Cristian Ruggeri in tour

Cristian Ruggeri è un dinamico gavardese di 28 anni: impiegato durante la settimana, cameriere nel
week-end e musicista in ogni momento. Sin dall’età di 14 anni si innamorò della chitarra. Fino a 20 imparò a suonare da autodidatta, per poi seguire le lezioni di Alfredo Cancellieri, un jazzista bresciano.

Una sera di 4 anni fa, Cristian conobbe Marco Tonincelli, un ragazzo di Toscolano Maderno, voce (e mente) degli JouJoux D’Antan, giovane gruppo rock sperimentale, conosciuto nella zona Garda-Valle Sabbia. I due sentirono immediatamente di essere artisticamente in sintonia e cominciarono a collaborare.
Sean Lennon Sean, figlio del grande beatle John e di Yoko Ono, è un artista pop che vive a New York; sconosciuto in Italia, ma famosissimo all’estero, soprattutto in Francia e Inghilterra, dove garantisce il “tutto esaurito”.

Un giorno Sean si connesse in quel marasma chiamato www.myspace. com, “notò” gli JouJoux, si innamorò e propose loro di seguirlo nel suo imminente tour europeo.
In tour Insieme a Cristian partirono per questa inaspettata esperienza Pietro Leali col suo trombone, Marco Tonincelli con la sua chitarra , Vasco Fondra col basso, Stefano Giacobini con la batteria e Marco Caldera della “Quicksound records” di Roè Volciano come tecnico del suono.
Berlino, Praga, Monaco, Milano, Tolosa, Bordeaux, Parigi, Lille, Bruxelles ed infine Londra furono le tappe che i ragazzi percorsero in un mese: 6.000 km. Le giornate erano scandite in modo rigido: di notte e di mattina il gruppo viaggiava, di pomeriggio preparava i suoni e la sera si esibiva in concerto sui palchi d’Europa.

Il mondo della musica, un altro mondo Cristian ci ha raccontato il suo viaggio: «Il bello del tour con Sean Lennon è stato conoscerlo umanamente, vedere che dietro l’immagine dell’artista c’è un uomo vero, che prova le nostre stesse emozioni. Un’occasione come quella che abbiamo avuto non è facile che capiti, siamo stati fortunati, anche perché succede raramente che un artista noti personalmente un gruppo emergente: normalmente questa operazione è affidata alle case discografiche che “ne approfittano” per lanciare i propri gruppi meno conosciuti».

Il discorso si fa più complesso, ma ciò che impressiona è come, nonostante un’esperienza di livello europeo, Cristian rimanga molto umile, coi piedi ben piantati a terra: «Nel resto d’Europa, il pubblico ti apprezza se riesci a dargli emozioni, indipendentemente dalla tua fama, da chi sei, mentre in Italia è diverso. La musica, in quanto arte, è espressione personale e di un’intera collettività. Questa esperienza mi ha arricchito, anche se mi è costata un notevole sacrificio; in tour si ha tutto un altro ritmo di vita rispetto a quello di tutti i giorni. L’improvvisazione sul palco con i miei compagni è il momento in cui scaturisce il nostro io più profondo: il bello di suonare è il fatto di poterlo condividere con le persone alle quali vuoi bene. La soddisfazione che mi dà la musica sta già nel puro e semplice atto di produrla, (indipendentemente dagli inevitabili giudizi) consolidando i rapporti interpersonali, attraverso i quali viene creata una forte empatia a livello umano».

a cura di Alberto Zanetti dal Gattopardo

contatti:
www.myspace.com/joujouxdantan
www.myspace.com/ectoplasmayesiam

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