Presidi, ecco cosa succede in Valle, per ora

Dal 1° settembre 2015 ad alcune istituzioni scolastiche della Lombardia saranno assegnati o confermati i dirigenti, fatte salve eventuali ulteriori modifiche e/o integrazioni che potrebbero derivare a seguito di trasferimenti interregionali.

Per quanto concerne più in specifico i dirigenti della scuole valsabbine, risultano confermati Pietro Aristo Andus alla guida dell’Istituto comprensivo di Sabbio Chiese, Mariuccia Mascadri a quello di Vestone e Maria Lorenza Mancin all’Istituto gavardese.

A Massimo Cosentino, attuale dirigente dell’Istituto comprensivo di Villanuova sul Clisi, in seguito all’accorpamento di quest’ultima realtà con l’Istituto di Prevalle, è stata assegnata la presidenza del Liceo scientifico “Leonardo” di Brescia, mentre a Marco Tarolli, dirigente dell’Istituto di Vobarno è stato assegnato il Liceo scientifico “Calini” di Brescia, un cambiamento quest’ultimo, che – come si legge nella nota dell’ufficio regionale – è un «mutamento in pendenza».

Tuttavia questa non è l’unica novità che investe la scuola lombarda in questo torrido mese di luglio.
Il ministero di viale Trastevere è infatti alle prese con alcuni «pasticci» amministrativi che potrebbero compromettere l’avvio del nuovo anno scolastico.

La legge di stabilità ha abolito gli esoneri e i semiesoneri dall’insegnamento dei collaboratori del dirigente (vicari), subordinando il tutto all’avvio dell’organico dell’autonomia, che però verrà attuato sono fra un anno.
Ora il risultato è che i dirigenti non potranno più contare su una figura fondamentale, soprattutto negli istituti più complessi, come quella del vicario.

Il ministero guidato dalla Giannini si è accorto dell’errore, ma i tempi sono strettissimi per porre rimedio, prima che abbia inizio l’anno scolastico 2015/16, a questa «svista».

Ma per la scuola i problemi non finiscono: nelle settimane scorse infatti  il Tar di Milano ha  nuovamente «bocciato» il concorso per dirigente scolastico per la Lombardia indetto nel 2011.
Questa volta la bocciatura è legata alla nomina della commissione esaminatrice che – secondo i giudici amministrativi lombardi - non è stata designata secondo le prescrizioni di legge.

Il ministro si accinge a proporre appello chiedendo al Consiglio di Stato la sospensiva della sentenza del Tar di Milano che, se attuata, potrebbe portare alla rimozione dei 500 presidi lombardi neo-immessi in ruolo.