02 Aprile 2020, 15.10
Valsabbia
L'opinione

Le urgenze sono tante, serve gioco di squadra

di Ernesto Cadenelli

Passano i giorni di questa quarantena forzata e si cominciano a vedere parecchie problematiche che emergono in tutta lo loro crudezza


C’è chi vorrebbe approffittare di questa situazione per portare a casa un ennesimo condono fiscale, non ponendosi minimamente il problema che, in un Paese in forte difficoltà e a produzione di ricchezza quasi pari a zero, bisognerà invece pagare tutti le tasse, sopratutto chi non l’ha quasi mai fatto.

Lavoratori e pensionati non possono sostenere l’urto della spesa sociale a partire da quella sanitaria da soli. 
Giusto dilazionare nel tempo le scadenze, giusto fornire aiuti anche alle imprese o al lavoro autonomo, ma cancellare la partecipazione alle spese del welfare no.

Al ritmo di 100 miliardi di evasione fiscale all’anno, in dieci anni allo Stato sono mancati almeno 1000 miliardi coi quali si sarebbe potuto potenziare la sanità, la ricerca e l’istruzione oltre che fare investimenti in opere strutturali. 
Questi demagoghi chi credono di incantare! Soffiare sulla tensione, paura e preoccupazione della gente, rinchiusa in casa, spesso colpita negli affetti, è da irresponsabili.

Invece avremmo bisogno che, ognuno nel proprio ruolo e ad ogni livello istituzionale, desse il massimo di collaborazione e avanzi proposte che siano praticabili concretamente.

Acquisito che dovremo restare in casa ancora per un po', ed è bene che anche gli ultimi ribelli la capiscano, ci sono questioni che devono essere affrontate con sollecitudine, poiché ogni giorno si aggravano.
Su alcune i Comuni Valsabbini dovrebbero mettersi insieme e fare massa d’urto, prima che succeda un disastro ancor più grave. Non mi metterò a interpretare i numeri della malattia coi quali ci inondano in continuazione, ci sono già troppi esperti, ma accanto ai piccoli segnali positivi, si intravvedono situazioni che potrebbero esplodere a breve.

Penso alle Case di Riposo, sotto pressione ovunque, con tassi di contagio e mortalità elevata.
Il dramma riguarda in primis gli ospiti e i loro familiari. Ma sullo stesso piano c’è la condizione del personale che assiste, medici infermieri e assistenti.
Eroici i dipendenti di Vobarno che hanno deciso di accamparsi per evitare ulteriori aggravamenti della situazione, ma fino a quando potrà durare?

Turni pesanti e permanenza di 24 ore su 24 in struttura, non sono assolutamente da invidiare.
Negli ospedali, se pur dopo giorni pesantissimi qualche rinforzo è arrivato (italiani di altre regioni, cinesi, albanesi, cubani, polacchi), nelle RSA no. Temo che forse il problema è ancora troppo sottovalutato.

Per questo sarebbe importante un coordinamento delle strutture valligiane, monitorare lo stato dell’arte e i bisogni, per poi insieme Comunità Montana, Comuni e Rsa premere sull’Azienda Sanitaria e sulla Regione Lombardia per avere aiuti concreti di mezzi (materiale protettivo) e uomini/donne per implementare l’organico. Il rischio concreto che si corre è l’abbassamento della qualità dei servizi alla persona. La Regione in particolare è da anni che non aumenta la spesa procapite per l’assistenza in RSA.

Se si ferma il personale, perché va in tilt o perché positivo al virus, sarà impossibile garantire l’assistenza dovuta agli ospiti. Allora sì che scatterebbe il si salvi chi può, considerando anche le fragilità che spesso accompagnano queste persone.
L’altro tema è relativo a questo primo stanziamento che il Governo ha fatto per l’emergenza alimentare di chi non ce la fa, da spendere nelle prossime tre/quattro settimane.

Criteri, quantità, modalità di distribuzione e informazione capillare sono da definire nei singoli Comuni.
Io credo, che pur nel rispetto delle singole autonomie (senza esagerare però!), un’azione coordinata da Comunità Montana per rendere omogeneo l’intervento in tutti i Comuni, sarebbe opportuna e aiuterebbe le singole comunità ad assumere comportamenti condivisi e solidali, evitando che ognuno guardi nell’orto del vicino.

Del resto, in passato, esperienze in questo senso erano state praticate.
Ricordo i buoni regionali per gli anziani o i buoni famiglia, rispetto ai quali addirittura si era arrivati ad una lista di Valle coordinata da Valle Sabbia Solidale.

Ci si è messi insieme per la raccolta dei rifiuti, potrebbe valere anche in questa emergenza. Inoltre riterrei fondamentale che si coordini la rete delle associazioni e singoli che possono sicuramente aiutare i Comuni a raggiungere l’obiettivo. Perchè anche in questo caso il rischio di aiutare i furbetti è presente (già visto) e solo chi opera sul territorio può dare valido aiuto ai Servizi Sociali Comunali o di Valle.

Non affidiamoci solo alle domande online perché probabilmente chi è fragile non dispone di questa possibilità.
Queste sono le due questioni grosse che abbiamo davanti nell’immediato.

Insieme ce la possiamo fare, ma per favore qualcuno, giochi questa partita da capitano della squadra.

Vobarno 2 aprile 2020
Ernesto Cadenelli




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