05 Gennaio 2010, 07.00
Valsabbia
Canti epifanici

La Stella che annuncia i Tre Re

di red.

Questa sera, vigilia dell’Epifania, risuonerŕ in tutta la Valsabbia il canto della Stella che annuncia l’arrivo dei Re Magi.

Si ripeterà puntuale in quasi tutta la Valle Sabbia, come accade ogni 5 gennaio da centinaia d’anni, la cerimonia del canto della Stella.

La tradizione è antichissima e risale alla metà del Cinquecento, in piena Controriforma: all’origine dei canti vi sarebbero alcune “Laudi spirituali”, canti religiosi risalenti ai secoli XV e XVI. Legami tra questi testi e i canti della Stella sono molto evidenti. La tradizione sarebbe nata per volontà della Chiesa per contrastare l’avanzata della Riforma protestante, la quale, tra l’altro, metteva in discussione il culto dei Santi e, fra questi, dei Santi Re Magi la cui adorazione venne radicalmente cancellato da Lutero. I canti della Stella sono quindi veri e propri catechismi popolari per rinsaldare il culto dei “Tre Re”.

Un tempo la tradizione era diffusa un po’ in tutto l’arco alpino, dal Canton Ticino ai confini ungheresi, comprendendo l’Austria e le terre boeme. Con il passar dei secoli il rito è via via sparito un po’ dappertutto: sono sopravvissute alcune “isole felici” e tra queste la Valle Sabbia, che rappresenta una delle aree di conservazione del rito più esclusive e importanti. Lungo la valle del Chiese, infatti, non solo la tradizione è ancora vivissima, ma sono attestate – fatto pressoché unico – numerose varietà.

Gruppi di cantori, a volte associati a strumentisti, che accompagnano per ore una stella di carta illuminata, fermandosi in ogni contrada, in ogni androne o angolo di via, sostenendo la lunga fatica serale e vincendo il freddo pungente con forti bevute di vin brulé e brodo di gallina. Al passaggio di luogo in luogo un tempo era associata anche una questua per consentire, lo vuole l’usanza, di concludere la “maratona” canora con una robusta mangiata di polenta tiragna. Ora, dove presente, la raccolta di beni è stata sostituita da un’offerta in denaro, devoluta poi in beneficenza.

Dicevamo che la tradizione del canto della Stella è diffusa in quasi tutta la Valle Sabbia: unica eccezione Bagolino, dove “Dopo Nadàl l’è Carneàl”, senza “L’Epifania tutte le feste porta via” e si stanno già organizzando gli “allenamenti” dei “sonadùr” e si faranno presto vivi i “màscher”, in vista del prestigioso Carnevale con i “balarì” in piazza.

In foto il gruppo stella di Carpeneda di Vobarno



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