Valsabbini del «Fermi» alla conquista d'Europa

Comenius…Comenius…chi era costui? Verrebbe da dire parafrasando i Promessi Sposi. Comenius è il nome latinizzato di Jan Amos Komenský, pedagogista del XVI secolo; ma è anche il nome di un progetto culturale finanziato dall’Unione Europea e finalizzato a promuovere la reciproca conoscenza tra gli studenti e le scuole del vecchio continente.
Anche il salodiano Liceo “E.Fermi” è attualmente impegnato – e per la seconda volta - in questa esperienza.

Ogni progetto ha una durata triennale e prevede, oltre a numerose attività che ogni istituto svolge autonomamente, la partecipazione due volte l’anno ad un meeting della durata di cinque/sei giorni organizzato a turno da ciascuna delle sei scuole che partecipano al Progetto. Compagni di strada del Liceo Fermi sono il “Gimnazjum N. 4” di Tarnów e il “Zespol Szkol Ponadgimnazialnyk” di Kleczew , entrambe scuole polacche; lo “Staatliches Gymnasium Am Lindenberg” di Ilmenau in Germania; il “Tancsics Mihaly Gimnazium” di Mór in Ungheria e il “Gymnazium Poltar” di Poltar in Slovacchia.

Ad ognuno degli incontri possono partecipare solo cinque studenti per ogni scuola, selezionati anche sulla base del profitto.
Nel Liceo “E.Fermi” – com’è noto – “militano” anche tanti valsabbini; ed è proprio di loro che vogliamo parlare, visto che ben sette dei quindici studenti che fino ad oggi hanno varcato i confini, provengono dalla Valle.
Nel marzo 2006 è toccato alla gavardese Camilla Dallavilla inaugurare il Progetto volando a Tarnów, nella Polonia meridionale; due mesi dopo è stata la volta di Laura Righetti (Vobarno), Tatiana Mora (Barghe) e Benedetta Calabresi (Gavardo), venire ospitate dalla vivacissima scuola ungherese di Mór; infine, nell’ottobre 2006 a prendere l’aereo per Kleczew, Polonia centro-occidentale, sono state Elena Butovskaya (Sabbio Chiese), Veronica Giori (Gavardo) e Alice Pasini (Provaglio Valsabbia).

Ma non è finita qui: in queste settimane Jennifer Tonni (Preseglie) e Paola Ruffini (Vestone) si stanno preparando al prossimo incontro, che si terrà in Slovacchia, a Poltar, verso la metà di aprile.
Una rappresentanza assai nutrita dunque, che sconfessa tanti luoghi comuni sui “poveri studenti valsabbini", visto che – lo ripetiamo – la selezione avviene anche sulla base del rendimento scolastico.

E, guarda caso, valsabbino è anche uno degli insegnanti impegnati nel Progetto, il vobarnese Fabrizio Galvagni:
"Ai ragazzi lo ripetiamo spesso: il Progetto Comenius non è un’agenzia turistica e gli incontri di Progetto non sono viaggi di piacere - ci ha detto Galvagni -. Naturalmente durante gli incontri ci sono anche momenti di socialità e di divertimento; tuttavia lo scopo primario dell’iniziativa è quello di far conoscere ai ragazzi la realtà (vita quotidiana, abitudini, speranze, timori, difficoltà) dei paesi che assieme alla nostra Italia sono impegnati nella costruzione della casa comune europea".

"L’aver incontrato nel nostro cammino studenti e insegnanti che provengono da paesi “minori” (il termine è improprio, scorretto e va inteso nella giusta accezione), lungi dall’essere un limite, è quindi una grande opportunità - ha aggiunto il prof. - A noi italiani, europei della prima ora, non può che fare bene confrontarci con esperienze di integrazione diverse da quelle che noi abbiamo vissuto e stiamo vivendo; è utilissimo conoscere le aspettative ed gli entusiasmi (ma anche i timori e le contraddizioni) che il cammino verso l’unità europea suscita e comporta".

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