14 Dicembre 2012, 07.00
Terza pagina

Fragmenta

di LoStraniero

Fra le tradizioni natalizie c'č quella di cantare insieme o di recitare poesie prima del pranzo di Natale. LoStraniero ci ha regalato la sua.


Solo e reietto vago per la gelida notte.
C’è un silenzio che dura
per le strade, sui ponti
c’è un freddo che dura.
Dalle brumose plaghe
dell’immenso sbadiglio,
un altro Natale s’avvicina.
Mi aggira e passa e s’allontana
come una cometa
in questo mondo vuoto
senza Te.
Quanti Natale! Non li conto piĂą.
M’illudo ancora che forse in questo
tu sarai con me, che forse adesso ...
Dolce suono delle cornamuse
che percorri le fredde e tortuose strade
della speranza e le diroccate case
empi d’attesa,
dove sei fuggito
non ti trovo piĂą.
Dolce armonia di soavi canti
che da affollate e luminate chiese
fendi  il silenzio delle notti algenti
dove sei finita
non ti sento piĂą.
Dolce atmosfera d’agognati sogni,
di desideri, aneliti e speranze
anche tu sei svanita
non ti avverto piĂą.
Dolce tempo di Natale
che sollevi il cuore
dalle tristezze della vita,
fammi tornare come allora
ai tempi giulivi della prima etĂ 
e rivivere ancora
qualche frammento
d’inconsapevole felicità.

LoStraniero


Commenti:
ID25867 - 14/12/2012 10:25:59 - (sonia.c) - inconsapevole felicità..

assolutamente necessaria ..noi l'abbiamo avuta! è negata alle nuove generazioni ! un danno immenso troppo sottovalutato! togliete il computer e la televisione ai bambini..alla svelta...non è mai troppo presto ..per essere troppo tardi...

ID25965 - 18/12/2012 11:08:51 - (Leretico) - Mi ricorda...

Questi versi mi ricordano "Ossi di Seppia". I correlativi oggettivi sono vicinissimi. Un che di spirituale non materializzato, un fantasma che si aggira nel freddo e che si confonde nella nebbia desolata. Simbolica nebbia, metafora della nostra strutturale dipendenza dalla sostanza che "desia" instancabilmente ma ineffabilmente di staccarsi, con l'anima, e andare ad altro. Solo il desiderio eleva? Solo il distacco promette inconsapevole felicità. Cos'è la felicità? L'ilusione leopardiana? Forse. Certamente, in questi versi, l'unica consolazione. Grazie.

ID26015 - 19/12/2012 08:50:55 - (LoStraniero) - A sonia.c

Concordo con quanto dici. Il mio scritto (non oso chiamarlo poesia) richiama il detto "Stavamo meglio quando stavamo peggio". I temi introdotti sono: la solitudine, la noia, l'indifferenza, la nostalgia, la speranza, il ricordo di quando eravamo forse felici senza saperlo. La principale festa dell'anno ci ricorda chi una notte è venuto e ha cambiato il mondo. Se l'avvento di questa festa potesse essere occasione per cambiarlo di nuovo sarebbe veramente un grande evento, ma purtroppo non è così. Viviamo in una società cristallizzata e la festa non incide sui i legami che legano le molecole del cristallo: si tratta di pura esteriorità, passata la festa tutto rimane come prima, se non peggio.

ID26017 - 19/12/2012 09:10:26 - (LoStraniero) - A Leretico

Hai fatto un bellissimo commento al mio modesto scritto. Accostarlo a "Ossi di seppia" mi inorgoglisce, ma mi sembra troppo. Ho cercato di portare a galla la vera natura della festa di Natale. La vera festa non è quella del 25 dicembre, ma è l'attesa di questa data: le emozioni, i sentimenti, i ricordi che quest'attesa desta. E' nel vivere il tempo dell'attesa il bello della festività più importante dell'anno. Se dai ricordi emerga almeno qualche frammento della perduta felicità dell'infanzia, allora il Natale potrebbe riacquistare per noi adulti tutto il suo antico significato.

ID26021 - 19/12/2012 09:50:57 - (Dru) - allo Straniero e al Leretico

la festa è l'unico momento vero della vita, dove ci si riposa a mirare il sudato lavoro (Bibbia), quasi il lavoro fosse il preludio all'essenza dell'esistere (il suo contraddittorio?), dove grandi filosofie e anche costituzioni ci si fondano.Nella festa l'uomo riconosce la verità, che è l'eterno esser sè dell'essente assoluto e immutabile nel suo apparire gioioso della festa e allora , nella festa, l'uomo quasi ride del proprio imbarazzo per ciò che con volontà ha tentato, nel suo lavoro, di costruire, di creare...l'uomo alla Festa non può rinunciare, come non può rinunciare alla Verità.

ID26026 - 19/12/2012 10:42:49 - (Dru) - Qualcosa di più della festa o l'abitare questo mondo

la festa non è per l'individuo ma è per le persone che si riuniscono nella festa, nella festa sono gli uomini insieme e non l'uomo solo.Lo spirito della politica , che è l'organizzazione dell'unione degli uomini e lo spirito della filosofia , che è la relazione delle parti nel tutto, ineriscono la festa che è etimologicamente l'abitare degli uomini questo mondo. Perché gli uomini sono felici e in contemplazione nella festa? questa la domanda che sorge spontanea dopo quello che ho scritto sopra e soprattutto nel dire etimologico della parola festa, che è un dire con tutto il suo contenuto carico di sapienza.

ID26043 - 19/12/2012 15:35:09 - (sonia.c) - AUGURI dotti e sapienti..

dalla casalinga di voghera.. ho scoperto che hanno un'associazione..)bacioni!

ID26045 - 19/12/2012 16:02:29 - (sonia.c) - x lostraniero...

ogni giorno ci viene data l'occasione di cambiare il mondo..partendo da noi stessi....ogni giorno ingaggiamo una guerra contro il cambiamento che ci può salvare..e vinciamo purtroppo noi...

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