Un Asco Vestone in assetto rimaneggiato subisce una pesante sconfitta nella semifinale provinciale contro la squadra di Nave, Questa sera al Comunale il match di ritorno.
Officine meccaniche Tameni - Asco Vestone 2 - 1
Minaccia di Diluvio Universale sopra Nave, che non a caso così si chiama, vista la zona frequentemente alluvionabile in cui l'hanno fondata. Le alternative erano Scialuppa o Zattera, ma poi a raccontare di aver passato il sabato sera a Scialuppa o di andare a morose a Zattera si sarebbe di sicuro rischiata la presa per il culo. Nave invece garantisce credibilità. Guance Rosse arriva a questa semifinale con qualche problema di troppo: assenze importanti nel reparto arretrato e sulle fasce, causa infortunio, e disabitudine alla battaglia vera, visto che l'ultima partita che contava la si è giocata a Borgosatollo più di un mese fa. Vedremo se i Tromboni sapranno compensare esibendo attributi da toro.
A quanto pare, no! Pronti, via e locali in vantaggio. Su spiovente facile da intercettare, Ceresa, gigante di legno, si fa disturbare dal piccolo nemico che gli arriva sì e no alla cintola e ciabatta più volte la palla, che finisce sui piedi dell'ala, brava ad eludere Piccinelli, magro cristiano al vento, e a mettere in area un perfetto cross basso; il primo piede che spunta è quello dell'attaccante, che indirizza a rete da pochi metri bruciando Ebenestelli, Perotti ed arretrata compagnia bella. Azione da manuale, d'accordo, ma sveglia!, Tromboni.
Il Diluvio Universale arriva. Sospensione delle ostilità. Si riprenderà quando Dio avrà smaltito l'incazzatura piovosa, fatta anche di fulmini e saette, chiesti in prestito a Giove. Adesso si prestano anche la roba. Ma non si stavano sui coglioni come due galli nello stesso pollaio?!
Grazie al perfetto drenaggio, il terreno di gioco può garantire che si giochi ancora a calcio. Altrimenti sarebbe stata poco meno di una lotta nel fango.
Pronti, via e locali di nuovo in rete. Una palla, anche lì facile da battere, rimane in area grazie a bella e solita ciabattata difensiva di Ceresa, che a quanto pare ama il genere; sul dischetto del rigore se la ritrova fra i piedi il rapido attaccante nemico, al quale Piccinelli concede il tempo di consumare un pasto completo. Si guardano come due pistoleri a duello; finito di mangiare, il primo ad estrarre la Colt è l'indigeno, che indirizza il colpo nell'angolino alla destra di Perotti, che nemmeno ha il tempo di accennare il tuffo. Piccinelli la sua Colt ce l'ha ancora nella fondina. Sotto di due, adesso sono guai, Guance Rosse.
Tenuto conto che stasera l'esibizione della mediana vestonese è una delle peggio andate in scena della stagione, non si capisce come i Tromboni possano imbastire qualcosa di buono. Lì in mezzo, prima Corsini e Ghidinelli, poi Benetelli e quel Simone che scende da Bione, non garantiscono né copertura né fornitura. Solo vino annacquato! Ci pensa allora il capitano che, venuto a prendere palla, scarica verso Bordini, folle uomo della Provvidenza, che fa saltare l'impianto difensivo e tira da posizione improbabile, talmente improbabile che il portiere, colto di sorpresa, si esibisce in magnifica papera. Palla che rotola in rete vanamente inseguita da un difensore. Il 2 a 1 permette ora di sperare.
Secondo tempo. Guance Rosse ci prova, sempre con Bordini, ispirato trenino elettrico, più volte innescato da Cappa il capitano che, attirata sistematicamente verso di sé la difesa, capisce di giocare di preziosa sponda. Sarà il portiere a dirgli di no più volte.
Agli indigeni è concessa qualche ripartenza di troppo. Sono cose che capitano quando tra difesa e centrocampo si lasciano trenta metri senza presidio. Ma vai a sapere quali dolci pensieri rimbalzano questa sera nelle teste vuote dei centrocampisti tromboni, confusamente all'arrembaggio. Ad un certo punto bisognerebbe prima di tutto pensare a non prendere il terzo; il 2 a 1 è ribaltabile, il 3 a 1 lo è molto meno, vecchi miei. Fortunatamente il pacchetto arretrato lo capisce e tiene botta a sufficienza.
C'è ancora il tempo per il portiere di casa di mettersi in mostra, prima su Niboli in mischia, poi su Ricci che impatta un rasoterra di Flocchini. Poi basta. Cari Tromboni, è ora di andare a farsi la doccia, consapevoli almeno di aver meritato il pareggio. Ma il sorriso di una donna non basta meritarselo; bisogna ottenerlo. Puoi anche aver tirato in piedi ragionamenti che altre volte hanno fatto ridere la fanciulla di turno, ma ogni volta la fanciulla è diversa; i romanzi al bancone che andavano bene l'altra sera non è detto che vadano bene stasera. D'accordo, hai fatto il tuo dovere di cantastorie e vai a casa con la coscienza pulita, ma stasera la fanciulla se l'è portata via qualcun altro.
Come l'anno scorso dopo Castelcovati, Guance Rosse deve ribaltare il risultato. Le basterà vincere 1 a 0, ma bisognerà pensare di farne almeno 2. L'avversario, seppure molle dietro, è pericoloso davanti. Vorrà dire che al Comunale di Mocenigo andrà in scena uno spettacolo da far tremare i polsi. Gente dalle coronarie in disordine, questo venerdì sera state a casa in poltrona a sorseggiare tisane varie.
Armando Dell'Oca
Guance Rosse (4 - 4 - 1 - 1): Perotti; Niboli, Ebenestelli M., Ceresa, Piccinelli; Benetelli detto Bitoceronte, Corsini, Ghidinelli detto Ciuz, Bordini detto Mino; Simone da Bione; Cappa il capitano detto Brucio
Entreranno: Flocchini detto Tino, Ricci detto Gonzo
All. Crescini detto Ciki
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