14 Dicembre 2007, 00.00
Vobarno
Raccolta firme

«Per un futuro senza atomiche»

Approda a Vobarno la campagna di raccolta firme per dichiarare l’Italia “zona libera da armi nucleari”. Una stima vicina al vero indica la presenza sul territorio nazionale di di 90 testate nucleari. Per una proposta di Legge servono 50mila firme.

Approda anche a Vobarno la campagna di raccolta firme per dichiarare l’Italia “zona libera da armi nucleari”
Un girasole sorridente che sboccia da una testata nucleare spezzata: questo il logo della campagna “Un futuro senza atomiche”, finalizzata alla raccolta delle firme necessarie (almeno 50.000) per presentare in Parlamento una proposta di legge d’iniziativa popolare in merito alla “denuclearizzazione” del territorio Italiano.
“La messa al bando delle armi nucleari è un’aspirazione condivisa da tutta l’umanità” si legge nel comunicato con cui è stata lanciata la campagna “A livello internazionale, invece, stanno aumentando ricerca e produzione di nuovi tipi di bombe atomiche. Altre potenze finanziano l’ammodernamento dei propri arsenali nucleari. Ed aumentano, di conseguenza, i Paesi che vogliono entrarne in possesso per acquistare peso sulla scena mondiale”.

L’Italia, pur non possedendo armi atomiche, ospita circa 90 testate nucleari, ubicate nelle basi militari statunitensi di Aviano, in Friuli, e Ghedi, a una quarantina di chilometri da casa nostra.
La stima, ovviamente approssimativa, è stata resa nota dall’analista americano Hans Kristensen che, servendosi del “Freedom of Infomation Act” (legge sulla libertà di informazione che impone alle amministrazioni pubbliche una serie di regole per permettere a chiunque di sapere come opera il governo federale), ha reso di dominio pubblico informazioni già considerate segreto di Stato, pubblicando un interessante rapporto sulle armi nucleari statunitensi stoccate in Europa (“Us nuclear weapons in Europe”).
Tra Italia e Stati Uniti esisterebbe anche un accordo segreto per la difesa nucleare, rinnovato nel 2001, di cui lo scienziato nucleare William Arkin ha recentemente rivelato il magniloquente nome in codice: “Stone Ax” (Ascia di Pietra).

La proposta di legge d’iniziativa popolare, composta di soli due articoli di immediata fruizione, prevede la dichiarazione dell’intero territorio italiano “zona libera da armi nucleari” e il divieto di transito e deposito su di esso di armi nucleari o loro componenti.
Snodo cruciale è l’impegno del Governo ad “adottare tutte le misure necessarie, sia a livello nazionale che internazionale, per assicurare la piena applicazione” della legge: ciò comporterebbe una rinegoziazione degli accordi con la Casa Bianca in merito allo status giuridico di “servitù militari” delle basi americane in Italia e dell’ “extraterritorialità” concessa ai siti di stoccaggio di armi atomiche. Certamente un’ardua battaglia, a fronte delle affermazioni ufficiali del Governo americano in merito al ruolo “cruciale” della presenza militare statunitense in Europa, ma non impossibile: sono 106 gli Stati nel mondo (tra cui l’Austria) dove le bombe atomiche non hanno attualmente diritto di cittadinanza.

La campagna, promossa a livello nazionale da un Comitato composto da numerosi gruppi e movimenti (Pax Christi, Rete Lilliput, ARCI, FIOM-CISL, FIOM CIGL… solo per citare alcune delle sigle più note), è approdata anche a Vobarno, grazie all’incontro svoltosi lo scorso ottobre con don Fabio Corazzina in occasione della rassegna “Cammini di Pace”.
L’appello di don Fabio è stato raccolto da un gruppo di vobarnesi, che sta organizzando banchetti di raccolta firme presso il mercato, il supermercato (la mattina del sabato) e fuori dalla chiesa dopo la messa domenicale, ottenendo buoni riscontri (ad oggi sono circa 400 le firme raccolte, e la campagna prosegue fino a fine febbraio). È possibile firmare anche presso l’ufficio anagrafe del Comune, negli orari di apertura al pubblico.
Accanto alla raccolta firme, sono state organizzate manifestazioni per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica; lunedì 3 dicembre si è svolto, presso il Teatro Comunale di Vobarno, un incontro dal titolo “Armi nucleari? No grazie!”, durante il quale sono intervenuti don Gabriele Scalmana, responsabile diocesano della Pastorale del Creato, e Mauro Scaroni, esponente di Pax Christi.
Dal 15 al 22 dicembre sarà possibile visitare, presso la Biblioteca Comunale di Vobarno, una mostra fotografica sugli incommensurabili danni provocati dall’uso di armi atomiche, titolata “La lunga ombra”, e sabato 15, nella stessa sede, sarà possibile assistere alle proiezioni di tre filmati sul tema, a partire dalle ore 16.00.
Il Comitato vobarnese sta cercando di allargare la propria sfera d’azione anche ad altri Comuni della Valle Sabbia: chi fosse interessato all’iniziativa può mettersi in contatto con la sig.ra Donata, inviando una e-mail all’indirizzo di posta elettronica beatrice.camilla@davide.it.

Alfredo Cadenelli
alfredocadenelli@libero.it


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