29 Agosto 2020, 07.26
Vobarno
Lettere

«Che succede alla Casa di Riposo di Vobarno?»

di Ernesto Cadenelli

E’ la domanda che ormai corre sulla bocca di molti cittadini vobarnesi...


Poichè nessuno della maggioranza del CdA e nemmeno dell’Amministrazione comunale, Sindaco in primis, dà risposte, provo a dare la mia lettura dei fatti che hanno portato a licenziamenti pesanti, ad un clima di lacerazione e sfiducia tra il personale e tra i volontari e da ultimo alle dimissioni del consigliere che era stato indicato dal gruppo consiliare di opposizione.

Sottolineo che in sei anni quello attuale è il 4° Presidente insediato.
La media di uno ogni 18 mesi. Alla faccia della governabilità dell’Ente!

Fino al 2014, anno delle elezioni amministrative, la Fondazione Falck era un fiore all’occhiello della nostra comunità, possiamo sintetizzare con lo slogan: “armonia e sviluppo” all’interno e nei rapporti con l’amministrazione comunale. Forse anche perché l’assessore ai Servizi Sociali dell’epoca, ha sempre mantenuto stretta relazione tra i due Enti.
Dopo quella data la nuova amministrazione di centro-destra, nomina il nuovo CdA, per la prima volta senza la presenza di un componente segnalato dalla opposizione.

Dopo pochi mesi iniziano i contrasti, di cui non conosciamo la natura, tra CdA (teoricamente omogeneo) e la direttrice.
Tra loro si ricorre persino alle vie legali e il Presidente (attuale vice che non gradiva il rappresentante dell’opposizione) lascia l’incarico con una scia di polemiche.

Viene rinominato dal Sindaco il nuovo CdA, stavolta con presente un componente indicato dall’opposizione.
Si vota il Presidente, che non essendo vobarnese, ovviamente si deve appoggiare alla dirigenza. Sorgono i primi contrasti in seno al CdA che sfoceranno in modo eclatante nella vicenda “Bando LE FARFALLE in quel di Manerba”.

Grazie al tenace ruolo svolto dalla consigliera di opposizione in seno al CdA, supportata dal gruppo consiliare di opposizione, si riesce a sventare tale scelta e a convincere Sindaco e maggioranza che sono opportune le dimissioni spontanee del CdA. Cosa che avviene, evitando che le risorse della Fondazione, accumulate dalle passate gestioni prendessero la via del Lago.

A questo punto è convinzione condivisa che sia necessaria una svolta.
Un nuovo CdA che abbia le caratteristiche di saper mettere ordine nei ruoli e ripristinare, come in passato, una autorevolezza dello stesso e della Presidenza. Mettere ordine nei ruoli distinguendo incarichi amministrativi da quelli sanitari, recuperare una unità tra il personale, che la gestione in essere aveva fortemente diviso; in sostanza ricondurre nel giusto alveo il ruolo della direttrice.

Anche questo tentativo andrà a vuoto.
Nel nuovo CdA scoppieranno contrasti all’interno dei membri nominati dalla maggioranza e le pressioni del componente di minoranza non saranno sufficienti a far compiere scelte ormai improcastinabili.

Il 2019 è l’anno del rinnovo amministrativo.
Il centro-destra viene riconfermato alla guida il Comune. Il Sindaco nomina l’attuale CdA, che pur consapevole dei problemi latenti, con superficialità rinnova con voto a maggioranza per 3 anni l’incarico alla Direttrice.

Dopo pochi mesi arrivano le bastonate di cui si parla in questi giorni.
A rapporti evidentemente logorati, il CdA incarica un consulente esterno, con piena delega per esaminare tutti i gangli della situazione, amministrativa, del personale, organizzativa.

L’ arrivo del Covid ha complicato molto. Il vice presidente dà pubblicità al pasticcio combinato col pranzo al termine della sanificazione dei locali, c’è l’uscita improvvida del bando per l’assunzione di un nuovo Direttore Generale (figura non prevista dallo statuto) pubblicato per poche ore su Valle sabbia news e repentinamente ritirato, fino ai licenziamenti citati, tra i quali figura la Direttrice, confermata solo pochi mesi prima.

Se il Presidente, il vice e il CdA sono giunti a tanto, spero abbiano dei buoni motivi che non voglio sindacare non conoscendo i dettagli.
Quel che è certo è che il problema di un ricambio dirigenziale era divenuta esigenza all’ordine del giorno ormai da tempo e lo si è fatto nel modo peggiore, non essendo stati tempestivamente conseguenti alle contestazioni rilevate e drammatizzando ora una situazione che lascerà strascichi.
Semplicemente sarebbe bastato non rinnovare l’incarico alla Direttrice e farla rientrare nel suo ruolo precedentemente svolto, visto l’ormai logorato rapporto fiduciario

Le dimissioni del nostro rappresentante designato, che giungono dopo il disagio più volte manifestato e segnalato, denunciano una pericolosa deriva fatta di mancata colleggialità, di riunioni importanti con scarsa documentazione preparatoria, di incarichi affidati senza delibera del CdA come l’assunzione del nuovo Direttore Generale. 

Comunque è da mesi che il nostro gruppo consiliare di opposizione sollecita il Sindaco a intervenire  (toccherebbe in verità anche all’assessore ai servizi sociali), intanto chiedendo l’azzeramento della situazione.
Qui servono capacità e competenze, non basta la fedeltà politica. Non c’è più tempo da perdere, per il bene della struttura, degli operatori, degli ospiti e dei loro familiari, oltreche per ripsetto verso la comunità vobarnese.

Ernesto Cadenelli
Vobarno 28 agosto 2020




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