La parola ai soci presenti in assemblea

«Facciamo invidia alle banche irlandesi» ha detto Agosti. Suo l’intervento più articolato e forbito nonchè professionale, dove ha criticato il «patrimonio troppo alto e il reddito troppo basso», frutto di una politica che preferisce un «Roe troppo modesto rispetto al 14% delle grandi banche».

Caggioli - presidente che, nonostante la sottile maieutica, è capace quando serve di insospettata grinta - ha risposto che «se facessimo come vuole Agosti la banca sarebbe fallita: dobbiamo accantonare per investire, non solo distribuire; se distribuissimo troppo oggi, tra qualche anno non ci sarebbe più nulla da distribuire».

La richiesta più originale, ma non gratuita nè peregrina, è stata quella di un ex emigrato in Canada, Francesco Martusciano, tornato a casa per investire i suoi risparmi nella Valsabbina. Ha chiesto l’istituzione di un conto «liberation sixties» (letteralmente «liberazione anni sessanta») per i sessantenni, onde compensarli delle spese che hanno pagato per anni sul conto corrente.

Il più politico Pasini, presidente della Comunità montana, che ha risposto anche sulla mancata realizzazione della nuova strada della Val Sabbia «nonostante 14 milioni di tasse versate dalla banca», come ha ricordato Caggioli scatenando una selva di applausi (le strade, ancor oggi due secoli dopo Napoleone, sono l’infrastruttura più necessaria).

È stata spiegata anche la cessione a Giampiero Bosco Ghidini del 5% che la Banca deteneva a titolo di pegno nella tenuta toscana di Montespertoli «Cortine & Mandorli» dei fratelli Pasini. «Una cessione che ha fruttato una buona plusvalenza», ha detto Caggioli.

a. ch.
Da Giornale di Brescia

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