08 Settembre 2016, 13.20
Pertica Alta Valsabbia
Lettere

Canto d'amore... e di dolore

di Giuseppe Biati

Gioie e dolori, abbinamento coniato per le donne, ma anche per i motori. Come quelli rombanti che per un'intera domenica hanno tediato Giuseppe Biati, perticarolo vero, uomo di scuola e di profonda cultura. Che ci ha scritto


 Egregio Sig. Direttore,
le chiedo un piccolo spazio per una mia (e anche di tanti altri), forse errata, percezione su come le nostre bellezze paesaggistiche diventano inappropriati luoghi di svago.

Con questa mia non voglio aprire controversie che hanno il tempo della fatuità: mi resta però l’”ironia e la pietà”, come direbbe un nostro grande politico orceano, seppure per altri contesti.
Le espongo il fatto increscioso e poi rilancio!

Nella giornata di domenica, 7 settembre 2016, parte del sentiero della Resistenza ''Emiliano Rinaldini e Fabio Pelizzari", in Pertica Alta, è stato trasformato in un percorso di gara per scatenati enduro! 
Questo in totale spregio alle nostre memorie, al nostro territorio, alle elementari regole del rispetto della natura! 

Delle brevi  considerazioni!
Non mi pare difficile capire che non si possono avanzare da parte dei vari Motoclub, in territori che dovrebbero essere protetti (poi spiego perché), richieste di gare nei boschi e sui sentieri montani!
Non mi pare difficile capire che da parte delle Amministrazioni comunali non si debbano rilasciare autorizzazioni di tali gare che vanno contro la tutela del territorio, in favore di un selvaggio e irresponsabile scempio! 
Se le locali amministrazioni intendono promuovere il turismo in tal modo, questa è la formula sbagliata! 

È una questione di conoscenza e di cultura!
Animali e fiori nella Pertica, ai piedi della Corna Blacca, rappresentano una endiadi di rara importanza faunistica e floristica!
Le fessure di queste luminose pareti, sopra le calcaree praterie di Pian del Bene, di Frondine, di Campo Nasso, della Valsorda, ma anche in Passello, sui Dossi, nella Serra, ecc., custodiscono un naturalistico tesoro di rara ed endemica flora alpina insubrica. 

Il verde della sesleria e della carice sempreverde è alternato alla macchia di scuri e ricurvi pini mughi; qua e là spiccano le bianche fioriture della pulsatilla alpina, dell’anemone a fior di narciso, della meno vistosa carice del Monte Baldo, il turchese della genziana di clusi e il gracile giallo della biscutella.

Nelle piccole e aride spaccature di bianca roccia, occhieggia il raponzolo , il candido ranuncolo bilobato, la dafne delle rupi e il giallo intenso della primula orecchio d’orso, l’orchidea sambucina, la rarissima silene d’Elisabetta e l’elegante aquilegia di Einsele.

Alle pendici della grande Corna, l’avvistamento improvviso, tra le faggete, di un capriolo è un evento decisamente eccezionale, ma non raro, soprattutto in autunno, quando le sue agile gambe escono dal bosco in cerca di cibo o nelle velocissime e imprevedibili corse lungo gli scoscesi pendii prima dell’accoppiamento.

Natura frescamente intatta, vigilata dall’alto dall’occhio interessato e pronto dei vari rapaci, dal basso percorsa di giorno e di notte, a seconda delle abitudini, da volpi e lepri, donnole e martore, tassi, faine, ghiri e scoiattoli; rifugio di pernici, coturnici, galli cedroni, fagiani, francolini di monte, ecc.; luogo di nidificazione di ogni specie di volatile, a volte  o spesso destinati all’antico e collettivo rito dello spiedo.

Questo primo passaggio tematico è visto nell’incontro tra vari elementi naturali, nel rilancio di una tutela e salvaguardia di questo territorio, dove anche il patrimoni artistico è stato man mano reso vivo dai contenuti della scuola dell’estetico sapere e della connessa trasmissione degli antichi valori.

Perché  la Val Pertica non soffre il digiuno artistico, sia architettonico che pittorico e ligneo: tutt’altro!
E’ testimone di una ricca e vivace scuola barocca, sia per l’abbondante materia prima (ferro, pietra, legno, ecc.), ma soprattutto per l’ingegno di quegli “uomini ordinariamente sottili, pieni di industria e di vigore” (Ottavio Rossi, 1693), che hanno portato il nobile patriziato locale  e la facoltosa borghesia alle artistiche committenze per abbellire, decorare, arricchire dimore e piazze, chiese e palazzi, canoniche e municipi.

Qui una numerosissima schiera di artisti ha fatto trionfare l’arte visiva
, materica, che stupisce prima ed emoziona nel contempo: dalle cinquecentesche  Vergini, dai volti dolcemente materni, ai floreali trionfi e ai tripudi dei putti delle ricche soase barocche dei Pialorsi di Levrange, dei Bonomi di Avenone, dei Ginamni di Livemmo e Ebenestelli di Vestone, dei Bertoli di Prato, dei Prandini di Nozza ed altri ancora, come il trentino Baldassar Vecchi.
Il tutto in ben 22 chiese da custodire, visitare e mantenere!

In queste contrade sono sorte le “botteghe d’arte”, autentiche scuole di intaglio ligneo.
E dove vi era una bottega vi era un “maestro d’arte”, con alunni e discepoli tesi ad apprendere, a crescere nell’espressività, nel gusto, nella tecnica, nella capacità interpretativa di un mondo esteriore, spesso rappresentativo di un ricco mondo interiore.

Questa è anche la Pertica!

E non merita il pesante e insulso sfregio ambientale infertole in una infausta domenica settembrina!
Con doverosa stima

Giuseppe Biati
 
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Grazie professore del canto rivolto alla montagna della Pertica: gustoso, da metter da parte.
Quanto alla rimostranza, più che legittima, speriamo almeno che i sentieri martoriati dalle gomme tassellate delle moto da enduro siano stati poi rimessi in ordine.

 
 


Commenti:
ID68184 - 08/09/2016 21:37:38 - (Tc) - ...

speriamo anche che gli amministratori comunali che han firmato le concessioni,alzino il culo dalla sedia e vadano insieme agli enduristi,con zappe e badili a sistemare dove si e' rovinato...alla faccia di chi quei sentieri si fa tanto il mazzo volontariamente,per renderli fruibili e percorribili a tutti,amministratori compresi...

ID68191 - 09/09/2016 11:02:28 - (lz) -

Impossibile aggiungere qualcosa a questa straordinaria ed appassionata lettera. Bravo Beppe che hai efficacemente ed autorevolmente descritto La Pertica per quello che è realmente e quello che vale . Ora però sarebbe necessario sapere come ha avuto origine la gara di enduro di domenica scorsa,chi l'ha autorizzata, la ratio sottostante alla manifestazione. Di questi tempi non sarebbe scandaloso sentire che c'è stata una sottovalutazione degli impatti negativi di questo evento. Se qualcuno non ha la coda di paglia si manifesti.

ID68196 - 09/09/2016 19:00:20 - (PETER72) -

"Bellissima la natura e il paesaggio descritti nella lettera, ma vuoi mettere le sgasate a 10.000 giri del mio cross saltando da un fosso all'altro!" Cosi' risponderebbero forse gli enduristi, peraltro giustificati e garantiti da una recente legge approvata dalla regione Lombardia che li autorizza a fare questo

ID68199 - 10/09/2016 13:35:51 - (Venturellimario) -

Sti enduristi, hanno letteralmente raso al suolo l'ambiente e la cultura ValsabbinaPoi ci si lamenta perché non parte il turismo, sempre a criticare.Se erano autorizzati, per un giorno si può anche chiudere un orecchio

ID68200 - 10/09/2016 16:08:15 - (lz) - lz

Presumo che lei sia un endurista o simpatizzante di questo genere di "sport". Perchè non lo esercita o ne autorizza l'esercizio attorno a casa sua o nei dintorni invece che venire a "promuovere il turismo" a Pertica Alta in questo modo così gentile, educato, non invadente, soft, intelligente, di cui nessuno avverte la necessità ? Né gli abitanti, né l'habitat naturale.Il fatto poi che ci fossero delle autorizzazioni rappresenta per me un'aggravante perchè denota l'incapacità o la superficialità di chi doveva fare le necessarie valutazioni sulla evidente inopportunità di tale gara in quel contesto.Sintomatico a questo proposito il totale silenzio che circonda la vicenda.

ID68202 - 10/09/2016 17:53:12 - (Dru) - Dal suo racconto

Ho solo potuto cercare quella sua sapienza in google, vedendo e rimirando ciò che ho amato e a cui non sapevo dare un nome nei miei lunghissimi e alpini passeggiamenti e sentimenti. Grazie per questo scorcio di Valsabbia dove ha preso a pretesto un evento motociclistico per esser cosi pittoricamente espressa.

ID68206 - 10/09/2016 23:06:56 - (Giacomino) - Vivo apprezzamento

e condivisone per i sentimenti di Giuseppe Biati.

ID68230 - 12/09/2016 16:59:59 - (Beltr1972) -

Pensate che ho letto che addirittura alcuni enduristi di Roma si sono prodigati giorno e notte per portare alimenti e medicinali urgenti alle popolazioni colpite dal terremoto, in quei giorni le moto da fuoristrada erano le uniche a poter arrivare nei luoghi isolati devastati dal terremoto, e forse hanno salvato qualche vita umana

ID68617 - 03/10/2016 13:05:20 - (blb) - il marchese del grillo

mi viene in mente una scena del film del marchese del grillo ... in cui tutto si doveva fermare per non disturbare il sonno del marchese..... quindi non si potra piu' fare la legna alle pertiche? ... anche le motoseghe e vericelli... che scempio!

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