Cala il reddito dei valsabbini

Uno studio di Elio Montanari per conto della Camera del Lavoro di Brescia, basato sui dati del ministero delle Finanze riferiti alle dichiarazioni del 2013 relative ai redditi del 2012, ha tracciato il quadro della distribuzione della ricchezza nei Comuni bresciani.

Dal quadro emerge che la crisi ha contribuito a creare ancora più disparità fra ricchi e poveri.
Restringendo il campo ai Comuni valsabbini (comprendendo anche Muscoline e Prevalle), ecco una classifica dei Comuni in base al reddito medio delle dichiarazioni.

	Roè Volciano	21293
	Odolo	21102
	Barghe	20866
	Muscoline	20554
	Sabbio Chiese	20470
	Preseglie	19597
	Vestone	19592
	Villanuova sul Clisi	19152
	Gavardo	18899
	Vallio Terme	18212
	Vobarno	18212
	Casto	18.173
	Idro	17968
	Prevalle	17968
	Paitone	17845
	Agnosine	17810
	Provaglio Val Sabbia	17744
	Bione	17683
	Bagolino	17.457
	Serle	16990
	Anfo	16642
	Pertica Alta	16500
	Mura	16260
	Treviso Bresciano	15429
	Lavenone	15225
	Pertica Bassa	15032
	Capovalle	13852

La media provinciale è pari a 20.445: quindi solo i primi 5 comuni risultano sopra la media.

Interessante è anche il raffronto con un’analoga statistica riferita ai redditi pre-crisi del 2007, pubblicata da noi (Ricchi e poveri in Valsabbia).
Cinque anni prima era Odolo il comune più “ricco” della Valsabbia, con un reddito medio di 25.943, seguito da Roè Volciano (24.105) e da Barghe (22.776).

Si noti per Odolo il calo del 18,66%, una percentuale analoga anche per gli altri paesi, compreso il fanalino di cola che risulta essere sempre Capovalle, con -18,76% rispetto al 2007 (17.052 euro).

L’indagine mette in luce come la crisi abbia colpito il reddito delle persone che lavorano, soprattutto quelle con redditi medio-bassi.
“Un documento del Censis – spiega Montanari in premessa – mette in luce come  le famiglie di operai abbiano perso il 17,9% del reddito, mentre quelle dei dirigenti lo hanno visto aumentare dell’1,5%, un dato che si riflette anche nel bresciano. Il che significa, senza alcun dubbio, che la ricchezza si concentra sempre più e aumentano le disuguaglianze di patrimonio tra le famiglie, generando nuove povertà”.