17 Settembre 2013, 07.48
Valsabbia
Terza pagina

Andandomene nudo

di Leretico

Leggere ha delle controindicazioni: potrebbe succederci la stessa cosa accaduta all'hidalgo Alfonso Quijano, lettore accanito di romanzi cavallereschi...

 
Alfonso un giorno decise di diventare un cavaliere errante realizzando, di fatto, entrambi i sensi della parola "errante".
Battezzato il suo cavallo con il nome di Ronzinante ed eletto a suo scudiero un ambizioso ma saggio contadino di nome Sancio Panza,  egli parte dalla Mancia in cerca di avventure, allo scopo di rispondere a suo modo alle ingiustizie del mondo.
Don Chisciotte è il nome che assegna a se stesso, don Chisciotte della Mancia, appunto.
L'assurdità della sua decisione e delle sue azioni gli fanno guadagnare il giudizio malevolo dei suoi contingenti contemporanei, e anche al lettore all'inizio, ma solo all'inizio, questo squinternato personaggio sembra non solo improbabile ma anche ridicolo.
Ma pian piano, nel corso degli eventi che lo coinvolgono, si scorge la grandezza della sua figura, la metafora del suo agire, la risposta che un uomo può dare ad un mondo che non vuol cambiare.
Il comportamento di don Chisciotte è considerato dalla società che lo circonda come quello di un dissennato.
E più si va avanti nella lettura e più si ottiene la strana sensazione che la pazzia sia il tratto caratteristico di chiunque vada cercando di riparare alle ingiustizie del mondo, follia di un idealista spostato e sconclusionato.
Il famoso detto "combattere contro i mulini a vento" viene dalla folle battaglia ingaggiata dal nostro eroe contro alcuni mulini scambiati per giganti.
Il don Chisciotte non è solo rappresentazione di una società incapace di adeguarsi ai cambiamenti del mondo, e quindi destinata a fossilizzarsi, ma è anche la storia del contadino Sancio Panza, che con saggezza cerca di confrontarsi con quel mondo da cui vorrebbe, forse troppo ambiziosamente, ricavarne qualcosa di concreto.
Il governatorato di un isola è il premio promessogli da don Chisciotte e che egli, stranamente e ingenuamente, si aspetta davvero per il sacrificio di seguire un folle nelle sue farneticanti velleità.
Nel romanzo don Chisciotte subisce una trasformazione: da figura eroicomica diviene figura tragica, mentre quella di Sancio Panza da saggio alter ego del suo padrone diventa uomo disilluso inserito in un mondo irredimibile.
In fondo il tema di tutto il romanzo è un gioco di specchi tra follia e realtà. Il lettore alla fine non sa più riconoscerne il confine e si convince che chi cerca di combattere l'ingiustizia dei giorni nostri non possa che essere considerato un folle, tragicamente solo nella ricerca della verità.
Molto facile voler leggere nelle pagine di don Chisciotte il parallelo della realtà italiana di oggi. Già lo hanno fatto in tanti. Qui si vuole ricordare comunque un episodio, attualissimo, che riguarda Sancio, il fidato scudiero.
Arrivato finalmente ad essere governatore dell'isola di Barattaria, impaurito e stranito dalla battaglia con alcuni finti nemici che volevano invadere l'isola, decide di abbandonare l'incarico di governatore e con esso di rinunciare ai suoi sogni di gloria.
In quei frangenti confessa: "Andandomene nudo, come me ne vado in effetti, è chiaro che ho governato come un angelo".
Immaginate quale sia il politico che possa mai dire una frase del genere. Ed è questa la tragedia dei nostri tempi, che proprio nessuno dei nostri politici, non solo abbia davvero il coraggio di andarsene quando è il momento, ma che lo possa fare "nudo" dopo aver "governato come un angelo".
Il dramma del potere che "logora chi non ce l'ha", come diceva Andreotti, e che uccide con l'ingiustizia chi lo deve subire, si manifesta con l'impostura di chi si dipinge angelo senza nemmeno avere il coraggio di andarsene.
Vorrei qui citare un articolo, pubblicato in questo giornale, intitolato "Le parole sono importanti", per invitare alla riflessione su quale possa essere la potenza delle parole come strumenti di verità e viceversa su quanto male possano creare se diventano strumenti di falsità.
Di quanto alcuni diavoli possano trasformarsi in angeli se si permette loro la manipolazione del linguaggio.
Ed altresì ci sentiamo di indicare la letteratura, di cui il don Chisciotte è un celeberrimo esempio, come strumento che, in un gioco di specchi, fa rimbalzare al suo interno la luce della verità, se solo si voglia fare la piacevole fatica di percorre il viaggio che essa ci propone e se si è disponibili a raccogliere dentro se stessi il senso del suo raggio illuminante.
Il don Chisciotte della Mancia finisce con la morte del suo eroe, ritornato al villaggio nella Mancia da cui era più volte partito.
Torna sconfitto non solo per aver perso in battaglia contro un altro cavaliere, ma sconfitto, per paradosso, anche nel momento in cui riconquista il senno perduto.
La follia gli è servita come difesa verso la volgarità e la bassezza del suo mondo. A noi serve come misura per la libertà che ci è ancora concessa nel nostro.

Leretico
 


Commenti:
ID36038 - 17/09/2013 10:38:06 - (Dru) - E' buffo

Ho sempre sostenuto, al contrario di quanto vai dicendo sul Don Chisciotte come il nuovo che viene trattenuto da un mondo che non vuole cambiare, che lui è invece il mondo antico che vuole trattenere ciò che non può più trattenere per filosofia... argomento questo che andrebbe sviluppato per essere meglio determinato.Al dunque non ti sembra che il cavaliere errante, tipica figura in voga 3 secoli prima le scorribande del nostro personaggio indichi piuttosto la mia tesi ?

ID36044 - 17/09/2013 12:21:35 - (sonia.c) - standing ovation...

per leretico..

ID36052 - 17/09/2013 13:40:06 - (Giacomino) - Pure io

leggendo il libro di quello strampalato personaggio mi sono sentito di fare le stesse riflessioni. Gli idealisti sono cittadini sel mondo solo a metà in quanto non si adeguano alle convenienze e al cosidetto politicamente correto ma pure soffrendo l'incomprensione di chi li circonda non rinunciano alla purezza dei loro ideali.

ID36057 - 17/09/2013 14:19:56 - (Leretico) - La critica di Cervantes

Cervantes critica la società a lui contemporanea legata a pratiche e valori fermi da trecento anni, quelli cavallereschi. Li sbeffeggia impesonandoli in un improbabile hidalgo impazzito. Dopo un po' però il personaggio sfugge al suo autore, comincia a vivere di vita propria. Comincia, come in un moto hegeliano, a rappresentare il suo opposto, la tragedia di chi, cercando la giustizia, non può che fare la figura del folle. Un mondo doppiamente rovesciato fa emergere il dolore e la coscienza di chi cerca la verità.

ID36061 - 17/09/2013 15:02:37 - (Dru) - E qui che vedo l'errore anche se è riportato da Wikipedia

Cervantes critica quei modelli antichi, fondati sui valori, come uno scettico criticherebbe la certezza (coscienza) che voglia sapere della verità (le cose del mondo): la verità è inconoscibile e chi lo voglia, chi voglia perseguire tale strada, è colui che persegue ideali che non si sposano con la modernità e i tempi che corrono.

ID36071 - 17/09/2013 19:24:06 - (Aldo Vaglia) -

Mille modi di leggere il Don Chisciotte. Uno dei piu' riusciti e sarcastici e' quello di Monicelli in Brancaleone. Alla maestria del regista si accompagna l'impareggiabile interpretazione degli attori, un Gasman superbo ci da' uno spaccato indimenticabile di quella societa' dove i 'prodi cavalieri' erano in realta' dei grandi cialtroni. Il romanzo e' di estrema attualita'.

ID36078 - 18/09/2013 08:08:58 - (Dru) - Don Chisciotte

Rappresenta il tempo che non esiste come esiste per i suoi concittadini, l'istante eterno, la verità vista dal punto di vista della tradizione e si intuisce che Cervantes, dico intuisce poiché Cervantes ama celare le proprie convinzioni, risulta partigiano in questo. Leggendo il libro, romanzo che ho amato, nelle prime pagine l'esclamazione è " ma questo è matto, questo è completamente fuori dal tempo, tempo che corre e che muta ogni tradizione e convinzione, anche quella di un amore cavalleresco e dei suoi ideali". E' dunque il contrario di come si descrive e si vuole qui far passare il Don Chisciotte, non è quello il tempo per Don Chisciotte, il tempo per Don Chisciotte è ormai passato, dei draghi e mostri è rimasta solo la macchina infernale del progresso ( i mulini a vento).

ID36079 - 18/09/2013 08:16:56 - (Dru) - dicevo del fatto che Cervantes tifi per la tradizione

E' subito detto, chi legge il Don Chisciotte non può, al dunque, che parteggiare per lui e l'esclamazione finale, nella lettura delle ultime pagine di questo poderoso libro, è " peccato che quel mondo sia finito", rimane un amaro in bocca, ma rimane anche per sempre, nel lettore, la figura nobile e pura, come è l'istante dell'eternità, di un uomo vero, di un uomo che a quello che crede non rinuncia per niente e nessuno, contro ogni avversità, contro anche l'avversità delle avversità, contro il tempo.

ID36080 - 18/09/2013 08:32:11 - (Dru) - La stravaganza e la stranezza del personaggio, la follia...

...può risultare determinante, per evadere un giudizio negativo riguardo la purezza e la nobiltà, solo per chi non condividesse la mia analisi, ma appunto solo perché chi non la condividesse , rimarrebbe a margine del significato del Don Chisciotte del Cervantes, non lo avrebbe capito, in pratica avrebbe capito a suo modo, il modo del proprio tempo appunto, ma non a modo del Cervantes e cosa di quel tempo lui voleva mostrare.

ID36081 - 18/09/2013 08:53:21 - (sonia.c) - i nostri antenati...

descrivevano e riflettevano sul loro tempo..e sul loro passato.(altro non si può fare..il futuro si può solo immaginare con ampi margini di errore...) ma, sugli gli errori dei posteri non si riflette mai abbastanza. forse perchè sono troppo "spaventosamente"attuali..e si sà,la paura è alla base dell'ignoranza dei "sani" ,la sua assenza (in senso positivo)l'audace saggezza dei folli..

ID36082 - 18/09/2013 09:08:42 - (Aldo Vaglia) -

Tra i mille modi di leggere Cervantes c'e' anche quello di Dru, che lui pensi che ci sia un unico modo per capirlo e' una forma di fanatismo acritico.

ID36083 - 18/09/2013 09:30:37 - (Dru) - Aldo ce l'ha con me

Io parlo di Cervantes e lui mi mette all'indice, parlo di determinismo e lui dice che sono fuori tema, parlo di Severino e lui dice che sono severiniano, ma ripeto anche qui, Aldo parla di me, mentre fuori c'è un mondo che bussa e dice che stavamo parlando di lui.

ID36084 - 18/09/2013 09:58:38 - (Dru) - In specifico

Ho detto di chi non comprende Cervantes, non di chi non comprende me. Hai ragione, ho presupposto di aver intuito l'intimo pensiero di Cervantes, e in questo la mia presupposta intuizione è difficilmente mostrabile, qui accetto il fanatismo acritico, ma il Don Chisciotte deve essere amato per essere capito, come di ogni filosofia, altrimenti si stravolge completamente il suo senso, come intendo mostrare appunto. Monicelli, nel Brancaleone, non ha capito il senso del mio discutere (come Wikipedia e Leretico) se ha voluto rintracciare nel Don Chisciotte l'ispirazione al suo film, ma temo che non l'abbia capita più tu che lui, poiché i tempi nel caso del Don Chisciotte sono diversi e salta quindi, nel Brancaleone, la diacronia fra il personaggio e i suoi tempi, che è il fondamento del significato di purezza che del personaggio il Cervantes vuol conservare in tutto lo svolgimento del suo romanzo.

ID36086 - 18/09/2013 11:56:25 - (Aldo Vaglia) - Io non ce l'ho con nessuno, ce l'ho solo con le parole.

Perche' non si parli di te dovresti leggere cosa scrivono gli altri o per lo meno rileggerti. E' un principio scolastico, ma da' i suoi frutti. I mille modi di leggere Cervantes non sono mie parole, ma cio' che si dovrebbe definire la 'verita''. Le interpretazioni di chi scrive come di chi guarda delle opere d'arte non sono univoche e oggettive. Sono soggettive e dipendono dal lettore e dall'osservatore. A volte si fa dire al poeta allo scrittore all'artista cio' che a lui non passa neanche per l'anticamera del cervello. Questo non inficia il fatto che l'autore consideri alcune interpretazioni piu' vicine al suo sentire. Anche se per te il tempo e' una variabile indipendente non possiamo sapere cosa ne pensa Cervantes della tua interpretazione.

ID36088 - 18/09/2013 12:11:47 - (Dru) - ok vedo che con un po' di verità

sono riuscito a farti comprendere quanto sia determinante la prospettiva e che se partiamo considerando cose presupposte non fondate dalla ragione, ma dall'intelletto astratte, allora di tutto ciò che è l'oggetto, diventa per contraddizione l'impossibile altro di quell'oggetto. Vedi che, al contrario di quanto scrivi, ora, più di prima, conveniamo.

ID36089 - 18/09/2013 12:19:25 - (Leretico) - Brancaleone

Quella di Monicelli è una traduzione del don Chisciotte certamente memorabile, un opera d'arte eccezionale. Del don Chisciotte esaspera il lato surreale della difesa dei valori cavallereschi in un mondo attento a ben altro. Il contrasto è curato così nel dettaglio da dipingere una figura a sè stante, differente alla fine dal don Chisciotte da cui pur Monicelli è partito. Il don Chischiotte come opera è molto più complessa, si innestano in essa diversi piani: l'autore e la sua polemica rappresentazione del mondo a lui contemporaneo; la giustizia e la verità oggetto di ricerca solo per i folli, o meglio l'essere folli se si crede di poterle trovare nel mondo che ci circonda; la politica e il potere e di come si beffano del cittadino; ma soprattutto l'isolamento tragico, l'estraneità drammatica del personaggio, rispetto al suo gruppo sociale di riferimento, ottenuti nel precisio momento in cui decide di combattere

ID36090 - 18/09/2013 12:23:00 - (Leretico) - continua

l'ingiustizia. Nel don Chisciotte si confrontano due mondi che si respingono, il primo dell'illusione il secondo della corrotta e immobile realtà. L'amara sorte del personaggio è ciò che deve attendersi chiunque voglia percorrere la stessa strada.

ID36109 - 19/09/2013 15:00:59 - (sonia.c) - non ricordo dove l'ho letta questa storia/fiaba ma..

mi sembra in tema... un giorno,nelle terre di un grande re indiano ,sgorga una fonte misteriosa. i sudditi bevono quell'acqua squisita ma,dopo pochi giorni, impazziscono..a loro insaputa! credono di essere come prima..l'unico che non ha bevuto è il Re, e per questo viene considerato dai sudditi..pazzo..non lo capiscono !e lui non capisce più loro! è completamente solo!disperato, decide perciò di bere e impazzire a sua volta ,non sopportando più la terribile condanna di essere l'unico sano, in un mondo folle...continua-

ID36110 - 19/09/2013 15:11:01 - (sonia.c) - qual'è la nostra fonte avvelenata?

..parafrasando Travaglio.di una corbelleria ..fino a che diventa una verità..la "fonte DELLA FOLLE CORBELLERIA sgorga direttamente nelle nostre case,attraverso strumenti elettronici chiamati:internet e televisione...(una esempio di un concetto a forte contenuto demenziale che ho trovato ripetuto già qui e trovato sui siti nazionali: Le idee sono sbagliate SOLO nel momento in cui si concretizzano in atti vietati dalla legge......aiutooooooooooooooooooooo.....

Aggiungi commento:

Vedi anche
24/11/2012 08:12

Da Vanvera a Zonzo Lettore, tu sei un tipo curioso, altrimenti non saresti qui a leggere queste righe. Allora approfitto per raccontarti un sogno che ho fatto qualche notte fa. Uno dei pochi che sono riuscito a ricordare...

07/04/2014 07:16

Il vincente è il perdente, sono la stessa «cosa» L'altro giorno qualcuno mi ha dato dell'apologeta dell'immoralismo, perché ne sarei un tifoso nel definirne i contorni e le dinamiche dentro il nichilismo (=l'esser niente)...

23/05/2015 10:49

S’i’ fosse foco La buona scuola? Un suggerimento su cosa è e come potrebbe essere arriva dall'Antica Grecia

08/12/2015 12:10

Il paese delle meraviglie Alice rise: «E' inutile che ci provi, non si può credere a una cosa impossibile».
«Oserei dire che non ti sei allenata molto» ribatté la Regina

26/06/2014 07:25

Restare liberi nella tecnica E' significativo il pensiero che rende il senso della cosa, o il significato che è la sua essenza. differentemente il suo esser quella cosa, quel pensiero, vuole la trasformazione di essa. La trasformazione di essa è lo scopo dell'azione voluta




Altre da Valsabbia
23/04/2024

Quasi 100 anni per A.C. Gavardo

Un impegno che arriva a toccare il secolo, quest'anno l'associazione calcistica gavardese firmerà con orgoglio il raggiungimento di un traguardo, letteralmente, epocale

22/04/2024

Synlab, si riparte

In merito al ripristino graduale dei servizi Synlab a seguito dell’attacco hacker subito lo scorso 18 aprile, Synlab fa sapere che al Santa Maria di Vobarno sono al momento bloccate solo le prenotazioni per gli esami radiologici

22/04/2024

Gino Bartali, l'eroe silenzioso

Per la rassegna “Altri Sguardi” questo mercoledì, 24 aprile, Federica Molteni in scena nello spettacolo dedicato al ciclista italiano che salvò centinaia di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale

21/04/2024

Una galleria per la Gardesana

Una soluzione agli infiniti problemi di circolazione del tratto Gargnano - Tignale? Forse, si muovono i primi passi per il progetto con inizio appalto per il 2025

21/04/2024

Un, due, tre...Musei, alla scoperta delle meraviglie artistiche nel territorio

L’Associazione Abbonamento Musei, realtà no profit, quest’anno regalerà alle famiglie e ai loro bambini, dai 6 ai 13 anni che frequentano gli oratori, 16.000 abbonamenti per scoprire insieme l’inestimabile ricchezza del patrimonio artistico regionale

21/04/2024

Le stelle sono tante milioni di milioni

Il ricordo di Angio Zane e Prassede Gnecchi, il “Ponte di libri” in Fiera, “L’avaro” replica a Vestone, la nascita di una bambina, tre addii e vari eventi

21/04/2024

Settima edizione per i corsi «Golden Car»

Paolo e Maurizio Mazzacani tornano con un'iniziativa dal nobile scopo: restituire l'autonomia, almeno a livello stradale, ai giovani con disabilità; una giornata di lezioni sia su carta che su strada

20/04/2024

Dottoressa bavarese

Congratulazioni ad Eleonora, di Muscoline, che si è laureata in Sales Management presso l’Università FOM a Monaco di Baviera in Germania

20/04/2024

14 grammi in casa: due individui residenti a Bione denunciati

Attività sempre più assidua quella della Polizia Locale: sequestrata piccola partita di droga, denuncia per i due consumatori

20/04/2024

L'Unione ristoranti del buon ricordo festeggia i 60 anni

Al sodalizio sono stati legati, nel corso degli anni, ristoranti valsabbini e gardesani che donavano ai commensali degli speciali piatti in ceramica decorati, ora oggetto di collezione