Terremoto e vecchi tragici ricordi

Non sono certamente paragonabili come entità il terremoto che si è verificato ieri notte nel centro Italia e quello che invece ha colpito Salò, Vobarno, Pompegnino, Clibbio e le zone limitrofe il 24 novembre del 2004 a mezzanotte.

Preceduto da un boato simile a quello di un'esplosione la terra cominciò a tremare e provocando danni ingenti soprattutto nella frazione di Pompegnino dove diverse abitazioni vennero semidistrutte e dichiarate inagibili.
Per fortuna nessuna vittima, solo molti danni e tantissima paura.

Dimensioni non paragonabili a quelle del sisma avvenuto ieri, ma certamente nel vedere queste immagini i pensieri di chi ha già vissuto questa tragica esperienza volano a quella notte di novembre in cui si sono abbandonate di corsa le proprie abitazioni tra la paura e la difficoltà a capire cosa stesse succedendo.

Solo chi ha sentito la propria casa tremare, il rumore delle stoviglie sbattere e visto gli oggetti cadere dalle mensole riesce a capire la paura ed il terrore che in questi momenti ti assale, la difficoltà ad orientarsi anche dentro la propria abitazione e raggiungere la porta di uscita mentre il pavimento ti si sposta sotto i piedi e poi le notti passate in macchina o con gli occhi spalancati senza riuscire a prendere sonno.
Ancora vivi i ricordi di quella notte e delle giornate successive, della macchina dei soccorsi che subito si è messa in moto e dell'importanza della solidarietà e dell'aiuto concreto da parte delle istituzioni e dei civili.

Facendo leva su questo ricordo sembra ora quasi un dovere morale, quando sentiamo queste notizie, attivarci e stare vicino alle persone colpite da questa sciagura.
Come se un tragico filo invisibile legasse tra loro individui colpiti dalla stessa sorte.

Le immagini che ci arrivano a Amatrice sono quelle di un paese devastato, raso al suolo, con scenari simili a quelli dei bombardamenti bellici. Cumuli di macerie e di detriti che nascondono persone e si spera di riuscire ad estrarle vive il prima possibile.

L'uomo davanti alla natura si sente ancora una volta impotente e colpevole allo stesso tempo.
Colpevole di non aver adottato tutte le misure per limitare i danni provocati da possibili terremoti, ma impotente e psicologicamente distrutto per aver perso i propri cari, famigliari o la propria abitazione.

Difficile ripartire, rialzarsi e ricominciare tutto da capo, sembra che una vita sola non basti.

Le possibilità di essere vicino e di aiutare queste persone sono tantissime si moltiplicheranno nei prossimi giorni e sono sicuro che anche questa volta nessuno di chi ha già vissuto quest'esperienza tragica si tirerà indietro.

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