L'attivitŕ antibracconaggio del Noa del Corpo forestale dello Stato nelle tre valli bresciane ha portato alla denuncia di 110 persone e a numerosi sequestri di strumenti di cattura illegali.
Si è conclusa l´«Operazione Pettirosso», nell´ambito della quale il Corpo forestale dello Stato, come ogni anno, ha condotto per circa un mese tra le valli del Bresciano (Valtrompia, Valsabbia, Valcamonica) un´intensa attività antibracconaggio a tutela dell´avifauna, in particolare passeriformi, in volo lungo una delle più importanti rotte migratorie del nostro Paese.
L´operazione è stata articolata in due turni, in ciascuno dei quali una task force di 24 unità del Nucleo operativo antibracconaggio (Noa) del Corpo forestale dello Stato ha operato sul posto al fine di contrastare i crimini venatori.
Sono state più di 110 le persone denunciate: tra i reati contestati il maltrattamento di animali, il furto venatorio, l´omessa custodia e il porto abusivo di armi e la caccia di specie protette, anche attraverso l´utilizzo di mezzi non consentiti come archetti e non solo. Tra le ipotesi di reato a carico dei responsabili c´è in alcuni casi anche la ricettazione. Sono stati sequestrati 700 esemplari di avifauna, includendo sia quelli trovati ancora vivi, sia quelli rinvenuti morti.
Parte di quelli che si sono salvati sono stati liberati sul posto, mentre altri sono stati affidati alle cure del Centro nazionale di recupero fauna selvatica «Il Pettirosso». Tra i volatili vittime del bracconaggio nel bresciano un lungo elenco di specie: pettirossi, verzellini, capinere, lucherini, frosoni, passere scopaiole, cince e altri ancora. C´è poi nel rapporto finale, immancabilmente, un ampio capitolo dedicato a strumenti e materiali impiegati per le attività di bracconaggio.
Sotto sequestro da parte dei Noa, per irregolaritĂ di varia natura su porto, utilizzo e possesso delle armi, sono finiti 45 fucili, oltre a 40 richiami acustici a funzionamento elettromagnetico.
Numerosi anche gli strumenti di cattura illegale trovati dal Nucleo antibracconaggio della Forestale durante l´attività nel territorio bresciano: in totale sono finite sotto sequestro 177 reti, 618 trappole tipo «sep» (tagliole in ferro con scatto a molla) e soprattutto 725 archetti, le «comuni» trappole ancora molto diffuse nel Bresciano. realizzate con ramoscelli curvati a ferro di cavallo, che scattano al posarvisi dei volatili, che rimangono appesi per ore ad agonizzare con le zampe spezzate.
Le operazioni sono state condotte in stretta collaborazione con il Comando provinciale di Brescia, affrontando situazioni di rischio legate alle condizioni ambientali ma non solo.
La relazione finale della «campagna» fa riferimento anche alle reazioni talvolta violente di alcuni dei responsabili: colti in flagrante nelle attività di prelievo illegale, hanno dato in escandescenze prendendosela con i Forestali. Con il solo effetto di aggiungere reato a reato.
Mi trovi pienamente d'accordo. Sembra che ste cose siano abominevoli e che meritino tale descrizione.Cavoli che delinquenza!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Ma la domanda torna sempre..................Ernesto dici bene mafia , ma non solo e aggiungo la Politica, i Burrcrati................... quelli no?MHA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
I 24 uomini della task Force avrebbero dovuto impiegarlia monitorare i soliti fiumi color arcobaleno e denunciare quelli che che ci versano dentro di tutto.
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ID24433 - 01/11/2012 08:58:14 - (Ernesto) -
contro il bracconaggio sono d'accordissimo...........ma un elenco cosi dettagliato delle cose sequestrate, perche non lo fanno anche con i beni della mafia o degli evasori totali????(mistero!!??)