nostri legislatori e i nostri burocrati hanno creato negli anni una mole mostruosa di leggi e regolamenti da cui è difficile liberarsi se non usando una pazienza certosina. Chi nelle redazioni dei giornali è abituato a guardare le cose da una scrivania, vede probabilmente una realtà non aderente alla verità o in ogni caso gli fa comodo farla credere agli altri e ridurre sempre tutto a un gioco di poltrone. Certo chi non fa non sbaglia! Mi viene in mente la campagna per l'abolizione delle province, ritenute enti inutili. Bene! Pensate cosa sarebbero le nostre strade se fossero in mano solo all'Anas o qualche altro ente lontano dal territorio, per non parlare delle scuole superiori gestite magari solo dallo stato, vi immaginate l'incuria e l'abbandono? Ma queste cose Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella fanno finta di ignorarle, così come non dicono che in caso di abolizione delle province le spese rimarrebbero praticamente inalterate (forse qualcuno pensa di abolire anche i dipendenti? Cosa ne facciamo, li iscriviamo alle liste di disoccupazione?). Facile fare demagogia, tanto ci sono sempre i creduloni disposti a seguire il primo stormir di vento. Sicuramente c'è molto da cambiare nel nostro paese e ci sono molti sprechi da eliminare. Ma ci vuole tempo e soprattutto ci vorrebbe una volonta comune, cosa che invece manca ai molti che sprecano parole ma si oppongono ai fatti da veri reazionari e conservatori.

ID1263 - 12/01/2010 11:22:00 - (assenzio) - Per Ricard53

Ma come fai, scusa, a parlare di demagogia da parte delle redazioni dei giornali quando sono lo stesso Calderoli e la Lega ad avere affermato che avrebbero semplificato le leggi e limitato gli sprechi chiudendo gli enti inutili. Cosa c'entra desso accusare chi non fa altro che andare a verificare cosa queste promesse hanno prodotto, cioè il nulla. E' curioso che le mille difficoltà a modificare le leggi e a lasciare a casa i dipendenti saltino fuori adesso che i leghisti sono belli "paciaroti" ad occupare poltrone dappertutto. Comodo alzare polveroni quando si è in minoranza e poi accampare il diritto ad arrivare fino in fondo col mandato pieno degli italiani, dicendo che ci vuole tempo, che semplicemente ti ricorda cosa hai promesso di fare.

ID1265 - 12/01/2010 14:52:00 - (Ricard53) - Ricard53

Assenzio non è forse quello che stanno facendo? Il tempo serve perchè il lavoro da svolgere è molto e le resistenze, se possibile ancora più forti. Poi fare delle promesse certo vuol dire mantenerle, ma i tempi è giusto che siano quelli di una legislatura e questo vale per qualsiasi forza politica eletta a governare il paese. Nessuno ha promesso che le riforme si potevano fare in un giorno. Però se tu conosci un modo (autentico non di fantasia) per risolvere tutto in breve tempo, spiegacelo così ne saremo tutti edotti. Per quanto riguarda i giornalisti menzionati confermo tutto e non ritiro niente. Sono stato tanti anni a far politica militante nella sinistra, anche la più estrema, ora sono stanco di salottieri nullafacenti, perdenti e intrisi di ipocrisie.

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