Comunità sì, comunità no

Con una lettera, anche il presidente dell'Acb Carlo Panzera interviene sulla questione delle Comunità montane.

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Caro direttore,
capisco i crampi e la stizza del collega Bontempi; un po’ meno la ragione per la quale se la prende con me e con Gian Antonio Stella.
Per la verità ritenevo che il convegno fosse stato organizzato e promosso da un’istituzione, la Comunità Montana di Valle Sabbia, non dal centrodestra; e, per quanto mi riguarda, pensavo fosse un’utile occasione di confronto sul ruolo delle Comunità Montane.

Se poi il convegno si è rivelato un flop, per l’assenza di tutti i Ministri e del Presidente della Regione Lombardia, più che accusare gli altri, credo sarebbe opportuno interrogarsi sulle ragioni (organizzative o politiche) di tante defezioni, anche tenuto conto dei costi che la C.M. ha sostenuto.
Nel merito, le posizioni mi sembrano estremamente chiare: le C.M., ed i Comuni che liberamente vi aderiscono, ritengono importante mantenere questo livello sovracomunale, ottimale per la gestione associata dei servizi e per il razionale impiego delle risorse dedicate alla tutela ed alla valorizzazione dei territori montani.
Il Governo ritiene le C.M. delle “moltiplicazioni di poltrone” non più sopportabili dalle precarie condizioni dei conti pubblici e, dunque, “da eliminare”.

La mia personale opinione, espressa in quel convegno e definita dal collega Bontempi “un ignobile attacco al sottosegretario Molgora”, è così riassumibile:

• non è vero che le C.M. sono luoghi in cui sistemare i cosiddetti “trombati” della politica: un Sottosegretario dovrebbe sapere che possono far parte dell’assemblea della C.M. solo i Sindaci, gli Assessori ed i Consiglieri comunali. Dunque rappresentanti di cittadini eletti con preferenze, non su liste bloccate;
• non è vero che si è in presenza di moltiplicazione delle indennità di carica, stante il vigente divieto di cumulo;
• non è prevedibile un risparmio nella spesa per il personale che, ovviamente, verrebbe assorbito in altri comparti della Pubblica Amministrazione;
• il vero risparmio consentirebbe dunque, mancando le C.M., nei minori trasferimenti statali e regionali a favore della montagna e della gente che la abita;
• da ultimo, non certo per importanza, non è accettabile che la decisione di sopprimere le C.M. venga assunta dal governo e comunicata da un Sottosegretario senza un preventivo confronto con il mondo delle Autonomie Locali.

Questo è ciò che penso.
Ciò che invece non mi è noto è il pensiero del collega Bontempi, che attendo di apprendere.
Comprendendo, oltre ai crampi, anche l’imbarazzo di restare Vice Presidente di un Ente considerato inutile.

Carlo Panzera

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