Marta ha nove anni ed è affetta da sindrome di Down. Nell'inverno appena trascorso, grazie alla Polisportiva di Vobarno e al Cosmid, ha provato ad essere anche un'atleta normale, bambina fra le bambine
Marta è una bambina di 9 anni, di Roè Volciano, affetta da Sindrome di Down (con la “d” maiuscola dal nome del medico che per primo descrisse questa sindrome genetica), tecnicamente detta Trisomia 21 (sul cromosoma 21 le persone con trisomia hanno 3 geni, invece che 2 come le persone neurotipiche).
Questo gene in più è la causa di una crescita più faticosa e lenta per i bambini trisomici, la cui condizione è definita di gravità dalla legge 104/92 (per la tutela dei diritti delle persone con disabilità).
Oltre le diagnosi, Marta è una bambina vera, con una storia e delle esperienze di buona integrazione che rendono merito a persone ed esperienze, come quella appunto dello sci.
Marta ha cominciato a sciare a 3 anni ad Asiago, secondo le indicazioni della sua terapista, e fino a quest'anno non ha mai mancato una settimana bianca, rinforzandosi, migliorando la coordinazione, l'equilibrio, il tono muscolare, l'attenzione e la concentrazione.
Dall'anno scorso Marta è un'atleta della Polisportiva Vobarno (Poli d'ora in poi) ed ha sciato con altri 12 atleti dell'ASD COSMID (Associazione Dilettantistica Sportiva per Minori Disabili) in Maniva.
La stagione invernale 2014-2015 è cominciata a dicembre ad Andalo, dove la Poli ha organizzato 4 giornate sulle neve per una cinquantina di soci. Per Marta non era la solita settimana bianca, era una settimana bianca insieme ai bambini e bambine della Poli, per sciare con loro e passare assieme quei giorni sulla neve.
Durante la prima giornata di sci ad Andalo, Marta comincia a sciare con le “Gazzelle”, un gruppo di bambine della Poli principianti; dopo la lezione di sci le Gazzelle sciavano con la mitica Silvia della Poli, e Silvia ha preso con loro anche Marta, con gran divertimento suo e soddisfazione.
Purtroppo prima della chiusura degli impianti di quel primo giorno, la mamma di Marta (per inciso la sottoscritta) è caduta: rottura del crociato e ritorno a casa la mattina seguente!
Giancarlo, Simona, Silvia, Paolo, Roberto e Alessandra della Poli erano dispiaciuti. Ma il dispiacere più grande era quello di Marta che non voleva tornare a casa: era cominciato tutto così bene....
Il giorno dopo essere tornati a casa, le Gazzelle hanno mandato una foto a Marta e un messaggio registrato che diceva: “Ciao Marta, ci dispiace che sei andata via!”.
E tante altre dimostrazione di affetto che hanno reso il ritorno a casa meno duro.
Ma le disavventura dell'annata sciistica non erano finite.
Alla solita settimana bianca di Asiago, Marta era malata: anche da Asiago il terzo giorno si è tornati a casa con un nulla di fatto in quanto sciare.
Mancava ancora, per fortuna, il corso del Maniva organizzato dal COSMID, di quattro domeniche tra febbraio e marzo 2015. Dopo aver saltato la prima domenica – Marta era malata – finalmente alla seconda Marta cominciava a sciare: chissà se si sarebbero viste in giro le Gazzelle?
Chissà se avrebbe potuto riprendere a sciare con loro?
Purtroppo non è stato possibile perché – sfortuna nella sfortuna – la mitica Silvia ha pensato bene anche lei, la seconda domenica, di farsi male sugli sci.
Così le Gazzelle hanno dovuto cambiare “capo-branco”.
Ma per Marta, e per i bambini speciali come lei, l'aggancio non era più possibile per due motivi: il primo dovuto al fatto che il mancato allenamento di Marta, a confronto dell'allenamento delle altre bambine, ormai costituiva un divario talmente ampio, per cui Marta scendeva a spazzaneve, titubante, mentre le Gazzelline sfrecciavano a sci uniti.
E' ovvio che il mancato allenamento fa la differenza del livello anche nell'atleta neurotipico; tuttavia, in più, i bambini speciali hanno tempi di apprendimento più lunghi degli altri, e questo provoca un divario di prestazione sempre più marcato tra loro e gli altri.
Questo è quello che succede ai bambini speciali in ogni campo: a scuola, negli sport... non riescono mai ad essere all'altezza degli altri, perché le loro prestazioni richiedono molta fatica, in alcuni casi non si riescono neanche a raggiungere, è una sfida continua.
E' così che nascono i corsi per atleti speciali, gli Special Olimpics, per permettere alle persone speciali di praticare sport con risultati adeguati alle loro possibilità.
Il secondo motivo che non avrebbe comunque permesso un riaggancio riguarda la figura dell'adulto.
Se le Gazzelle hanno potuto da un momento all'altro cambiare “capo-branco”, questo per Marta non era possibile.
Marta conosce Silvia e Silvia conosce Marta; quando sciava con lei se la teneva vicina e vedeva quando era in difficoltà, più delle altre bimbe.
I bambini speciali hanno bisogno di adulti insegnanti che sappiano entrare nelle pieghe della loro diversità, riconoscerla e tutelarla – per non esporli a rischi pur di trattarli come gli altri – e nello stesso tempo dargli fiducia rispetto al farcela.
Silvia ad Andalo ha fatto qualcosa di speciale con Marta: conoscendola e sostenendola nel gruppo, ha ridotto il suo svantaggio nel gruppo.
Mentre il deficit non si può cancellare (le sindromi non spariscono), la società può però organizzarsi perché i limiti delle persone disabili si traducano in svantaggi riducibili: avere accanto una persona conosciuta che ti fa sciare; avere un maestro di sci specializzato in disabilità; adattare un percorso di gara al livello dell'atleta speciale; sostenere economicamente le famiglie degli atleti disabili che spesso hanno bisogno di lezioni individuali con i maestri per sempre o per tanto tempo, a differenza degli atleti neurotipici che ben presto sciano da soli; organizzare le domeniche sulla neve anche per le famiglie degli atleti speciali.
Questi sono alcuni modi di ridurre gli svantaggi per facilitare l'accesso allo sport per tutti, che fanno della storia di Marta e degli altri atleti speciali del COSMID, una storia di successi.
Infine, è una storia con un lieto fine, perché alle premiazioni della Poli - sabato 14 marzo 2015 - le Gazzelle si sono riunite e hanno declamato a gran voce il loro inno davanti a tutti i soci, e tra loro anche Marta:
“Noi siamo le Gazzelle. Noi siamo le più belle.
Insieme sulla neve, scendiamo a spazzaneve.
D'inverno noi sciamo, così ci divertiamo.
Con la Polisportiva la vita è ancor più viva.
Agnese, Livia e Jessica, la Marta e la Camilla.
Per noi lassù nel cielo, si è accesa una scintilla!”
Ad Asiago e con il COSMID in Maniva, Marta ha imparato a sciare in corsi per atleti speciali. Con la Poli ad Andalo lei ha provato ad essere un'atleta normale, una bambina fra le bambine, una Gazzella tra le Gazzelle.
Grazie Poli, perché quest'anno – a parte le sfortune – Marta ha potuto scrivere una pagina nuova dei suoi progressi, e questo è un bene non solo per lei, ma anche per tutto il gruppo, perché come dice Silvia: “Si riceve sempre di più di ciò che si da!”. E tra Poli e COSMID c'è proprio in atto un bello scambio, che interroga ed arricchisce tutte le famiglie: quelle speciali, come quelle “normali”. E questo si è visto proprio alle premiazioni: sembrava una sola grande famiglia!
Grazie Poli per l'affetto e l'accoglienza sincera che riceviamo, a partire dai dirigenti (e consorti) fino alle famiglie associate, dove abbiamo conosciuto genitori vicini, interessati,calorosi e simpatici.
Concludo con una frase di Marta, scritta su un disegno regalato a Giancarlo – responsabile della sezione sci da discesa della Poli -: “Grazie Giancarlo che ci hai detto che possiamo venire su in Maniva!”.
Sandra Vincenzi
vincitrice del Trofeo Stampella d'oro 2015
simpaticamente istituito dalla Polisportiva Vobarno
ID56500 - 23/03/2015 10:19:33 - (sonia.c) - BRAVISSIMA Marta!
e grazie alla sua mamma "miss stampella d'oro" ,alla poli e al COSMID .