«C'è poco da salvare»

Con il suo strascico di polemiche, il suo budget milionario e la solita carrellata di cantanti poco considerati e alla ricerca di un po’ di popolarità sta per iniziare anche questa edizione del “Festival della canzone italiana”.

Titolo pretenzioso ed arrogante fanno notare alcuni esperti, come gli amici del Club Tenco, vedendo stanziare cifre esorbitanti per potere fare tubare Povia sul palco, mentre per far esibire Guccini, Conte, Jannacci, Vecchioni e De Gregori devono fare i salti mortali. La popolarità del festival è indubbiamente calata negli ultimi anni, nonostante il Festival della RAI goda di una pubblicità e di una popolarità a volte sproporzionata alla scarsa qualità dell’evento.
Le canzoni, salvo poche eccezioni, sempre e solo d’amore, inverosimilmente orecchiabili e musicalmente poco interessanti e mai innovative. Fatte apposta per passare in radio, durano pochi minuti, nessun tema scomodo, niente polemiche, nessun concetto complesso.

Ma gli italiani quanto si riconoscono nel festival? È bastato chiedere un po’ in giro, ai valsabbini ed ai vobarnesi per scoprire che in realtà il festival nemmeno a loro piace troppo. Lo si guarda per curiosità, “perché va guardato”, “…per capire quanto siamo caduti in basso…”, “…perché non c’è nulla di meglio in TV…”. Mi chiedo, e vi chiedo se è sensato che la RAI sborsi 290 mila euro (il costo di un appartamento) per l’abito di Michelle Hunziker.
Non oso immaginare i costi per la serata. Un bel modo di investire il canone dei cittadini.
C’è chi ha proposto il boicottaggio…ossia televisioni spente per l’intera durata del festival. Può essere un’idea.

Sta di fatto che martedì il festival inizierà, gli italiani lo seguiranno compiacendosi, indignandosi e arrabbiandosi, se ne parlerà su tutti i giornali e su tutti mass media, grazie anche colpi di scena architettati ad hoc per calamitare tutta l’attenzione sull’evento.
Inizia il FESTIVALONE, come lo definisce simpaticamente Antonio Silva, storico presentatore del Premio Tenco, in un articolo scritto per il periodico vobarnese “il Graffio” che uscirà il 9 marzo.

Festivalone = festival + carrozzone, non un accrescitivo quindi, anzi… E se lo dice lui c’è da giurarci che non si sbaglia. I Big di questa edizione vanno da Al Bano a Paolo Meneguzzi, dagli Zero Assoluto ai Velvet ( non Underground, ovviamente). I brani? Da “schiavo d’amore” ad “amami per sempre”…complimenti per la fantasia.
Ma una chicca c’è, ed è Paolo Rossi che canta una canzone inedita di Rino Gaetano dal titolo “in Italia si sta male”. Sperando di non addormentarsi troppo in fretta, buon ascolto e buona visione.

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