14 Ottobre 2018, 08.00
Blog - Maestro John

In viaggio

di John Comini

Stavolta condivido gli appunti di viaggio della mia amica Doni: il mitico Cammino di Santiago di Compostela e la “Via degli Dei”, un percorso escursionistico che collega le città di Bologna e Firenze

“Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone.”

La mia amica Doni mi ha gentilmente fatto leggere gli appunti dei suoi viaggi al mitico Cammino di  Santiago di Compostela e alla “Via degli Dei”, un percorso escursionistico che collega le città di Bologna e Firenze, passando attraverso gli Appennini. Poiché i diari sono bellissimi, li vorrei condividere con te, caro lettore.

Doni mi ha scritto: “Resto gelosa dei miei pensieri, ma se fanno sì che anche una sola persona si metta in gioco per scoprire nuovi orizzonti, cedo!” Ho tolto i riferimenti personali, ho tagliato le parti geografiche. E spero Doni che tu sia contenta lo stesso. Pronti? Via, sul cammino di Santiago!


Commovente la messa del pellegrino a Roncisvalle. È intensa ed ognuno, nella sua lingua, prega. Qualche lacrima scende.
Tanti tratti nel bosco. Profumo di resina e muschio. È stato un incedere tranquillo, a tratti vivace a tratti lento. Per fortuna l’ombra ci ha fatto spesso compagnia perché sulla strada assolata il calore era intenso. C’è la compagnia delle farfalle (mi stupiscono sempre per la loro leggerezza…che belle!).

Dormito da Dio. Che bello non ricordo il tempo. Primo tratto nel bosco. Il fiume ed il suo suono, rose selvatiche e ginestra come colori, profumo di incenso…cosa si vuole di più!? È incredibile come ci si abitui velocemente, e se ne sia felici, dell’assenza del rumore e della fretta.

Tappa bellissima anche se fino a qui la più faticosa. I due giorni precedenti cominciano a sentirsi nelle gambe e nell’umore. Ma questo è il cammino. È come una cura alle ferite del cuore che prima di dare sollievo e pace butta fuori con dolore tutto ciò che fa male. Oggi sudore, qualche lacrima, tante foto, fatica, profumo di origano, assenza di pensieri ed un pensiero per tutti quelli a cui voglio bene. È pace? Non lo so.

Ahimè la discesa! La faccio quasi di corsa per dolori ad un ginocchio. E poi strada bianca tra campi di frumento e papaveri, rose selvatiche e farfalle. Sbagliamo strada e c’è un po’ di scazzo…la fatica si fa sentire…peccato ma pazienza passa veloce. Un angelo mandato dal cielo ci porta indietro in auto e da lì si riparte. Bellissimo monastero. Prego. Che emozione.

Tappa al piano secondo la guida; in realtà paesaggio collinare…su e giù…su e giù (John è il percorso, nient’altro!). Bello. Fotografo fichi, una farfalla, un bruco, il cammino, i pellegrini. Nulla di particolare, se non fosse che ogni piccolo gesto cura ferite antiche. È meraviglioso. La sera si va al bar: una birra fresca me la merito proprio. (Le mie socie sostengono che poi ero brilla…io non ho ricordi!!!)

Partenza fatta con tristezza. Notte insonne e la fatica è più forte della voglia di andare oltre; ma metto lo zaino, gli scarponi e parto. È una di quelle giornate in cui mi sento fuori luogo ovunque ma per il momento posso solo camminare. Spero di non pesare sulle amiche. Ci provo! I papaveri (che mi piacciono molto), il grano, le rose selvatiche e le farfalle ci fanno compagnia lungo la strada assolata. Il cammino ci vede affaticate e si procede piano piano…ma non possiamo fare di più.

Si cammina nel nulla…campi ai lati della strada assolata, cambia il verde ma non la sostanza. Forse il percorrerlo può sembrare monotono ma ha il suo valore. Ti fa apprezzare la farfalla blu piuttosto che il prato di un verde diverso. È come la vita che a volte ha un incedere talmente lento che può farti mancare l’aria ma che nello stesso istante ti fa sorridere ed essere onorato per ciò che c’è (ed è tanto…) Arriviamo al paese disidratate e cotte dal sole. Usciamo a fare due passi ma la sensazione di sentirmi fuori posto di questa mattina continua, così torno all’ostello. Ho bisogno di stare sola. Nonostante l’umore un po’ out è bello essere in cammino.

Bellissima tappa. A parte il dolore alla spalla la forma è quasi perfetta. Mi godo ogni passo che faccio. Non sento la fatica e apprezzo sorridendo tutto quel che c’è…anche il nulla. Ci fermiamo in una splendida cittadina raccolta intorno ad un’altura. Nella chiesa di S. Maria, di fronte ad un crocifisso solitario, recito un “Padre nostro” con il cuore in mano. È un tempo infinito che non lo faccio.

Sono via da 10 giorni
ma mi sembra di essere via da un mese.
Un po’ di stanchezza ma già la serenità comincia a farsi sentire. Effetto cammino…
Tappa monotona. Quattro chiacchiere, un po’ di silenzio, un po’ di confidenze. Sono un po’ malinconica ma cerco di guardare oltre e la cosa mi aiuta ad essere allegra e comunicativa con chi mi cammina accanto. Spero di aver regalato un po’ di serenità. Comincio a svuotare la testa dai pensieri (tu John dirai “ghè déter nient de solittt!!!”)

L’accoglienza di Pepe l’hospitalero è stata meravigliosa. È proprio vero che l’apparenza inganna; all’interno di un’abitazione estremamente squallida troviamo un uomo anziano e allegro che cura la sua casa semplice e pulita. Serata allegra e notte riposante sono state un balsamo per il cuore.

La “camminata” è bella:
accompagnata dalla voce del vento nel bosco, nella pineta.
Quattro care nonnette francesi, dopo aver tritato allegramente tutta la cena, ci hanno altrettanto allegramente allietato la notte con un sonoro russare!!! (beata vecchiaia eh John)

Lo zaino pesa e i km si fanno sentire. Cammino bello, oggi breve, perché decidiamo di fermarci in una chiesa sconsacrata gestita da italiani.
Copio alcuni scritti trovati appesi. “Il pellegrino è colui che attraversa campi, territori verso una meta che non gli appartiene mai: Dio.
Tanti cammini, tante tappe, tanti traguardi, tanti volti, tante amicizie, tante storie, culture. Ma una sola, unica rimane la meta.”

Oggi il caldo è stato lenito da qualche nuvola e da un po’ di prezioso venticello. Ho fatto un piccolo tratto sola. Avevo desiderio di silenzio e il vento mi ha accolto e coccolata. Passo agile e solitario. Condivido tutto volentieri ma a un tratto ho bisogno di me. In questo sono io e non voglio cambiare. Mia figlia mi manca ma per essere una mamma serena devo essere una Doni radicata nella mia essenza e questo cammino è un’ottima terapia.

Minaccia pioggia e l’aria è frizzante. Si cammina benissimo e la monotonia del cammino si fa leggera. Mi sembra che ognuno di noi cominci a riflettere dentro di sé ciò che è stata questa vacanza custodendo sensazioni, colori, profumi e suoni. Grazie cammino!
Camminare sotto la pioggia ha chiuso ciascuno di noi nel silenzio della sua mantella ed in solitudine con i propri pensieri siamo arrivati. È stato bello anche così.
La vita non finisce mai d’insegnarmi a vivere traguardi fatti di piccole tappe. Sono contenta e serena.

Cominciano i tratti in montagna e il paesaggio cambia rapidamente. È molto bello.
Colori d’autunno, erica fiorita, fiori gialli, luce abbagliante, silenzio. Dopo anni entro in una chiesa e mi commuovo. È semplice, essenziale e mi accoglie come sono. È stato bello.

Sembra di essere in un libro delle favole. Sotto di noi solo nebbia, si ha la sensazione di camminarci sopra; sopra di no la luna e le stelle in un cielo buio. Poi si cambia: bosco, nebbia, freddo e la favola cambia. Poi la nebbia è sopra di noi e sembra autunno con le foglie che cadono, l’umidità che si appoggia ai capelli. Che dire…bello!

Anche oggi splendida tappa tra boschi e mezza collina. Il clima è un po’ freddo e umido. Il pile è necessario, ma tutto ciò non rovina lo splendore in cui si cammina. Peccato fermarsi, avrei camminato ancora.

Il percorso è uguale a ieri. Bosco, campi e parti di strada. Andiamo a passo spedito. Oggi vorrei un abbraccio dalla mia figlia, mi manca ma so che questo distacco farà crescere il nostro rapporto. Il tempo è nuvoloso e freddo e non mi aiuta a trovare il sorriso del cuore. Un fiume di persone cammina con noi ed è un continuo di saluti, sorrisi, passi fatti.

Santiago si avvicina e la domanda “perché ci vado?” torna pressante. Avevo bisogno di pace, silenzio; avevo bisogno di ricominciare ad apprezzare le piccole e semplici cose. Quest’anno la partenza mi ha visto sfinita e ho faticato ad entrare nel clima ma ora sto meglio e mi sento più radicata in me. C’è qualcosa in questo cammino che ti accoglie come sei e questo fa bene. La voglia di stare bene è tanta e questo aiuta.

Le frotte di pellegrini serpeggiano lungo la strada. Chissà cosa trasporta ciascuno nel proprio zaino, nel proprio cuore, nei propri pensieri.
Tappa lunga tra stradine e boschi, tra odori e profumi, tra l’allegria e la malinconia. La voglia di arrivare alla meta è tanta e in fondo il timore pure.

Nell’aria si respira l’emozione che chiude la gola e inumidisce gli occhi. La macchinetta fotografica resta nella sua custodia, quasi a voler rendere più intimi e personali i ricordi.

Dall’alto la città di Santiago non si vede. Non mi dispiace; assaporo così l’emozione di trovarmi nella piazza. È stato come rivisitare tratti della mia vita e averli deposti delicatamente in una delle scatole del cuore dopo aver fatto pace con loro.
Arriviamo alla porta laterale della cattedrale e ci accoglie la musica di un flauto. E lacrime liberatorie lasciano andare l’emozione. Le parole tacciono lasciando spazio ad un abbraccio, una stretta di mano, ad un sorriso dagli occhi lucidi. Bisogna conservare i ricordi di questo viaggio che poi riscaldano il cuore nelle lunghe sere invernali…

Alla croce lascio le ciabattine che mi hanno fatto compagnia, hanno lasciato respirare i miei piedi stanchi e accaldati (dopo ovvia pulizia!). È un gesto simbolico che calato poi nella vita di tutti è una grande fantastica lezione: lasciare ciò che è stato senza guardarsi indietro, senza rimpianti, mantenendo l’esperienza fatta ma guardando e onorando il passo che si sta facendo ora e non quello fatto.
Sorrido con gli occhi e rido con il cuore perché vuol dire che la serenità che provo è vera, non è una palla che mi racconto il mattino davanti allo specchio e questo viaggio mi ha aiutato a trovarla. Ciao.

E ora qualche frase sul Sentiero degli dei…

Questo è viaggio!  E la camminante che c'è in me si rilassa e fa il pieno di ciò che c'è fuori da sé. Cammino in solitaria fino alla meta ma da buona chiacchierante non disdegno due parole di tanto in tanto. Sono gli anziani locali, posso ambire solo a loro ormai!, che mi chiedono dove vado, da dove vengo.... In fondo mi chiedono solo due minuti del  mio tempo ed un sorriso...costa nulla ed il loro saluto cordiale fa bene al cuore. Noia lungo una strada provinciale asfaltata. ...ma questo è il viaggio e
non tutto è perfetto...

Oggi la camminata è stata lunga e solitaria proprio come piace a me! Che dire, paesaggi e silenzi che rigenerano il cuore...
Il cielo era nuvoloso  e dava al paesaggio dei colori autunnali...perché il cammino procedeva  lento tra strade bianche che attraversavano i colli toscani.... Oggi forse ho lasciato correre le emozioni e tutto mi è sembrato ancora  più bello.


Grazie Doni, sei dolce e profonda! Quasi come la tua splendida figlia! E allora ti dedico la canzone “In viaggio” di Fiorella Mannoia. So che ti piace tanto.

 “Domani partirai, non ti posso accompagnare
sarai sola nel viaggio io non posso venire
il tempo sarà lungo e la tua strada incerta
il calore del mio amore sarà la tua coperta
Ho temuto questo giorno è arrivato così in fretta
e adesso devi andare la vita non aspetta
guado le mie mani ora che siamo sole
non ho altro da offrirti solo le mie parole…
Lo sai che l’onestà non è un concetto vecchio
non vergognarti mai quando ti guardi nello specchio
non invocare aiuto nelle notti di tempesta
e non ti sottomettere, tieni alta la testa…
Ama, la tua terra ama, non la tradire
non frenare l’allegria, non tenerla tra le dita
ricorda che l’ironia ti salverà la vita…”.


Adesso sono a Roma, per la santificazione di Paolo VI e di Monsignor Romero, due persone che sono state luce nelle tenebre di questo povero mondo. Vi racconterò.

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo,     
maestro John

Le foto sono della mia amica Doni:
1) ecco dove si cammina sulla Via degli Dei
2) il sole che sorge: partenza da Monte Adone
3) lungo il cammino tra i colli bolognesi
4) verso Madonna dei Fornelli



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