14 Luglio 2013, 09.00
Estremo Oriente

Viaggio in Giappone

di Nicola Bianco Speroni

Ho avuto l'opportunità di trascorrere un mese in Giappone, un Paese tanto lontano da noi e altrettanto misterioso. Una spolverata di isole imprigionate in un oceano immenso, così pericoloso che gli antichi a scopo apotropaico l'hanno chiamato Pacifico!

 

Il clima è buono in questi giorni di maggio perché si gode una calda primavera ma per il resto dell’anno è molto caldo o molto freddo e comunque sempre molto umido. Un clima dunque non proprio propizio per gli uomini  ma meraviglioso per la vegetazione che è rigogliosa e unica, così amata e curata che è spesso rappresentazione iconica della weltanschauung nipponica: la ricerca della perfezione. È insito e probabilmente oggi inconscio e naturale nel DNA giapponese il convincimento che attraverso lo zelante lavoro di ricerca della perfezione l'uomo possa raggiungere, unitamente alla perfezione dell'esecuzione, anche l'elevazione spirituale che porta la realizzazione della propria perfezione spirituale. Nell’Hagakure kikigaki, ("Annotazioni su cose udite all'ombra delle foglie" un testo fondamentale dell’epoca Edo 1600c.) il Maestro traccia la via  del samurai, che applicando alcune fondamentali virtù raggiunge la completezza: forza d’animo e perseveranza; convinzione e fede, intesa anche come fiducia in sé stessi; cura, attenzione e discrezione; moderazione e temperanza; benevolenza e carità; e infine kibo, la speranza. Ma se dobbiamo sintetizzare tutti questi valori in un solo atteggiamento questo è certamente il rispetto, il rispetto per se stessi che è l’onore e il rispetto per gli altri.

Lingua e lettura a parte è molto facile per uno straniero visitare il Giappone perché si trova in un ambiente protetto da una cultura civile diffusa: tutto funziona regolarmente e con efficienza, la pulizia è maniacale così come l’igiene personale (neppure nell’affollatissima metropolitana di Tokyo capita di sentire brutti odori o vedere sporcizia per terra). Il giapponese raffreddato porta la mascherina per non diffondere germi e quando circoli in auto puoi star sicuro che l’automobilista ti lascia sempre la precedenza. Mi avevano detto: “in Giappone non soffiarti il naso in pubblico, non mangiare, non fumare, attento a quello che fai in pubblico!†e detto così pareva una cosa allarmante, in realtà se non dovevo farlo io non lo facevano neppure gli altri e in mezzo a tanta gente vi assicuro sono buone norme! Mi sono dato una spiegazione, forse azzardata ma realistica: quando noi varchiamo l’uscio di casa ci sentiamo in uno spazio pubblico cioè libero, il giapponese quando varca l’uscio di casa si sente in uno spazio privato, quello della comunità. Come noi non entreremmo neppure in casa di un amico con la sigaretta (la butti prima di entrare)  oppure addentando un panino e magari sbriciolando (lo finisci prima di entrare) e neppure chiederesti all’amico di gettare i rifiuti nella sua pattumiera così il giapponese non fa queste cose fuori di casa. Certo questa prospettiva non è facile per noi occidentali, così quando qualche volta ho sgarrato mi sono ritrovato con le tasche piene perché non essendoci cestini per lo sporco a portata di mano serve qualche attenzione in più nello smaltimento…

Qualche volta invece ho avuto l’impressione che tanta devozione all’idea della perfezione diventi a volte anche un limite come nell’uso della lingua inglese, in effetti poco diffusa, ma spesso anche rifiutata per vergogna e senso di inadeguatezza. In effetti c’è anche da dire che la difficoltà dei giapponesi nel pronunciare l’inglese (è diffuso il convincimento che i giapponesi parlano male inglese) è dovuto forse anche al fatto che non utilizzano i nostri caratteri per leggere e studiare le lingue straniere ma utilizzano una scrittura apposita detta hiragana che trascrive la pronuncia sillabica della parola, con il risultato che spesso si perdono sfumature fondamentali soprattutto nella pronuncia.

Un aspetto che molto piacevolmente mi ha sorpreso, poiché proprio lo ignoravo, è invece il riconoscimento eccezionale riservato alla nostra tradizione alimentare italiana. Sapevo dell’amore per la moda firmata, molte volte ho sentito liquidare i giapponesi come fashion victims e oggi, che mi pare di aver capito qualcosa di più, mi sono fatto l’idea che tutto sommato la ricerca della perfezione che permea il fare giapponese riconosce giustamente la produzione della moda italiana che è indiscutibilmente di qualità ed è bella! Forse è un paradosso ma per poter apprezzare, indossata dalla gente, l’eleganza dei gessati Ermenegildo Zegna o le giacche di Armani, le borse di Dolce e Gabbana e le scarpe di Gucci non c’è posto migliore della metropolitana di Tokyo! Così come sapevo dell’amore per la musica classica e per l’Opera. Ho ascoltato sette concerti in questo periodo, in sale dall’acustica perfetta come sanno fare gli architetti giapponesi: da piccole sale di 150 posti fino ad oltre 2000 e non mi sono stupito di vedere tanta partecipazione, tanti ragazzi e tutti paganti! D’altronde già i bambini molto piccoli cominciano a suonare strumenti assai complessi e la cultura musicale è assai diffusa. Non sapevo invece dell’amore dei giapponesi per la mozzarella, per il vino,  per lo speck e il formaggio stagionato, solo per citare alcune eccellenze della nostra gastronomia. Ho percorso a piedi le strade di Tokyo, Osaka, Kobe, Hiroshima, Nara e Kioto e ho visto sventolare bandiere italiane ovunque, bandiere che segnalano che in quel bar, quel ristorante quella pizzeria (con insegne in italiano) si servono specialità italiane. Ho resistito tre settimane senza mettere piede in un ristorante italiano (nota bene che contrariamente a quanto avviene nel resto del Mondo i ristoranti italiani in Giappone sono gestiti al 99% da giapponesi e non da connazionali) secondo la vecchia prassi che la cucina italiana si mangia a casa e memore anche delle pessime esperienze vissute in passato. Poi però ho dovuto cedere agli amici ospiti giapponesi che volevano darmi prova del buon livello della cucina italiana nel Sol Levante e la sorpresa è stata tanto grande quanto positiva. Premesso che in Giappone anche la cucina è frutto della ricerca della perfezione ed è arte al punto che nella sola città di Tokyo esistono più ristoranti premiati con i massimi punteggi delle Guide Stellate di quanti ne esistono in tutta la vecchia Europa, il cuoco giapponese applica alla elaborazione dei piatti italiani la stessa meticolosa scelta dei prodotti che utilizza nella scelta del pesce fresco per il sushi. Il cuoco giapponese non ha dubbi che per fare la salsa di pomodoro ci vuole una particolare varietà di pomodoro e il basilico, ecc. non ha dubbio che deve usare il vino rosso per fare il ragù e l’uovo all’occhio di bue lo cuoce nel burro dove ha già passato gli asparagi… Il settore dell’agroalimentare di qualità in Italia io credo che, per quello che ho visto, potrebbe trovare nel prossimo futuro un mercato immenso nel Sol Levante, non solo perché si tratta di una popolazione di 120 milioni di abitanti, ma perché sa riconoscere la qualità del prodotto e non teme di pagarla il giusto. Certo noi abbiamo la grossa pecca di non avere un sistema Paese, un supporto commerciale e istituzionale pubblico che aiuti in particolare i piccoli produttori e al contempo garantisca i clienti locali. Dopo il danno inestimabile provocato dalla vicenda della “mozzarella bluâ€, grande scandalo ha destato nelle settimane scorse in Giappone la notizia dei furti nei bagagli dei passeggeri Alitalia all’aeroporto di Malpensa, perpetrato da alcuni dipendenti pare addirittura per 4 anni. Per la mentalità giapponese è incomprensibile non solo l’atteggiamento dei dipendenti disonesti ma anche quello dell’Azienda e delle istituzioni italiane e quindi è seguito il crollo delle prenotazioni sul vettore italiano. D’altronde quale fiducia ci può essere nei confronti di una società che consente ai dipendenti di rubare nelle borse dei clienti per anni? A seguito di questa vicenda non si è registrata in Giappone una sola dichiarazione da parte dei rappresentati italiani volta a contenere lo scandalo. Neppure il nostro Ambasciatore, retribuito sontuosamente con 60.000 euro mensili delle nostre tasse, ha ritenuto di rilasciare una dichiarazione. Si lamentano i nostri connazionali che lavorano in Giappone perché sono soli. La Camera di Commercio Italiana ad Osaka ha 4 dipendenti e cerca di dare una mano nelle pratiche doganali, la Camera di Commercio Francese ad Osaka ha 85 dipendenti e mensilmente organizza attività di promozione e lancio di prodotti, anche di nicchia, francesi. A me personalmente è successo un piccolo episodio che ritengo però emblematico. Sono stato invitato alla celebrazione del 35° anniversario di una importante azienda del settore moda presente in Giappone con una significativa catena di negozi, presso l’Imperial Hotel di Osaka, un sontuoso galà allestito nella Sala Imperiale. Eravamo circa 200 ospiti di cui solo 5 facce erano occidentali, la mia e altre quattro. Io ero evidentemente il più disorientato poiché in Giappone da pochi giorni e poiché ero ospite in qualità di amico dei titolari e non conoscevo quindi gli altri ospiti legati all’attività di impresa. Nel breve giro di un’oretta, sarà stato per curiosità o poiché davo proprio la sensazione di essere spaesato, 3 degli “occidentali†sono venuti a presentarsi: il primo uno spedizioniere di Prato residente a Osaka da 18 anni e oggi secondo player nei trasporti Italia-Giappone che non aveva perso per nulla la bella parlata aspirata toscana; il secondo un bresciano! Responsabile commerciale della Lonati per l’Estremo Oriente è sposato con una giapponese e ha due figlie anche lui residente a Osaka, abbiamo subito scoperto vecchie conoscenze reciproche; il terzo un giovane francese stagista presso l’azienda di moda che ben volentieri si è tolto la soddisfazione di parlare un po’ nella sua lingua madre dopo 6 mesi di digiuno. La quarta faccia occidentale, un giovane riccioluto, non si è fatta viva e solo al termine della serata, ormai congedatici ho saputo che si trattava del Console Italiano a Osaka evidentemente l’unico non interessato a sapere chi fossi e cosa ci facessi lì. 

Riflettendoci a posteriori la ricchezza più grande che riporto da questa esperienza nell’estremo oriente è la testimonianza del rispetto per il prossimo, una pratica che trova riscontro anche nella dottrina di Confucio, filosofo cinese che tanta influenza ha avuto sulla cultura giapponese, quando raccomanda la virtù dell'umanità: ä» (ren). Il carattere ä» Ã¨ formato dal radicale 人 (uomo), che pure si pronuncia ren, e dal numero due (due segmenti orizzontali). L'uomo non diviene tale se non nella relazione con gli altri uomini (bisogna essere almeno in due). Con l'apertura all'altro l'uomo porta a compimento la propria natura, partecipa all'ordine naturale, alla virtù del Cielo. La parola uomo in giapponese è la stessa che si usa per indicare “amico†人 (ren) due omini stilizzati (essenzialità orientale...) che hanno in comune la testa, sede dei sentimenti (in occidente noi usiamo l’immagine del cuore). Un concetto che partendo da presupposti diversi diviene perfettamente coerente anche con la nostra dottrina cristiana. Un’altra espressione molto usata in Giappone mi pare rafforzi il concetto di rispetto del prossimo: 一期一会  (Ichi-go ichi-e) che significa qualcosa di simile a “una sola volta e mai piùâ€, che vuol dire che ogni incontro è unico e irripetibile, anche quello con l’amico o il famigliare che si incontra spesso. Ogni incontro tra due persone è speciale perché non si ripeterà mai più per quanto possa essere lunga la nostra vita. Non ci sarà una prossima volta per incontrare la persona che ci sta davanti come in questo preciso momento, nello scorrere infinito del tempo quel momento non ha eguali, è istantaneo ed eterno al medesimo tempo come una freccia scocca dall’arco o il petalo del ciliegio volteggia a terra.

 



Commenti:
ID34073 - 14/07/2013 15:28:21 - (zap) - Paese meraviglioso!

Ho avuto la fortuna di trascorrere un'estate in Giappone e ne sono rimasto innamorato. Lo conoscevo solo attraverso gli occhi di Murakami, ma la realtà ha superato le attese. Da Ainokura (patrimonio UNESCO) passando per Osaka, la città del futuro, ovunque regnano civiltà e cultura, doti che noi italiani,purtroppo, stiamo abbandonando! Z@p

ID34078 - 14/07/2013 21:39:42 - (Giacomino) - Quando non sappiamo

da chi imparare, ecco dei begli esempi. Se noi dovessimo vivere come si vive in Giappone con le bellezze che ci sono in Italia sembrerebbe di stare nel paradiso terrestre.

ID34079 - 14/07/2013 21:47:42 - (Tc) -

Un paese con antiche tradizioni che deve confrontarsi con le modernita' attuali da lui stesso create....e anche dopo il duro confronto ha saputo alzar la testa dignitosamente senza piangersi addosso...in compenso molte teste sono saltate....dovesse essere cosi anche in Italia...non sapremmo piu' chi andare a votare...abbiamo solo da imparare a volte da certe popolazioni...anche se non tutto...la caccia alla balena e' una di quelle....

ID34123 - 15/07/2013 18:52:55 - (pierdo53) - complimenti

Nicola per la profondità di analisi e la descrizione così semplice e chiara di una cultura ai più sconosciuta o quasi. Mi chiedo solo se il ns. Ambasciatore così ben retribuito sia in grado di fare delle relazioni simili per il ns. ministro degli Esteri, o se il signore riccioluto venga pagato per promuovere il commercio di ns. prodotti in quel paese o solo per partecipare alle feste con fare così altezzoso.

Aggiungi commento:

Vedi anche
15/04/2021 09:55

Padre Organtino Gnecchi Soldi, da Casto al Giappone Si terrà questo venerdì per iniziativa della rivista “MissioneOggi†e di Fondazione Civiltà Bresciana un incontro alla scoperta del missionario gesuita valsabbino attivo in Estremo Oriente nel XVI secolo

22/04/2024 10:00

Il Giappone arriva a Gardone Riviera Accompagnata, tra gli altri, da Nicola Bianco Speroni del Rotary Club valsabbino, la signora Kobayashi, moglie del Console Generale del Giappone, ha visitato i giardini della Fondazione Heller

27/05/2019 08:39

Giovani imprenditori in Giappone Quattro giovani imprenditori bresciani – Matteo Vagli, Germana Bergomi, Francesca Morandi e Carlo Grazioli – sono volati a Fukuoka per il summit G20 Young Entrepreneurs ‘Alliance (YEA) 2019, giunto alla sua decima edizione

26/07/2017 11:43

Da Casto al Giappone, nel 1.500 Nei mesi scorsi, padre Sandro Carminati, missionario della Cansolata, su invito degli amici della Fondazione civiltà bresciana, ha tenuto presso la Biblioteca civica vestonese "Ugo Vaglia" una conversazione dedicata ai missionari Valsabbini in età moderna

17/05/2009 00:00

Tutela del Bagoss, un caso di successo Dal Giappone hanno chiesto tre forme di Bagoss da 60 kg. Le hanno pagate 8mila euro, 133 euro il kg. Vero che quello non è il prezzo di mercato, ma è vero anche che i numeri hanno una capacità di persuasione che va ben oltre la poesia.




Altre da Viaggi
18/04/2024

Erasmus ad Hannover

A febbraio io e altri nove ragazzi dell’Istituto Perlasca di Vobarno siamo partiti per una mobilità breve di una settimana ad Hannover, insieme alla professoressa Roner e alla preside

25/03/2024

Arriva il Portale Cai dell'Escursionista

Entro l'inizio dell'estate trovare rifugi e strutture dove pernottare lungo sentieri e vie alpinistiche sarà molto più facile grazie alla nuova iniziativa del Club Alpino Italiano con il supporto del Ministero del Turismo

08/03/2024

Tra neve, gastronomia ed eventi a San Martino di Castrozza

Una tra le più importanti località sciistiche italiane ed europee che tiene fede alle proprie radici, accoglie i turisti ma chiede rispetto per l'ambiente in cui ci si trova

19/02/2024

Barocco siciliano

Le associazioni sabbiensi, Gruppo Volontari Ambulanza, Avis e Centro Diurno di Sabbio Chiese in collaborazione con Istante Viaggi, propongono un interessante viaggio nella Sicilia Barocca. Dal 28 aprile al 5 maggio

12/10/2023

Run dei Tre Laghi

Si concluderà nella frazione lacustre di Bagolino, questa domenica 15 ottobre, il “Run dei Tre Laghiâ€, la manifestazione motoristica ideata dall’Italian Custom Family per sostenere iniziative legate all’autismo

18/08/2023

In cammino sul «Sentiero dei laghi»

Inaugurato a giugno, si tratta un percorso di circa 230 Km che dal lago di Lecco, passando per il lago d’Iseo e il lago d’Idro, consente di arrivare fino al lago di Garda attraverso montagne, vallate e borghi storici. Sconti nei rifugi per i giovani fino ai 35 anni

28/07/2023

L'olandese ...campeggiante

Certo è un record: per 61 anni l'olandese Koos Ruijzandaal ha campeggiato nella nella stessa piazzola, al Venus di Idro

21/07/2023

L'impresa «lenta» di Valeriano

Da Vobarno a Capo Nord e ritorno, in sella ad una Vespa Px del '78, portando a spasso italianità, valsabbinità e vobarnesità

(3)