Dopo Un minuto a mezzanotte Roberto Maggi dedica un’altra pubblicazione al ricordo di una calamitŕ naturale, il nubifragio del 30 ottobre 1976.
Dopo “Un minuto a mezzanotte” Roberto Maggi dedica un’altra pubblicazione al ricordo di una calamità naturale.
Sono passati 30 anni da quel sabato 30 ottobre 1976 quando un rapido e terribile nubifragio investì tutta la provincia di Brescia causando ovunque danni notevoli. A Salò si vissero ore drammatiche perché la scuola elementare Teresio Olivelli fu circondata dalle acque impazzite del Rio Brezzo; tutti gli alunni e il personale della scuola evacuarono l’edificio a bordo di barche dei vigili del fuoco volontari.
Di quell’episodio rimangono molte fotografie (contenute nel volume) e la memoria dell’autore - di origine salodiana - che all’epoca era troppo giovane per sentire il peso del dramma e quindi visse l’evento con lo spirito del ragazzo che si sente immerso in un’inaspettata avventura.
L’autore, con lo stile e le modalità dell’autobiografia, parte dall’avvenimento per tracciare la cronaca personale di quell’anno - il 1976 - ricordando tanti altri episodi più o meno importanti.
In appendice al volume si parla anche dell’alluvione di Salò del 1960 e dell’esondazione del novembre 2000.
Pregevoli due fotografie di Osvaldo Vitali, che ci mostrano Vobarno invasa dalle acque del Chiese in quel lontano giorno del 1976. L’autore, maestro di scuola primaria, dedica il libro agli alunni di una classe della scuola elementare di Salò ai quali si sente particolarmente legato.
Secondo l’intento dell’autore, questo suo ricercare nel passato è dono per tutti coloro che ricordano quel fatto; per chi ne fu protagonista. Non si vuole solo dare voce a drammi più o meno gravi; si vuole ricostruire, attraverso i ricordi e la cronaca dei fatti, brevi momenti di vita. Appuntarli sull’agenda della memoria.
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