Il territorio bresciano attraverso i secoli

Un lavoro complesso che sta prendendo forma in questi mesi e che si completer�, secondo le intenzioni dei coordinatori, in un anno e mezzo: la stesura dell’�Atlante storico bresciano� ha gi� mosso i suoi primi importanti passi, soprattutto per quanto riguarda l’opera di raccolta della documentazione, e il lavoro procede a buon ritmo, facendo gi� intravedere quale potrebbe essere l’interessante risultato finale.

Un lavoro imponente, il primo nel suo genere, per il quale la Provincia di Brescia ha gi� stanziato 150 mila euro, che vede in regia l’architetto Paolo Oscar (dell’Archivio bergamasco, e gi� autore di una simile ricerca per quanto riguarda il territorio orobico), al coordinamento della ricerca documentaria i professori Gabriele Archetti e Angelo Baronio (Universit� Cattolica e Fondazione Civilt� Bresciana), mentre i ricercatori sono Vesna Cunja (Universit� Cattolica), Monica Franchi (Civilt� Bresciana), Oliviero Franzoni (Camunitas), Giancarlo Marchesi (Universit� di Verona), Vittorio Nichelo (Civilt� Bresciana) e Mario Trebeschi (Archivio storico diocesano di Brescia).

In pratica si tratta di fare il punto sul sistema delle fonti a Brescia e di ricostruire la cartografia storica del territorio bresciano: fondamentale si sta rivelando in questa fase il lavoro dei ricercatori, alle prese con archivi da spulciare e documenti da analizzare, a volte conservati non in maniera impeccabile (si � riusciti comunque a ricostruire anche la situazione degli anni 1385-89), prima che gli stessi vengano messi in rete, elaborati secondo il sistema Gis e da questa opera ne derivino poi le carte.

Il lavoro prover� a documentare dunque, in lungo periodo storico, a partire dal XIV secolo, le modifiche dei confini dei comuni bresciani (anche se la ricerca sta gi� mettendo in evidenza che gi� nell’undicesimo secolo la provincia di Brescia occupava un territorio molto simile a quello attuale), oltre alle caratteristiche toponomastiche e demografiche del territorio; un territorio omogeneo e complesso nel contempo, ricco di differenze ma anche, nei singoli comuni, di un forte sentimento di identit�, se � vero che gi� in pieno medioevo si delineavano i confini tra le differenti localit�.

Le fonti sono gli archivi storici dei comuni e delle province, ma anche quelli ecclesiastici e delle realt� monastiche: ad esempio il resoconto della visita di San Carlo traccia un resoconto molto dettagliato del territorio, cos� come quanto lasciato dal prefetto Giovanni Da Lezze nel 1610 ha gi� permesso di redigere la prima pianta, risalente appunto in quel periodo.

Oltre alle delimitazioni comunali, inoltre, i �movimenti� sul territorio saranno testimoniati anche dalla trasformazione dei confini delle realt� sovracomunali.

�Uno strumento - ha detto l’assessore alle Attivit� e ai Beni culturali, valorizzazione delle identit�, lingue e culture locali Massimo Gelmini - che in ultima analisi non si limiter� ad essere soltanto una pubblicazione, ma che servir� agli amministratori e ai cittadini, per capire come nel tempo si � modificato il territorio bresciano e per intervenire qualora si debbano prendere decisioni in materia di pianificazione�.

Soddisfatto anche il presidente della Fondazione Civilt� Bresciana, don Antonio Fappani, sempre modesto e pronto a riconoscere alla Provincia l’importante sostegno all’opera di ricerca.
L’opera alla fine � destinata a confluire nel sistema informatico territoriale delle Provincia.

Mario Mattei
Da Bresciaoggi

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