28 Settembre 2016, 16.06
Vobarno
Amministrazioni

L'arrivo dei richiedenti asilo accende la polemica

di Redazione

Da una settimana una ventina di profughi sono ospitati in un’abitazione privata di Vobarno. L’amministrazione dice di non essere mai stata informata dalla Prefettura. Critiche dalla minoranza


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Venti richiedenti asilo sono ospitati da una settimana in un’abitazione privata di Via Cesare Battisti a Vobarno. Si tratta di un iraniano, qualche cingalese ed il resto pakistani, tutti sbarcati in Sicilia.

L’aspetto che disturba più d'ogni altra cosa il sindaco Giuseppe Lancini è che la presenza dei 20 migranti a Vobarno è stata scoperta per caso perché alcuni di loro sono stati notati dai nostri vigili guidati dal comandante Oscar Scalmana: «Com'è possibile che la Prefettura - lamenta Lancini - dia mandato ad un'azienda privata di trovar loro una sistemazione in affitto nell'abitazione di un privato senza che sindaco e Comune vengano informati di nulla? Vobarno ha già di suo 1.500 stranieri sul territorio, con 1.080 disoccupati dei quali oltre 400 sono stranieri, e non ha strutture di ricezione. Io non sono razzista, e vorrei aiutare chi ne ha bisogno. Ma come posso fare se qualcuno impone senza neanche avvisare? Ora chiederò spiegazioni al prefetto: non più d'un mese fa in Comunità Montana un suo rappresentante ci aveva assicurato che saremmo stati preavvisati di questi arrivi».

Sulla questione interviene anche la minoranza con il consigliere comunale Ernesto Cadenelli: «È ovvio che l'arrivo di 20 migranti senza preavviso non è evento positivo, aumenta i problemi, non li risolve. Ma poi c'è il rovescio della medaglia, taciuto da chi amministra, degli incontri tra Prefettura e Comuni. Questi, Vobarno compreso, alla richiesta di disponibilità ad affrontare questo problema per risolverlo hanno risposto che no, non avrebbero accettato stranieri imposti sul proprio territorio. È chiaro - continua Cadenelli - che se ogni Comune avesse invece detto sì, li si sarebbe distribuiti tra più Comuni generando un impatto minore. Ma si è invece preferito negare il problema, senza andare da nessuna parte. Sulla gestione dei 20 migranti poi, ora, è proprio a quei Servizi Sociali di Vobarno che ora gridano allo scandalo che toccherebbe guidare un percorso di accoglienza coinvolgendo il volontariato locale (Caritas, parrocchia, associazioni laiche), istruendo un percorso formativo che aiuti l'inserimento».

I profughi sono anche un'opportunità, insiste Cadennelli: «Vedi il modello Valle Camonica, dove attorno a un progetto d'accoglienza coordinato dai Comuni lavorano 35 persone di Cooperative sociali. Qui invece s'è preferito cacciar la testa sotto la sabbia e lasciare il problema ai privati, rischiando le speculazioni». E conclude: «Non può rimanere solo il Papa, e pochi altri, a parlare di questa tragedia umanitaria ed invitare all'accoglienza. Inevitabile che lo Stato, difronte ai no dei Comuni ma con un problema da affrontare che ha bisogno di tanti sì, abbia agito d'imperio affidandosi ai privati. In sostanza il Comune di Vobarno affronta ora un problema che avrebbe potuto governare, ma che ha preferito lasciar ad altri».




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