Dove va il volontariato?

Si tratta di un provvedimento che intende introdurre alcune modifiche sostanziali in un ambito che interessa larga parte della società italiana, modificando la disciplina che inquadra l’identità e le attività di associazioni, fondazioni e altre istituzioni di carattere privato senza scopo di lucro oltre che delle imprese sociali e del Servizio civile nazionale.

Tra i capisaldi del provvedimento si possono menzionare: l’obbligo della trasparenza e della pubblicità per i soggetti di volontariato; l’ampliamento di forme di tutela degli associati; l’istituzione di un registro unico nazionale del Terzo settore;  il potenziamento del ruolo di coordinamento dei Centri di servizio per il volontariato; l’aggiornamento dei regimi tributari a carico delle Associazioni; la regolamentazione dei canali pubblici di finanziamento del non profit.

La riforma intende rispondere all’esigenza di una semplificazione normativa, a fronte delle diverse disposizioni specifiche che sono state emanate negli ultimi anni e che hanno spesso rallentato o reso più complicato il funzionamento del settore e dei suoi comparti.
Nel complesso, essa s’inserisce in una fase d’importanti cambiamenti interni che, ad esempio, stanno interessando il mondo delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale.

Molte indagini recenti evidenziano che il numero delle realtà attive nel volontariato è in aumento.
Le organizzazioni iscritte al Registro generale regionale lombardo del volontariato sono circa 5 mila, quasi 600 di queste hanno sede nella provincia di Brescia.
Le associazioni più recenti hanno un numero di iscritti piuttosto limitato e in generale si sconta un aumento dell’età media dei volontari.

Si sta inoltre assistendo a una trasformazione organizzativa di molte realtà sempre più orientate a dotarsi di una strutturazione interna che preveda più organi sociali, a fronte di forme associative degli inizi o del passato caratterizzate spesso da spontaneismo e improvvisazione.

Alla luce del nuovo quadro normativo che si va delineando, sarà interessante notare anche nel territorio valsabbino, se le organizzazioni di volontariato saranno in grado di conciliare la forte spinta ideale che le caratterizza con la necessità dell’adozione di nuove logiche organizzative.  

Per il prossimo futuro, la sfida sarà quella di riuscire a mantenere intatti i positivi orientamenti alla creazione di socialità, senso di appartenenza alla comunità locale, fiducia nell’altro, disponibilità alla solidarietà a fronte delle crescenti richieste di istituzionalizzazione e di accoglimento di alcune istanze “profit” che provengono dal contesto generale in cui operano oggi le organizzazioni di volontariato.