Un Sinodo per disegnare la parrocchia del terzo millennio

La Chiesa bresciana, sotto la giuda del vescovo Luciano Monari, si appresta a celebrare nei prossimi due fine settimana (1 e 2 dicembre e il successivo 8 e 9) il Sinodo diocesano sulle unità pastorali. Queste giornate saranno il culmine di un processo di riflessione avviato più di un anno fa nella diocesi di Brescia sulle unità pastorali, vale a dire l’aggregazione di più parrocchie che condividono una cammino pastorale comune.

Nei mesi scorsi c’è stato un ampio lavoro di approfondimento delle varie tematiche attinenti alle unità pastorali a livello parrocchiale, nei diversi gruppi parrocchiali, ma anche a livello zonale, nelle riunioni dei sacerdoti e del consiglio pastorale diocesano, con la compilazione di schede di lavoro. Anche i singoli fedeli sono stati chiamati a offrire un loro parere al riguardo.

La sintesi di questa partecipata consultazione è sfociata nella presentazione da parte della segreteria del Sinodo dello “Strumento di lavoro” (Instrumentum Laboris), un documento che sarà la base di discussione delle giornate del Sinodo. Nei cinque capitoli di cui è composto si parla della fisionomia e della struttura delle unità pastorali, dei compiti e delle loro funzioni, dei soggetti e degli organismi di comunione. Un capitolo è dedicato all’accompagnamento per la formazione delle nuove unità pastorali.

Viene ribadito che le parrocchie non vengono abolite: dovranno però interagire con le altre dell’unità pastorale per condividere un cammino e dei progetti comuni, in particolare per quanto riguarda le celebrazioni liturgiche, la catechesi e la carità. Ambiti comuni potranno poi essere l’attività oratoriana, la pastorale giovanile, quella familiare, quella sociale, nonché le iniziative culturali.

L’esigenza delle unità pastorali nasce anche dalla diminuzione dei sacerdoti. Ci potranno essere unità pastorali con un solo parroco, oppure più parroci con un presbitero coordinatore. Per questo, nell’azione pastorale, sarà fondamentale il ruolo dei fedeli laici, chiamati a un impegno maggiore nella vita della parrocchia, negli aspetti che non riguardano esclusivamente i sacerdoti.
Nel documento, data la vastità e le differenze fra le varie zone della diocesi, non viene fornito uno schema rigido di unità pastorale. Vengono però delineati i compiti e gli organismi che sono chiamate a organizzarle.

Quello che prenderà il via sabato è il 29° Sinodo della Chiesa bresciana. Il precedente risale al 1978, ben 34 anni fa, per l’attuazione del Concilio Vaticano II.
L’assemblea sinodale si terrà presso il Centro Paolo VI a Brescia e sarà composta da 385 membri: quattro Vescovi, 135 sacerdoti, nove diaconi, 13 religiosi, 17 religiose e 207 laici (118 uomini e 89 donne). Fra queste persone, 44 fanno riferimento al consiglio pastorale diocesano, 43 al consiglio presbiterale, 91 sono i laici eletti nelle zone, 64 i vicari e i presbiteri eletti nelle zone, 55 dalle aggregazioni laicali, 20 dagli organismi sinodali, 53 convocati dal Vescovo e 13 i Canonici della Cattedrale.

Alla fine dovrà essere votato un documento finale che sarà consegnato al Vescovo, il quale, in seguito, emanerà dei provvedimenti che riterrà più opportuni. Va ricordato, infatti, che nel Sinodo l’unico legislatore è il Vescovo diocesano, mentre l’assemblea esprime un parere consultivo.

Da questo Sinodo uscirà, quindi, un nuovo modo di intendere la parrocchia, alla luce dei cambiamenti della società attuale.

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