14 Luglio 2008, 00.00
Valsabbia - C
Nuova legge regionale 2

Le opinioni di maggioranza e minoranza

di c.f.

Abbiamo chiesto a due esponenti dei gruppi di maggioranza e di minoranza in Comunitŕ montana una loro opinione sulla nuova legge di riordino dell’ente montano.

Abbiamo chiesto a due esponenti dei gruppi di maggioranza e di minoranza in Comunitŕ montana una loro opinione sulla nuova legge di riordino dell’ente montano.

Per Ermano Pasini, presidente della Comunitŕ montana di Valle Sabbia, la nuova legge si fa carico delle esigenze dei territori montani ed č incentrata sulla montagna.
«Mi sono recato piů volte a Milano per degli incontri tra i presidente delle comunitŕ montane lombarde con l’assessorato e la commissione che ha predisposta la nuova legge, per manifestare la mia opinione in merito alla proposte che si stavano man mano delineando.
La nuova legge la giudico positivamente sia per la semplificazione che ha introdotto sia per la capacitŕ che avrŕ l’ente riformato di aggregare i territori. Mentre per le Unioni di comuni si parla sostanzialmente di integrazioni dei servizi, per le comunitŕ montane, viste come enti territoriali, viene posto l’obiettivo sullo sviluppo, sulla tutela e la salvaguardia della montagna.
L’assemblea diventerŕ in pratica l’attuale conferenza dei sindaci che da noi č giŕ un luogo privilegiato di confronto vivo e partecipe».

Per Pasini il quadro relativo alle comunitŕ montane dovrebbe essere completato con un trasferimento totale delle risorse per la montagna dallo Stato alle Regioni, mentre delle perplessitŕ le ha espresse per quanto riguarda i compensi per il presidente, quando un presidente di una circoscrizione di una cittŕ come Brescia percepisce sui 3mila euro al mese, con una dimensione territoriale di competenza nettamente inferiore. Il futuro poi - secondo Pasini - dovrŕ vedere l’integrazione fra le comunitŕ montane, sulla scia dell’esperienza del Gal Garda-Valsabbia.

Per Luigi Bianchi, capogruppo del Partito Democratico nell’Assemblea valsabbina «la legge approvata dalla Regione Lombardia ha fatto proprio il principio della necessitŕ di riduzione delle spese complessive, riducendo il numero delle Comunitŕ Montane lombarde e ridimensionando il numero dei membri delle assemblee, accogliendo anche in sede di approvazione alcune indicazioni dell’UNCEM Lombardia (ad esempio la possibilitŕ di partecipazione all’Assemblea anche di un consigliere di minoranza dei comuni aderenti, previo recepimento della clausola nel nuovo statuto dell’Ente).
La stessa legge introduce anche la regolamentazione di aggregazioni di Comuni in “Unione di Comuni” fissando all’art.19 le prioritŕ nella destinazione di contributi per la gestione dei servizi associati, mettendo al primo posto le Unioni di Comuni e al secondo posto le Comunitŕ Montane.
Dalla lettura degli articoli del testo – prosegue Bianchi – si evince “il timore” della Regione di concedere alle Comunitŕ Montane qualche margine di autonomia operativa: tutto deve essere trasmesso e approvato dalla Regione, compreso l’elenco delle opere pubbliche che l’Assemblea della Comunitŕ Montana intende eseguire di anno in anno, a testimonianza che i principi di autonomia amministrativa o di federalismo sono piů facili a enunciarsi che a praticarsi.
Dopo questa legislatura, in pratica dall’autunno del 2009, incomincia per le Comunitŕ Montane lombarde un nuovo periodo, di cui per la veritŕ non sono ancora ben chiari i termini della evoluzione, anche alla luce delle dichiarazioni recenti di alcuni Ministri del Governo in carica, che si sono scagliati contro le Comunitŕ Montane minacciandone la soppressione. La prossima legge finanziaria ci dirŕ quale sarŕ il futuro di questo ente».



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