E' da un po’ di tempo che cerco di incontrare il fotoamatore “girovago” Attilio Zontini, per gli amici di Storo conosciuto come el “Nani”…
Classe 1953, è da poco in pensione e dove c'è da fotografare qualcosa di insolito, d 'altri tempi, scatti che fanno riemergere il passato o la storia visiva riproposta con rievocazioni, lui c'è sempre.
Di carattere schivo, svolge il suo lavoro in punta di piedi, senza disturbare nessuno.
Ci incontriamo a casa sua alla fine del 2019, è nel suo studio davanti al computer ad elaborare le ultime foto scattate, e fa un riassunto della sua passione per le immagini: belle, creative, artistiche.
Accendo il registratore e lo lascio raccontare.
La sua vita lavorativa l'ha trascorsa in una fabbrica di Storo.
Alla domanda di come è nata la sua passione per la fotografia, la sua risposta è semplice e simpatica:
“El me zio a Santa Luzia el ma regala, su i dudes agn, ne scatolot de machena fotografeca, de plasteca, e da alura m’è nata la passiù”.
Lo zio quando era adolescente gli aveva regalato una piccola macchina fotografica di plastica, a scatto fisso, e da lì è nata la passione, che dura da tutta la vita.
I suoi primi scatti li ha fatti ai compagni di scuola.
“I me desea che ero bravo, a se no l'era vera”. Mi lodavano e mi dicevano che ero bravo, perché per loro la fotografia era una novità.
El Nani è un po’ un “solitario” della fotografia, anche se nel 1986, con Elvino Poletti e pochi altri ha fondato il ”Il Lodron Fotoclub”.
Negli anni ha cambiato diverse macchine fotografiche, ed ora afferma che con le digitali le elaborazioni sono più facili, per chi ama il bianco e nero. I ritocchi, per lui, devono essere sempre leggeri e mai snaturare lo scatto.
A tal proposito il ricordo va allo scomparso fotografo storese Pierino Sai, un maestro nel ritocco dei ritratti in bianco e nero, che li faceva con la grafite, con la matita. Possiedo ancora una sua foto di quando in gioventù ha elaborata la mia carta di identità, dove non si vede un difetto.
Ora tale lavoro si fa elettronicamente.
Le mostre fotografiche di Attilio sono state sempre con fotografie, splendide, artistiche, tassativamente in bianco e nero.
Il mio rapporto con Attilio, fino a dieci anni fa, era di pura conoscenza casuale, poi è nata una collaborazione molto proficua che ha portato a realizzare insieme video fotografici molto belli e interessanti.
Attilio sta lavorando sul suo ultimo video, ancora sui carbonai di Bondone, che avrò l'onore di commentare.
Verso il 2011, alla festa del Carbonaio che si tiene ogni anno a Malga Alpo di Bondone, Attilio sfoglia l'album delle foto in bianco e nero scattate negli anni ‘60 da don Mansueto Bolognani “El Pret dei Carboner”, in visione per la gente che sale lassù.
Subito in lui si fa largo il desiderio di salvare quella documentazione storica, così importante.
Sa che don Mansueto è mio cognato, mi contatta e ben volentieri gli fornisco quelle foto uniche e importanti per la comunità di Bondone.
Attilio con pazienza certosina le scannerizza, le ritocca, le cataloga, le salva, e quegli scatti di cui pochi si rendevano conto del loro valore storico, vanno a finire su giornali, libri e riviste.
Come osserva giustamente Attilio, gli scatti di don Mansueto illustrano la storia di quelle povere famiglie di carboner in montagna che lui in estate andava a visitare, con gruppi di insieme ripresi davanti alla “baita”, ricovero in frasche dove abitavano, o scatti sui grandi “poiat”.
Tutti posano gioiosamente davanti al loro parroco.
Splendidi i bambini che in montagna aiutavano nel lavoro i genitori e non avevano niente, ma sulle fotografie di allora, dai loro sorrisi traspare una gioia naturale, non artificiale, contenti di quei poveri giocattoli a disposizione, il cane, il gatto e poco altro.
Attilio si innamora della storia dei carboner, e vuole andare avanti con la storia fotografica di don Mansueto, non imitandolo, ma riproponendo nuovi scatti e scavando profondamente nel loro lavoro.
Immortalarli nel momento più duro delle loro fatiche, mentre usano i loro pochi attrezzi manuali, nel momento infernale della cavata del poiat: “Inferno dantesco dei carboner”.
A Bondone ci sono in attività ancora due carbonai, Dario Scalmazzi e Pietro Salvotelli, che “i fo”, costruiscono il loro” poiat”, in località “Plos” e a Malga Alpo in occasione della festa del carbonaio.
Attilio Zontini sarà l'ombra dei due carbonai per sei anni, migliaia di scatti, giorno e notte.
“No a mo fenì”. Non ho ancora finito, racconta nella nostra intervista.
“Go a mo le fomne carbonere da fotografar”. Ha ancora da fotografare le ultime donne carbonere, appena preparata l'ambientazione.
Ma il lavoro di ricerca di Attilio Zontini non si è fermato ai carbonai.
Verso il 2010, girando in estate nella piana dei “gregi” i terreni agricoli che vanno verso Idroland, vede al lavoro “le gabine” le donne contadine di Baitoni. già avanti negli anni che coltivano la terra come una volta: con le mani, la zappa, il rastrello e tanta forza di volontà, perché gli anni avanzano e non sono più giovani.
Vinta la loro diffidenza, Attilio le segue ed è sempre lì pronto per lo scatto che fa la differenza tra uno normale e uno artistico.
Per due estati è sempre a contatto con loro, e nasce l'amicizia e gli inviti ad andare a bere il caffè nello loro case si sprecano.
Anche da questo suo lavoro, come vedremo più avanti, nascono delle mostre spettacolari.
Questi i due lavori a cui Attilio ha dedicato tempo, tanto, e passione, come afferma, gli hanno dato tanta soddisfazione.
Attilio Zontini ha fatto un lavoro di ricerca molto importante anche per il suo paese natio, Storo.
Ha fatto aprire dai proprietari le case chiuse in attesa di vendita o restauro e in quelle case disabitate è andato a cercare quei luoghi dimenticati e che i giovani di oggi non sanno neanche che esistano.
Vecchie stalle dove una volta si faceva filò, i tanti “vau” avvolti dimenticati, i poveri lavatoi in graniglia una ricchezza negli anni ‘50. I tanti “cessi a foia”, gabinetti di una volta sui ballatoi esterni.
Di tutto e di più. Una documentazione ampia ed esaustiva.
La sua documentazione non si ferma qui.
Tanti scorci della sua Storo, ripresi nelle varie stagioni: le nevicate sulle tante fontane nelle penombre nebbiose, i lampioni con la loro luce quasi mortuaria in autunno, pieni di ragnatele, la chiesetta di San Lorenzo fotografata con le prime nevicate, attorniata dai pini coperti di neve: splendida.
Attilio nel suo Dna ha la passione per foto esclusive che, oltre a creare stupore, facciano riflettere.
Questo non è poco per un autodidatta della fotografia, il cui unico maestro è la sua fantasia.
Ma la sua verve fotografica non si ferma qui. Da anni segue il carnevale “bagosso” e anche storese.
Molti dei suoi scatti sono stati pubblicati anche su Vallesabbianews, nella foto del giorno.
A Bagolino ha realizzato una mostra con gli scatti dei bambini in maschera: bella ed esclusiva!
Collabora con il circolo pensionati “Dei Voi” di Storo. Per loro ha scannerizzato e sistemato le foto di una volta, raccolte presso le famiglie di Storo, e consegnate poi all'archivio comunale.
Chiudendo l'incontro con Attilio Zontini dedichiamo un po’ di spazio alle mostre fotografiche realizzate nel tempo.
Mostra delle donne contadine di Baitoni, permanente per tutta una estate nella torre all'entrata del Castello San Giovanni di Bondone. Mostra ripetuta nella casa sociale comunale di Baitoni.
Mostra ultimamente delle stesse a Cimego in occasione della presentazione del vino dei viticoltori della valle del Chiese “il Clisium”. Le contadine di Baitoni, perfette per quel convegno.
I carbonai di Bondone in mostra al Castello San Giovanni di Bondone per tutta l'estate nelle sale della casa padronale del maniero.
Mostra molto ampia sui carbonai, a Tione, organizzata dal Centro Studi Judicaria dal titolo “L'arte antica del Carbonaio”. Realizzata nel maggio 2018, ha avuto ottima accoglienza con tanti visitatori.
In chiusura si può senz'altro affermare che Attilio Zontini, nella sua umiltà caratteriale, viene esaltato dalla sua arte fotografica, che fa dire a chi vede le sue foto. “Bravo... bravo... fotoamatore... Nani Zontini!”.
Nelle foto di Attilio Zontini:
- Autoscatto “naif” che immortala Attilio Zontini
- Le contadine di Baitoni, le “gabine”, al lavoro nei campi dei greggi
- Controllo notturno del poiat dei carbonai Pietro e Dario
- Il poiat brucia. Spegnimento e chiusura della falla