21 Gennaio 2019, 16.00
Valtenesi
L'intervista

Marta Rossetti, passione sulla neve

di Davide Vedovelli

La giovane sciatrice di Puegnago del Garda, in questi giorni a Campiglio per gli allenamenti, sta ottenendo grandissimi risultati e ha gareggiato in Coppa del Mondo


Raggiungiamo telefonicamente la giovane sciatrice Marta Rossetti, di Puegnago del Garda, che sta ottenendo grandissimi risultati e ha gareggiato in Coppa del Mondo. In questo momento si trova a Campiglio per gli allenamenti; ci racconta come è nata la sua passione e come ha ottenuto questi risultati.

Quando e come è iniziata la tua passione per lo sport? Che ruolo ha avuto?
M. Già da piccola ho cominciato a praticare tantissimi sport, poi i miei genitori mi hanno portato a sciare e da lì ho capito che lo sci sarebbe stato quello giusto per me. Lo sport è stato un elemento essenziale della mia vita e adesso quasi tutti i miei amici e le persone a me più care fanno parte di quest’ambiente in cui sono praticamente nata e cresciuta.

Quando hai capito che lo sci sarebbe stato il tuo futuro?
M.
Circa due anni fa quando ho deciso di passare ad una scuola privata. Purtroppo il mio liceo, L’Enrico Fermi di Salò, non mi permetteva di fare tutte le assenze che gli allenamenti richiedevano e sono passata ad una scuola che non aveva l’obbligo di frequenza. E’ stata una scelta difficile ed allora ho deciso di non rendere vana questa scelta ed investire tutto in questa disciplina.

Raggiungere i risultati straordinari che hai ottenuto implica fatica, sacrificio ma, soprattutto, saper sognare e credere nei propri sogni. Quali sono state le difficoltà più grandi e come le hai superate?
M. Tutti i miei amici avevano una vita totalmente diversa dalla mia. Nessuno aveva un impegno costante ed ingombrante come me; tutti i weekend d’inverno ero a sciare e durante la settimana dovevo passare le serate sui libri per poter tenere il passo e non trascurare lo studio. Non ti nascondo che ogni tanto mi sarebbe piaciuto uscire la sera a divertirmi con gli amici e questa cosa, a volte, pesava parecchio. Devo però anche dirti che mi sentivo “un po’ speciale”, ero fortunata ad avere questa possibilità e non volevo sprecarla. La fatica era ricompensata dai risultati che stavo ottenendo.

Gareggiare in coppa del mondo è l’obiettivo di tutti gli sciatori. Qual è la prima cosa che hai pensato quando ti hanno convocato?
M. Ho detto “ho solo 19 anni ce l’ho fatta! Non è male!”. E’ ovvio non pensavano potessi vincerla subito (sorride) ma è stato già un grande risultato. Ovviamente non è solo un traguardo ma anzi, è un punto di partenza. Ci sono tantissimi sciatori che ci provano per un sacco di anni ed essere tra le più giovani convocate è stata una grandissima soddisfazione.

Direi di sì... Un po’ come per un attore riceve la nomination all’Oscar
M. …sì però sai…

Ho capito, tu l’Oscar vuoi anche vincerlo

M. Infatti, è sempre un inseguire. Ottieni una cosa e ne vuoi subito un’altra. Ripagherò tutti i sacrifici quando otterrò un buon risultato in coppa del Mondo.

Quali sono i prossimi passi ed i prossimi obbiettivi?
M. Il mio obbiettivo stagionale è far bene in Coppa Europa. Il 24 e 25 gennaio sarò in Svizzera per una serie di gare di Coppa Europa sperando che, se dovessero andare bene, mi richiamino in Coppa del Mondo.

Chi ti ha aiutato a raggiungere questi traguardi?
M. In primis i miei genitori, poi le Fiamme Oro (che sono il mio gruppo sportivo) e il mio sponsor Valsir che sta mi sta permettendo di trasformare il mio sogno in realtà.

I tuoi genitori si aspettavano questo futuro per te o chissà, ti immaginavano a fare l’avvocato piuttosto che un’altra professione?
M. In effetti mia sorella si è laureata in giurisprudenza (ride). I miei genitori ci hanno sempre creduto e mi portavano da Raffa di Puegnago a Campiglio tre volte a settimana. Mio padre poi è un grande appassionato e la sera, per rilassarsi, guarda le classifiche… quindi immagina.

Credo sia stato molto importante avere l’appoggio dei genitori in questo tipo di scelte
M. Sì, c’è sempre quella fase di mezzo ed è quando ancora non hai raggiunto grandi risultati ma la fatica è comunque tanta.

Mi racconti un momento particolarmente emozionate ed uno invece difficile che porti con te?
M. Uno dei momenti più emozionanti è quando quattro anni fa ho vinto per la prima volta gli italiani. Ho fatto tutto l’inverno andando al Liceo la mattina, uscivo due ore prima e poi salivo di corsa a Campiglio per gli allenamenti e tornavo a casa la sera per andare a scuola la mattina dopo.
Uno invece dei momenti più difficili è stato quando ho fatto il cambio di categoria ed è stato l’anno più faticoso. Le gare erano infrasettimanali e molto frequenti e restare indietro con lo studio mi preoccupava parecchio. Diciamo che tra gennaio e febbraio ero mentalmente molto stanca e avrei dovuto fare una scelta. Questo è stato il momento in cui mi sono dedicata totalmente allo sci.

Come sempre alla fine delle mie interviste ti chiedo un libro, un film ed una canzone a cui sei affezionata.
M. Un libro è il Fu Mattia Pascal, il film è Rocky 4 che mi motiva sempre tantissimo, mentre da quando sono piccola, prima di ogni gara, ascolto sempre due canzoni che mi danno la carica e sono Eye of the tiger e The Final Countdown.



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