Girare «En bandinèla» e prendere la «cohtepahciù»

Nonostante l'avanzare della bella stagione infatti, è meglio continuare ad usare la giacca.
Le scorse settimane ci hanno regalato giornate bellissime, ma chi ha deciso di spogliarsi fiducioso delle temperature miti, ne ha pagato le conseguenze con mal di gola e tosse.
E ai primi colpetti di raffreddore, la mamma puntuale ti ammonisce con il suo “Per forha! Te net en giro en bandinèla!”

È un'espressione che ho sempre sentito usare in Valle Sabbia e si riferisce a delle vesti leggere.
In effetti, è curioso notare come il termine compaia in tre lingue diverse: italiano, inglese e spagnolo.
In tutti e tre gli idiomi, la bandinella indica una benda, una striscia di tessuto leggero che si utilizza per incartare oggetti o proteggerli.

A seconda del contesto, può essere associato ad oggetti più precisi, come il drappo di tessuto che scende dal leggio in Chiesa o, come indica l'uso corrente dell'italiano, l'asciugamano che scorre dai rulli fissati al muro nelle toilette pubbliche.

Chissà quali peripezie hanno portato il morfema fino a noi, anche se in Italia è difficile inseguire e documentare tutti gli scambi linguistici avvenuti tra dialetti e localismi.
Potrebbe arrivare dall'influenza dell'impero austroungarico, che in ogni caso attinge dal ceppo germanico, o appartenere all'italiano volgare data l'influenza spagnola nel sud Italia, fino ad essere arrivato a noi lombardi con una mera traduzione.

In ogni caso, è estremamente affascinante notare come il localismo più stretto e specifico, per coincidenza o processo, sia legato ad uno spirito lessicale più che mai cosmopolita e poliglotta.