04 Settembre 2012, 08.59
Valsabbia Provincia
Punti di Vista

Turismo e Paesaggio tra natura e cultura

di Aldo Vaglia

Modi diversi di intendere il paesaggio portano a diverse interpretazioni di turismo e sostenibilità...


.. chi vede l’intervento umano come sfregio alla natura, chi pensa che si possa disporre di tutto senza preoccuparsi delle conseguenze.
Non solo i cittadini hanno visioni diverse, si trova squilibrio tra legislazione europea e italiana, tra W.W.F. e O.M.T. (organizzazione mondiale per il turismo).

In alcune pubblicazioni del Touring Club Italiano, principalmente in: “ Il paesaggio italiano…idee contributi immaginiâ€, si mette l’accento sui  modi di concepire ciò che ci circonda.
L’incipit è dato da una frase dello scrittore portoghese Josè Saramago: “ il paesaggio, la cosa più abbondante che c’è sulla terra, circonda la nostra vita, ne migliora la qualità, esaltando la concezione del belloâ€.
Interrogarsi sulle interpretazioni del concetto di paesaggio, sugli strumenti di salvaguardia e di valorizzazione, sulla consapevolezza dei processi di degenerazione del passato, non per accusare ma per costruire strategie di sviluppo e  conservazione è interesse di tutti quelli che hanno a cuore la maggior ricchezza del nostro paese.

Variazioni di clima, movimenti dei mari, sedimenti dei corsi d’acqua, erosione dei ghiacciai, fenomeni vulcanici, sono esempi cospicui dell’azione naturale che trascendono largamente il livello dell’effetto-uomo sull’ambiente.
Il paradosso italiano è però quello di un paese geologicamente e geograficamente giovane, ma storicamente antico, più modificato dall’intervento umano che dalle forze della natura.
 
Poche le terre  e i luoghi rimasti “verginiâ€. Il manto vegetale originario già nell’età antica era stato largamente intaccato.
Ambiente, territorio, paesaggio hanno però connotazioni diverse.
La legislazione italiana anche nella riforma dell’articolo quinto, forse più per insipienza che per cattiva volontà, pone l’accento sull’ambiente e l’ecosistema, sul governo del territorio e l’urbanistica,  mai sul paesaggio.
È evidente la scelta tra una dimensione ecologica rispetto a una dimensione culturale.

Più definito nella “convenzione europea sul paesaggio†l’accento, dinamico evolutivo, la centralità dell’uomo e della collettività, le attività creative e produttive.
Possiamo così definire il paesaggio come l’interferenza portata dalle attività umane sull’equilibrio naturale dell’ambiente, un ambiente in continua trasformazione e per questo arena di interessi politici e economici che si pongono il più delle volte in antitesi tra di loro.
Grandi progetti e forme di resistenza si susseguono.
Indagarne la complessità e proporre stimoli nuovi, agire e riflettere su  un turismo sostenibile può anche per la nostra valle farci uscire dalle secche di una visione riduttiva e temporalmente breve.

Turismo e paesaggio, due termini includenti ed escludenti, dove uso e abuso sono sempre sull’orlo di un equilibrio malfermo.
Il più ricco paesaggio del mondo non sempre offre un turismo di pari valore.
Invasioni in genere derivate dalle mode si verificano in particolari periodi dell’anno, in città d’arte nei luoghi di montagna al mare, snaturandone godibilità e pregi.
Il prevalente atteggiamento di superficialità e indifferenza provoca un progressivo deterioramento del “ bene†che il turismo vuol far conoscere.
Cogliere il valore delle diversità e delle peculiarità dei luoghi diventa sempre più difficile.

Banalizzazione e impoverimento di splendidi paesaggi sono conseguenza di un turismo di quantità e non di qualità.
L’Italia è un inesauribile intreccio  di arte di cultura di tradizione di paesaggi.
Per il W.W.F. il turismo sostenibile è: “un turismo capace di durare nel tempo, mantenendo i suoi valori quali-quantitativi, cioè suscettibile di far coincidere, nel breve e nel lungo periodo, le aspettative dei residenti con quelle dei turisti senza diminuirne il livello qualitativo dell’esperienza turistica e senza danneggiare i valori ambientali del territorio interessato dal fenomenoâ€.
Per l’organizzazione mondiale del turismo “le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente naturale, sociale, artistico e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economicheâ€.
Tra le due visioni più naturalista la prima più culturale la seconda, quella più intrigante è la visione del paesaggio quale racconto.

Il racconto del paesaggio non è la somma degli elementi seppure tutti interessanti, per G. Norberg Schultz è il “genius lociâ€Â  (già conosciuto dagli antichi), quel quid misterioso che ogni società lascia come impronta di sé, cioè non solo l’economia, il lavoro, le tecniche, la costruzione materiale, ma anche le passioni degli uomini passati, il loro modo di pensare il paesaggio che è anche il modo di pensare la vita e la natura, di organizzarla sulla base di tutta una filosofia, di un amore per il bello e il divino, l’effimero o l’eterno.
Stupendi paesaggi fanno parte dei nostri luoghi conoscerli per valorizzarli, goderne la bellezza, attrezzarli per un turismo sostenibile è oltre una difesa del bello un investimento economico.

 


Commenti:
ID22850 - 05/09/2012 00:13:50 - (Dru) - Italia da...Godere

Caro Aldo, la tua digressione pone molteplici riflessioni, mi limitero', come modesto contributo a brevi considerazioni.Sin da quando studente vivevo la forza del bello, dell'eterna estetica che poi hanno modellato il mio pensiero, leggevo su tabloid inglesi l'invito a correre in Italia a visitare lo splendore dei nostri siti......"prima che gli italiani distruggano il loro patrimonio culturale".Questa affermazione la vedo realizzarsi giorno dopo giorno, proprio mentre godo come un ladro il sapore antico dei miei avi in quella Sicilia che non e' certamente seconda a nessun luogo. Una Regione che potrebbe incassare moneta pregiata, quanto lo e' quella turistica, ben 12 mesi l'anno...ma tant'e!!!!Del resto lo stesso Oscar Wilde, era solito lanciare un monito: "viviamo in un'epoca cosí laboriosa, da diventare tutti stupidi...." Credo che in queste ultime parole ci sia tutta la nostra ignoranza, e purtroppo con quella non si va da nessuna parte....anzi si paga dazioCiao, Saverio

ID22851 - 05/09/2012 07:57:55 - (Giacomino) - Quell'affermazione di Oscar Wilde

mi è piaciuta, ma noi ci ha fatto diventare stupidi anche una ottusa speculazione edilizia mascherata come utile al turismo,. Ritengo, in sub'ordine però che siano molto utili al turismo, quello vero, tutte quelle infrastrutture che sono utili alla popolazione residente. Per quanto riguarda la nostra valle, molto bella nei suoi molteplici paesaggi e suggestivi scorci sarebbe molto utile al turismo una buona viabilità, ma non sembra interessare a molti.

ID22852 - 05/09/2012 09:47:47 - (Dru) - Questa benedetta valle....

E' talmente vero, che io figlio del lago d'Idro e sempre con il volto girato verso i miei monti (oggi vivo a Milano) rinuncio anche ai mordi e fuggi di fine settimana, pur di non subire sistematicamente, ore di traffico con code kilometriche. Risalgo da Vobarno/Val Degagna, per svicolare come una biscia dal mostro traffico.Scappo poi come un ladro nel pomeriggio pur di evitare le code del rientro.Stress su stress, rinuncio e faccio kilometri a piedi lungo il magnifico Naviglio, dove la storia di Milano si e' fatta, con l'apporto del genio di Leonardo Da Vinci.E' poca cosa, ma mi rilasso.Saverio

ID22856 - 05/09/2012 14:26:52 - (Aldo Vaglia) - Per Saverio

Mi convince quel citare prima la Sicilia e poi Milano. L'isola dove l'ambiente ha dato tutto e la storia recente ha tolto. E Milano, il paradosso della citta' nata dove non c'era il fiume e si puo' passeggiare sui navigli. I due esempi esprimono perfettamente il senso del mio intervento.

ID22858 - 05/09/2012 15:24:19 - (Leretico) - Uomo e paesaggio

Mi sento di sottolineare questa separazione tra concetto culturale di paesaggio e concetto quantitativo materiale dell'ambiente. Se l'uomo è un concetto culturale di cui potremmo qui descrivere l'estrema complessità, allora potremmo ben elevarlo al di sopra del concetto di maschio (o femmina) da cui deriva e farne qualcosa di più prezioso di quello che sembra aver ispirato i progettisti degli anni della speculazione edilizia selvaggia. Questi non hanno progettato e realizzato per l'uomo ma per il maschio, cioè per la parte materiale e numerica che essi rappresenta. Così il paesaggio non può essere confuso con l'ambiente che si va difeso ma che è a una scala di complessità inferiore, ancorchè necessaria e imprescindibile. Se si dimentica il paesaggio si dimentica l'uomo e le conseguenze si vedono sotto gli occhi quotidianamente. Sappiamo che la complessità non piace a chi deve risolvere in fretta i propri problemi ma

ID22859 - 05/09/2012 15:25:22 - (Leretico) - Continua

Uomo e paesaggio meritano maggiore considerazione.

ID22860 - 05/09/2012 16:35:46 - (Dru) - Quello che scrivi é condivisibile

Ma non é ancora complesso , almeno non cosí complesso da non poter essere "ridotto" ad un principio fondamentale per ogni azione che ha origine dal significato che la determina. Allora piú il significato che la determina , l'azione , é grande e piú questa , l'azione , diventano quelle , le tante e molteplici azioni , che questo significato supporta.

ID22861 - 05/09/2012 16:42:09 - (Dru) - In parole povere

Se si dimentica o disconosce i grandi significati , che solo una grande cultura definisce , allora le azioni degli uomini , che dai significati a cui diamo delle cose vengono determinate , sono e saranno misere .

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