12 Febbraio 2016, 07.36
Gavardo Vobarno
La testimonianza

«Sembravamo in guerra»

di Ubaldo Vallini

Da Gavardo la testimonianza del vigile di 54 anni che sabato scorso viaggiava sulla Nissan Qashqai, sfiorata a Vobarno da uno dei massi più grossi precipitati dal Sengol


«Io non ci ho fatto caso ed è stata una fortuna, non so come avrei reagito, forse frenato di colpo. Alessio e Beppe invece hanno notato quella gigantesca ombra che ha attraversato la strada come un lampo davanti ai fari dell’auto.
Io ho sentito solo la gragnola di colpi sulla fiancata dell’auto: botte sulla carrozzeria, è saltato lo specchietto retrovisore e qualche pietra più grossa è rotolata sulla cappotte e ha incrinato il cristallo anteriore. Sembrava ci sparassero, poi ho pensato al terremoto.
L’abbiamo capito solo dopo che si trattava del pietrisco che come una coda di cometa, seguiva da vicino il masso più grosso, quello che si era appena infilato per diversi metri nella Valsir, facendosi largo negli uffici».

A raccontare la brutta esperienza è Mauro, che di mestiere fa il vigile ed abita a Gavardo.
C’era lui alla guida del Nissan Qashqai in compagnia di due amici sabato scorso lungo la ex Provinciale IV fra Vobarno e Carpeneda, subito dopo le 20, quando il monte “Sengol” ha preso a vomitare rocce alcune del peso di diverse tonnellate.

«In quel punto c’era buio pesto e non mi sono fermato, ho proseguito per qualche centinaio di metri fino al bar “La Roccia”, sapevo che lì saremmo stati al riparo –continua Mauro nel suo racconto-. Giusto il tempo di entrare nel locale per raccontare lo scampato pericolo che abbiamo sentito tutto tremare: fuori, più verso la sopraelevata della Valsir erano caduti altri pietroni.
Siamo stati noi a chiamare i Vigili del fuoco per avvisarli ed abbiamo atteso che arrivassero su posto.
Non sono riuscito a mangiare la pizza quella sera, un po’ alla volta ho preso coscienza dello scampato pericolo e mi si è chiuso del tutto lo stomaco».

Ci vorranno ancora un paio di settimane per riaprire la strada che porta a Teglie e Moglia: tempi per il disgaggio, la relazione geologica e l’intervento vero e proprio di messa in sicurezza della parete mediante il posizionamento di reti.

Duecentomila euro la spesa prevista.

Più tempo ancora e altri fondi, saranno necessari per proteggere il tratto di ex Provinciale fra la biblioteca di Vobarno, il bar La Roccia e alcune aree di pertinenza Valsir.




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