L’olio dei “Rucc”

Quella appena passata è stata un’ottima annata per l’olio prodotto della cooperativa sociale “Ai Rucc e dintorni” di Vobarno. L’uliveto di San Felice del Benaco, in gestione da circa otto anni dalla ditta di Roberto Galvagni, ha prodotto oltre il 30% di olio in più rispetto all’anno precedente. Olio extravergine di oliva del Garda, di primissima qualità, ottenuto con la spremitura a freddo e con una bassa acidità, inferiore allo 0,03% (il protocollo per il Dop pone il limite a 0,1%). A produrlo sono i ragazzi della cooperativa che si occupa del recupero di tossicodipendenti e di alcoldipendenti che nel loro percorso di riabilitazione si occupano del lavoro agricolo e dell’allevamento. «Fin dall’inizio – ci spiega Emanuele Tonoli, uno degli educatori della comunità – la nostra comunità si è caratterizzata per questo tipo di impiego lavorativo nel percorso di recupero, al quale si affianca anche l’aspetto religioso, dal quale discende una precisa idea della persona».
Un’impronta, quella spirituale, rimasta fin dalla fondazione, avvenuta nei primi anni Ottanta per iniziativa di don Raffaele Licini, allora curato a Vobarno e oggi parroco a Botticino.

Quest’anno, come detto, la produzione di olio è andata a gonfie vele. La cura dell’oliveto impiega i giovani (seguiti dagli educatori e con la supervisione di esperti olivicoltori del posto) in due momenti particolari durante l’anno: quello della potatura, in primavera, e quello della raccolta delle olive nel tardo autunno. «Dopo la raccolta dei marroni a San Michele, sopra Gardone Riviera - racconta Tonoli – inizia, verso la fine ottobre, quella delle olive nell’uliveto di San Felice, che quest’anno si è protratta qualche giorno in più rispetto alle passate stagioni, a causa del maltempo». Ogni giorno le olive raccolte vengono portate al frantoio per la spremitura. Il lavoro all’uliveto si completa con la concimazione naturale ed eventuali trattamenti contro i parassiti con metodi biologici e biodinamici. Anche per questo il prodotto è di ottima qualità.
Sotto gli uliveti, nella bella stagione, pascolano anche i cavalli avelignesi per i quali la cooperativa è una stazione regionale per la monta pubblica, con la presenza di tre stalloni.

L’attività agricola, in alcuni casi, è anche uno sbocco lavorativo al termine del percorso riabilitativo, in cooperative sociali o in aziende.
«In questo periodo stiamo trovando difficoltà a trovare un impiego al termine del periodo di recupero – afferma Tonoli – dovuto alla situazione economica generale. In genere il distacco dalla comunità avviene dopo un anno e mezzo o due, mentre negli ultimi tempi si protrae anche per un terzo anno che un tempo serviva solo all’inserimento lavorativo».

Da una decina d’anni, da quando non ci sono più gli obiettori di coscienza, la comunità ospita per periodi di 10 mesi dei ragazzi stranieri attraverso il progetto di volontariato internazionale europeo, tramite la cooperativa “Tempo Libero” di Brescia. Attualmente c’è un ragazzo svedese, ma negli anni “Ai Rucc” ha ospitato ragazzi dai 20 ai 25 anni di diverse nazionalità: tre spagnoli, un francese, un ucraino, un danese, un romeno e un austriaco.

L’olio della cooperativa “Ai Rucc” si può acquistare presso la sede, in via Ronchi 36 a Vobarno (dopo aver imboccato la strada per Degagna, svoltare alla prima strada ripida sulla destra) ed è disponibile in bottiglie da un litro o in lattine da cinque litri (info 347.0197592 Emanuele Tonoli).

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