18 Maggio 2020, 07.15
Vobarno
Covid-19

«Tutti hanno fatto la loro parte»

di val.

«L’imperativo è stato di non lasciare indietro nessuno e devo dire che il paese ha risposto bene: tutti quanti hanno fatto la loro parte e se dalla fase uno ne siamo usciti, l’abbiamo fatto insieme. Non dobbiamo però dimenticare che non è ancora finita».

 
A parlare è il sindaco di Vobarno, Paolo Pavoni, che fin dalle prime battute dell’epidemia, soprattutto una volta attivato il Centro Operativo Comunale (Coc), al pari dei suoi colleghi e costantemente affiancato dalla sua “vice” Maurizia Fossati, si è ritrovato a dover gestire situazioni mai provate prima.

Lungo l’elenco dei provvedimenti adottati.

Il web, i tabelloni luminosi e le affissioni in farmacia e nei negozi di alimentari per gestire il flusso delle informazioni, oltre ad un numero di cellulare da chiamare in caso di necessità.

I computer e gli smartphone da distribuire perché gli studenti potessero seguire le lezioni a distanza, mentre per i più piccini, grazie alla disponibilità di educatori e bibliotecari, è stata attivata un’apprezzatissima “videolettura” di favole.

Al rischio Covid nella Casa di Riposo, nelle settimane più “calde”, ha posto rimedio il personale che ha deciso volontariamente di rimanere chiuso all’interno. Le mascherine subito acquistate a Bergamo e distribuite a tutte le famiglie casa per casa.

Poi le convenzioni:
con le farmacie ed i negozi di alimentari per il recapito a casa di medicinali, con la Almici Renato per il trasporto a chiamata anche nelle frazioni, con la Caritas per l’acquisto di 10 quintali di generi alimentari.

Fondamentale, in ogni caso
, la fitta rete di volontariato costituita dalle associazioni come Alpini, Protezione civile, Polisportiva, Auser.
Così come la presenza di agenti della Locale e carabinieri.
A darsi da fare fin da subito, con una raccolta fondi e anche col personale per le consegne dei beni di prima necessità, i volontari del Centro culturale islamico e tante altre persone a titolo personale.

Per i buoni pasto, a parte la collaborazione con Caritas, la scelta è stata di consegnare a chi ne ha fatto richiesta e ne aveva i requisiti (quasi 200 persone) dei buoni da utilizzare per fare la spesa nei negozi del paese.

Fra i tanti pensieri anche quello per chi se ne andava, tristemente da solo, come i prezzi calmierati per i funerali e per l’acquisto dei loculi, ma anche la cura del decoro nei cimiteri, nonostante fossero chiusi.

E adesso?

«Adesso l’emergenza è finita in apparenza e semmai solo quella sanitaria – afferma Pavoni -. Da una decina di giorni abbiamo riaperto i cimiteri e con le dovute precauzioni il mercato settimanale. Per dare un po’ di ossigeno anche ai commercianti che hanno dovuto chiudere stiamo ragionando di riduzione della Tari. Dovremo poi fare anche i conti anche con minori entrate per oneri di urbanizzazione e capire come potremo spendere lo stanziamento straordinario in arrivo dallo Stato per le zone più colpite dal virus».




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