Il fascino del circo, gli artisti, le attrazioni, un mondo itinerante dove tante persone concorrono alla riuscita di uno spettacolo.
Ho avuto occasione di fare una breve chiacchierata con Elena Vassallo, direttrice del Circo di Vienna, che resterà a Salò fino al 30 agosto. Un circo di medie dimensioni in cui lavorano quaranta persone tra artisti, stallieri, operai. Quaranta persone che percorrono migliaia di chilometri fermandosi in altrettante città e raduna sotto il tendone genitori, nonni e bambini.
Cosa c'è dietro lo spettacolo di circa due ore a cui assistiamo? Ci sono ore di prove, fatica, arte e passione. C'è lavoro e fatica, che serve per poter fare un doppio salto mortale davanti ad un tendone pieno o a pochi paganti.
Artisti di circo non ci si improvvisa: si comincia da piccoli, molte volte per proseguire una tradizione di famiglia che continua da molte generazioni. Eppure in Italia, ed è la cosa che mi fa sempre arrabbiare, viene considerata “roba da bambini”. Come si può pensare che il risultato della passione di un artista sia solo questo? Certo è che come in tutte le cose serve conoscenza per distinguere un numero ben riuscito da “una mediocre coreografia”.
E' un po' come quando guardiamo i tuffi alle olimpiadi... ci sembrano tutti uguali... eppure così non è. Quello che voglio dire è che prima di contrassegnare tutto ciò che avviene sotto il tendone con il sigillo “roba per bambini” dobbiamo avere i mezzi per capire se è o non è così.
E' pur vero che capita molte volte di assistere a spettacoli di scarsissimo valore artistico ed è ciò che rischia di rovinare questo mondo. Circhi poco seri fanno perdere credito anche a quelli di alto livello. Come distinguerli? Ci sono alcuni trucchetti. Diffidiamo da locandine impersonali o sfavillanti, generalmente tutte simili tra loro con la faccia di un clown o un leone che ruggisce, guardate poi sul sito internet il programma dello spettacolo e i premi che gli artisti che vi partecipano hanno ricevuto (uno tra i più prestigiosi è il Clown d'Oro al Premio Internazionale del Circo di Montecarlo).
C'è poi la questione animali, ma senza tanti giri di parole, e non me vogliano gli animalisti, la vedo così. I numeri con gli animali non li ho mai amati molto, ma gli animali fanno sì che i bambini vadano al circo, e per poter sopravvivere hanno bisogno che questo avvenga. Se un pubblico adulto cominciasse a gremire i tendoni credo che senza grossi problemi i circhi eliminerebbero gli animali feroci, che comportano un costo non indifferente. Fin che questo non avverrà non trovo scandaloso la presenza di tigri ed elefanti, se vengono trattati in modo adeguato.
Avremo modo di approfondire ancora l'argomento e sarà mia premura segnalarvi gli appuntamenti più interessanti.
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