22 Agosto 2019, 09.20
Bagolino
Musica

Suonano anche le Prealpi

di Marisa Viviani

Si è tenuto nei giorni scorsi a Bagolino, nei pressi della Chiesa di San Gervasio e Protasio, un singolare concerto di musica del Duo Trallallà, con Sara Tamburini (fisarmonica) e Simone Stefan (flauto traverso e cornamusa)


I due musicisti, rispettivamente di Novara e Gattinara (Vercelli), hanno proposto un repertorio di musiche tradizionali, in particolare occitane e celtiche delle aree piemontesi, lombarde, liguri, oltre che francesi bretoni e nizzarde, musiche spesso composte anche per danze tradizionali.
 
Il concerto, organizzato dall'Associazione Culturale Habitar in sta terra con Pro Loco di Bagolino, si è tenuto ai margini di un bosco presso il Dòs dé Scàrpä, gentilmente ospitato da Fulvio e Assunta, che per l'occasione avevano allestito un insolito teatro all'aperto fatto di quinte vegetali (piante) e sedili naturali (tronchi d'albero).
 
Qui, sullo sfondo suggestivo della Valle del Caffaro, dei suoi monti e del paese di Bagolino, gli spettatori hanno potuto godere di un momento di assoluta armonia tra la natura e l'arte musicale. L'ambientazione scelta, splendida per l'aspetto naturalistico, aveva anche un risvolto storico, in quanto presso il Dòs dé Scàrpä in passato, nelle pause di lavoro agricolo, si riunivano gli abitanti delle cascine circostanti per riposare, conversare e cantare, e il canto veniva sentito fino a Bagolino. Si rinnovava così l'antica consuetudine, ritrovando in quel luogo il sapore perduto di quella semplice e piacevole forma di socialità.
 
Incantevole il concerto dei due musicisti piemontesi, capaci anche di instaurare un rapporto di simpatia con gli spettatori. Caso volle che tra il pubblico fosse presente una ragazza, Sara anch'essa, che abitualmente partecipa a Brescia a gruppi di ballo folk e pertanto esperta proprio nelle danze proposte, che in questo modo hanno potuto essere dimostrate nelle loro modalità di esecuzione con il coinvolgimento degli spettatori.
 
È stato quindi possibile, oltre che ascoltare le musiche, collegarle alle relative danze: curènta della Val Varaita, origine dalla courent di musica colta; polka piquè (Nizza) ballata a tacco e punta; tresso, ballato in tre coppie che si intrecciano, interpretando le tre figure del ballo secondo il motivo musicale ripetuto appunto tre volte; andro, in cui i ballerini si tengono con i mignoli in gruppo, oggi danza leggera, un tempo molto vigorosa battendo i piedi per comprimere la terra dell'aia; bourrée, di composizione del Duo su motivo arcaico del Centro Francia; circle, ispirato a una danza scandinava, su motivo irlandese e ballato in cerchio dai francesi; suite di giga, su motivo arcaico delle regioni Piemonte e Lombardia, in cui compare anche il cenno di una suonata del Carnevale di Bagolino; e poi scottish, gavotte, polke, mazurke di origine più recente, persino un tango greco e un valzer arrangiato dal Duo, ecc.
 
Caratteristica dei balli folk è l'esecuzione in gruppo, a dimostrazione del carattere sociale di questa espressione musicale e ludica, da sempre presente nella civiltà umana. Nella tipologia dei balli che il Duo Trallallà ha presentato i suonatori accompagnano i danzatori con le musiche specifiche, all'interno delle quali è previsto il balèt, un passaggio della musica in cui si segnala il cambio di coppia o altro cambio significativo del ballo o della musica, segnalati anche dai suonatori con movimenti del piede o della gamba.
 
Il Duo ha concluso infine la sua interessante e bella esibizione con l'Inno Occitano, suonato e cantato. Dolcissimo e commovente il testo dell'inno, in cui una donna affacciata alla finestra chiede ad un uccellino di cantare per il suo amore lontano: "Abbassatevi montagne, alzatevi pianure, perché io possa vedere dove si trova il mio amore."

E con queste struggenti parole si è chiuso il concerto del Duo Trallallà, venuto da lontano per far risuonare anche nelle nostre Prealpi la musica antica di genti diverse nel tempo e nei luoghi, ma che si ritrovano unite dal filo della storia che lega comunque i popoli vicini e lontani, ad onta dei muri fisici o mentali che sempre qualcuno ha cercato di erigere per dividere, ma che la complessità della vita ha invece sempre superato per unire l'umanità.
 
Si ringraziano Fulvio e Assunta per l'ospitalità al Dòs dé Scàrpä e per l'accoglienza conviviale del dopo concerto. E data la disponibilità, arrivederci alla prossima.
                                                                                                 
Nelle foto di Luciano Saia: Il Duo Trallallà in concerto al Dòs dé Scàrpä e momenti di ballo folk


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