Reggono, per il momento, le reti valsabbine

“Un quadro esauriente della situazione, ora come ora, è difficile da comporre. Per il momento gli acquedotti valsabbini sembrano reggere e grossi problemi non si sono manifestati. Certo che se va avanti in questo modo, e soprattutto se è vero che avremo un’estate torrida e siccitosa, ci sarà da stare parecchio attenti soprattutto in alcuni Comuni che sono tradizionalmente a rischio”. In Valgas non se la sentono di dire di più. La Società di servizi “figlia” di Asm, che presto dalla “mamma” verrà assorbita in toto, è stata chiamata ad occuparsi di gran parte degli acquedotti valsabbini solo da gennaio. Fra i “clienti” storici c’è Gavardo che pesca tutta l’acqua dai pozzi e che per questa sua particolarità non dovrebbe avere problemi. C’è Vobarno che possiede la generosa sorgente di Rango dal flusso costante. Ci sono gli acquedotti di Agnosine, Bione e Preseglie, figli dello stesso tubo, bello pieno d’acqua da quando pesca nella sorgente delle “Moie” chiamata a sostituire il deciso calo registrato negli anni scorsi della sorgente “Gallerie” al “di qua” delle montagne lumezzanesi che sembrano subire inesorabile il prosciugamento. Fra gli acquedotti che Valgas conosce bene, il più delicato è forse quello di Pertica Alta: la rete che negli ultimi anni è stata profondamente rinnovata garantirebbe dallo spreco, ma l’approvvigionamento idrico è quello che è, con la conseguenza che il sistema potrebbe andare in crisi con il caldo, i turisti ed i conseguente esponenziale aumento dei consumi. Un caso a parte è quello di Sabbio Chiese, dove perdura la carenza idrica in un’ala del paese, situazione che potrebbe essere risolta scavando un nuovo pozzo. Tutto da definire quel che accadrà con gli acquedotti ancora troppo poco conosciuti da Valgas anche se i tecnici della società qualche idea se la sono fatta: “Non dovrebbero aver problemi Capovalle, Mura e soprattutto Bagolino, dove di acqua ce n’è sempre stata parecchia – ci dicono -. Qualche timore c’è invece per Anfo e Treviso Bresciano: sappiamo che negli anni scorsi da quelle parti sono rimasti a secco e non sarà facile intervenire in poche settimane per sanare la situazione”. A quanto pare, a rischiare un’estate con l’acqua a singhiozzo, saranno soprattutto quei Comuni il cui acquedotto trae approvvigionamento da piccole sorgenti in quota, peggio se vicine ai corpi idrici superficiali: sono quelle che più di alte subiscono il fenomeno delle falde acquifere che tendono ad abbassarsi, segno di un’evoluzione climatica che preoccupa da tempo.

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