19 Aprile 2016, 07.49
BLOG - Eppur si muove

Verità e giustizia

di Leretico

Senza verità non può esserci giustizia. Già, la verità, ma quale?
Da Regeni agli antichi Greci e ritorno


Ho ascoltato recentemente la conferenza stampa della mamma di Giulio Regeni, il ragazzo torturato e ucciso in Egitto.
Al termine dello straziante racconto delle condizioni in cui versava il corpo del giovane, abbandonato come un cencio al lato di una strada, la mamma ha chiesto per il figlio verità e giustizia. Renzi, sull'onda emotiva che montava, ha più volte affermato in questi giorni che l'Italia si fermerà, nella sua azione contro l'Egitto, solo di fronte alla verità.

Altri casi nelle ultime settimane hanno scosso le coscienze degli italiani: il delitto Varani a Roma in cui un giovane ha perso la vita per le coltellate e martellate ricevute da alcuni amici dalla dubbia identità sessuale che lo avevano invitato ad una festa-trappola. Alle domande dei giornalisti i parenti di Varani hanno risposto chiedendo verità e giustizia per il proprio congiunto.

L'altro caso, non meno devastante di quelli appena sopra menzionati, è quello dei tecnici Italiani Fausto Piano e Salvatore Failla, sequestrati in Libia alcuni mesi fa e morti a colpi di fucile mitragliatore durante un presunto tentativo di liberazione andato a finire male.
La moglie di Failla in una dichiarazione alle televisioni nazionali ha chiesto verità e giustizia per suo marito, innocente morto in un paese straniero dove era andato per lavoro.

Per queste persone, come per il senso comune in genere, la giustizia è legata indissolubilmente alla verità tanto che non può esserci l'una senza l'altra. Per queste donne addolorate non può esistere pace senza conoscenza della verità.
La verità è loro necessaria per dare senso agli eventi, per dare fondamento ad un possibile futuro in cui sopravvivere.

E la giustizia a sua volta è necessaria per riportare ordine in ciò che è stato dilaniato, distrutto, ucciso. Tale ordine non si può ottenere se il procedere al suo ripristino non deriva dalla verità. Il bene a cui la giustizia deve tendere non può essere ottenuto senza verità.

A questo punto cambiamo momentaneamente il piano del discorso: pensiamo a quelle notizie di cronaca che raccontano di un fatto, di un evento. Spesso ci ritroviamo a leggere di accadimenti a cui anche noi abbiamo assistito e notiamo impressionati quanto diverso sia ciò che leggiamo da ciò che conosciamo e ricordiamo.

A volte l'età del protagonista di una notizia varia, nelle opinioni giornalistiche, mediamente di 5 anni intorno alla sua età reale, per non parlare del numero di partecipanti ad una manifestazione, ad un corteo: migliaia per alcuni, centinaia di migliaia per altri. In questi casi ci chiediamo sempre, vista la difformità nei racconti, come ciò sia possibile.

Se poi ci si recasse in una piazza e si chiedesse banalmente al primo passante cosa pensi di questa differenza di opinioni, risponderebbe candidamente che le verità sono mille, ognuno possiede la propria.
Come notiamo l'atteggiamento delle persone nei due piani sopra indicati è completamente diverso, nonostante sia sempre questione di verità.

Finché si tratta di fatti considerati lontani, innocui, si rimane possibilisti, relativisti.
Quando invece la morte e la tragedia ci toccano da vicino, quando la violenza degli eventi stravolge profondamente e orribilmente il nostro vivere, ecco che sentiamo veemente il bisogno di conoscere la verità, desideriamo ardentemente giustizia.

Il terrore, l'angoscia generata dall'imprevedibile che colpisce vittime innocenti, e che potrebbe colpire chiunque, si espande in onde concentriche nella società, la quale si riscopre indifesa da un lato e disgustata dall'altro.
Emerge che la verità ricercata dagli offesi, voluta dai parenti delle vittime per farne conseguire giustizia, è in contraddizione con quella normalmente accettata dal senso comune e puntualmente offerta dai media, da chi governa quei media, da chi ha da perdere o da guadagnare fornendo una versione, piuttosto che un'altra.

Alla volontà di conoscere come sono andate le cose
viene opposta un'altra volontà, quella di non farle conoscere. Al valore della vita creduta diritto naturale inviolabile viene contrapposto, con le parole della politica, un diritto che trova fondamento in sé stesso; ad una fede giusnaturalistica viene contrapposta una fede positivistica.

Ma ecco l'elemento sorprendente: se entrambe sono fedi, se entrambi sono modi di espressione della volontà, benché contrapposti, allora la verità sarebbe risultato di volontà in conflitto. Se così fosse non potrebbe mai esserci una giustizia conseguente.
La giustizia non può derivare dalla vittoria di una volontà rispetto alla sconfitta di un'altra volontà, non può essere espressione di una parte che riesce a prevalere su un'altra.

Se vogliamo approfondire consideriamo questa situazione: trovandoci seduti ad una tavola imbandita, se guardassimo frontalmente una bottiglia di vino posta al centro della tavola, ne potremmo vedere l'etichetta anteriore mentre un nostro interlocutore, seduto di fronte a noi oltre la bottiglia, ne vedrebbe l'etichetta posteriore.
Né noi né il nostro interlocutore potremmo mai dire di conoscere la verità di quella bottiglia, perché ciascuno vedrebbe solo una parte, chiamandola immanente e relegando ciò che non si vede al trascendente. La verità dunque riguarda il tutto, non una parte, riguarda la bottiglia nella sua totalità non la sua parte frontale o posteriore, seppur magnificamente decorate.

Sulla scorta di ciò, torniamo a Renzi
e alle sue affermazioni di volere dall'Egitto la verità "vera".
A parte la banalità di pretendere una verità "vera" che significa presupporre che ci possa essere una verità "falsa", cosa impossibile, Renzi parla in questo modo perché sa perfettamente che così come la storia è scritta dai vincitori, così la verità che offrirà alla mamma di Giulio Regeni o alla moglie di Salvatore Failla, sarà un racconto elaborato, scelto, mediato e meditato in ragione delle forze in campo. Userà il linguaggio della politica, quel diritto che già Natalino Irti definì "senza verità", per affermare una tesi che non avrà nulla a che fare con la verità ma con la forza di chi la enuncerà.

Il dramma dei parenti che chiedono giustizia è tutto qui: pur anelandole, mai avranno verità, mai avranno giustizia.
Ma allora esiste la verità? Dai Greci in poi la verità gode della caratteristica dell'incontrovertibile: come stanno le cose e non potrebbero stare altrimenti, ciò che resiste a qualsiasi negazione, ciò che rende ogni tentativo di negazione una auto-negazione. Dunque esiste e dipende dalla sua capacità di superare ogni volontà, ogni fede che si frappone ad essa intendendo esautorarla. Non dobbiamo disperare dunque, ma nemmeno accontentarci. La verità esiste e può essere terribile, ci lascia tracce per farsi riconoscere: a noi capire, a noi usare la ragione per sapere come stanno le cose.

Leretico


Commenti:
ID65684 - 19/04/2016 08:44:34 - (Dru) - molto bello l'articolo

complimenti Leretico... però "vorrei fare" alcune puntualizzazioni ad un discorso che è già tondo così.

ID65686 - 19/04/2016 08:50:45 - (Dru) - a Irti

un diritto senza verità è come una pallina di gelato senza il cono di un conogelato, o una volontà sulla verità senza verità, o un errore. Un errore lo è solo in base al suo apparire come errore. Altrimenti non è un errore.

ID65687 - 19/04/2016 08:53:28 - (Dru) - un conogelato

lo è solo se appare come conogelato altrimenti non è un conogelato, una volontà sulla verità è solo se appare la "volontà sulla verità" altrimenti non è "volontà sulla verità".

ID65688 - 19/04/2016 09:13:08 - (Dru) - Qesto significa, e è il centro di ogni significato caro Leretico,..

che se appare che la giustizia è la "violenza", cioè se appare che il fondamento, cioè il significato che diamo alle cose, è un significato di violenza, allora la giustizia che vuole Renzi ""non può"" esser davvero detta, come dici tu, impossibile, cioè impensabile, ma deve essere detta ""necessaria"". Perché se "come stanno le cose", se cioè la verità delle cose è che esse possono esser prese, e quindi disponibili ad esserlo, se il fondamento delle cose è che esse sono volontà, allora il tuo "Se così fosse non potrebbe mai esserci una giustizia conseguente" è solo il coro dei perdenti sui vincenti... e la giustizia è violenza diventa assoluta innocenza, essendo l'innocenza il luogo dove riposano tutti i diritti.

ID65689 - 19/04/2016 09:16:00 - (Dru) - quindi quel tuo

"Se così fosse non potrebbe mai esserci una giustizia conseguente." si trasforma in "Se così fosse, sarebbe questa la giustizia"...

ID65690 - 19/04/2016 09:16:58 - (Dru) -

fatto il fosburi?

ID65691 - 19/04/2016 11:36:37 - (snaf) -

e ci risiamo, il solito pingpong tra l'eretico e dru....che poi di fatto gioca da solo contro il muro... e per di più cubitale in homepage...bah..

ID65693 - 19/04/2016 11:56:28 - (Dru) - a snaf posso dire

che non è obbligato da nessuno a capire...

ID65694 - 19/04/2016 12:05:11 - (Dru) - se invece vuol giocare (a ping pong)

avanti, le lascio la mia racchetta, se non ne ha una... anche se è buffo davvero dover scendere a questi livelli di conversazione. Non sono certo io che impedisco un commento a lei snaf, che lo vorrebbe fare, ma non sa cosa dire, o non lo vorrebbe fare, perché voler fare implica essenzialmente il non volere. Ma lei vede l'articolo, poi lo legge e infine vorrebbe dire, e l'unica cosa che le viene alle labbra è quello che ha scritto... miseria...

ID65695 - 19/04/2016 12:05:57 - (ANELE) -

...Pi che vedere l'etichetta della bottiglia ,spesso credo che chi in cerca della verit sia l'etichetta stessa; a seconda di chi vede l'etichetta si ha un'interpretazione reale degli accaduti e non spesso vera di ci che successo veramente. La realt non spesso la verit... scrutare la verit a tutti costi porta con se spesso un dolore inaccettabile... quindi mi chiedo quanto costa il sapere vero??? Spesso meglio fermarsi e concepire che non siamo pronti alla verit perch siamo persone non perfette dotate non solo di ragione ma anche di cuore! Che senso ha costringere il nostro cuore ad un infarto per soddisfare il nostro cervello? Me lo chiedo tutte le volte che sono in cerca della verit ...cuore e cervello quanto si tratta di eventi personali sono collegati sempre ... ne vale la pena?

ID65697 - 19/04/2016 12:12:05 - (Baldo degli ubaldi) -

La verità è la giustizia non sono né vere né tantomeno giuste in quanto decise dall'uomo , per questo ci si rifugia nella verità è nella giustizia divina

ID65700 - 19/04/2016 12:42:27 - (snaf) -

semplicemente discutere della verità in questi termini è come parlare del sesso degli angeli. Per Regeni ci accontenteremmo volentieri di una moviola di quel che è successo, coi nomi e i mestieri degli attori. Con questo poi oguno darebbe il suo giudizio e avrebbe la sua "verità". Tutto il resto disquisizioni fini a se stesse.

ID65701 - 19/04/2016 12:43:33 - (Leretico) - Caro Snaf

Non è un ping pong tra me e Dru, tutti possono intervenire. Se lei ha qualcosa da dire la scriva, ma ci lasci la libertà di confronto qui in Vallesabbianews per favore. Oppure lei è per la censura totale? Oppure non vuole che Vallesabbianews pubblichi i miei pensieri? Ho la sensazione però che lei non abbia ulteriori argomenti. Se però ne trovasse, in mezzo a quelli quotidiani, di un po' interessanti, li posti qui per favore, saremo lieti di discuterne.

ID65703 - 19/04/2016 12:57:46 - (ANELE) -

carissimo Dru, credo che sia una persona davvero confusa, la critica non viene sempre dal buon senso e dal sapere ma dalla Beata ignoranza !Le pongo questo quesito ? Quanto vero lei come individuo e quanto come persona? Se in grado di dare questa risposta in grado anche di rispettare gli altri non solo con la critica ma anche danno spazio ai pensieri! Se lei si crede Dio sappia che lo crede solo lei ...tendere alla consapevolezza di s cercando la verit umano , pensare di essere meglio non dandone la certezza da ignoranti!

ID65704 - 19/04/2016 12:59:00 - (Leretico) - I commenti di Dru

I commenti di Dru sono molto profondi. Per capire quello che scrive occorrono anni di studio e sacrifici su temi molto difficili. La sua conoscenza filosofica è ampia ed è difficile rispondergli perché non è mai banale ed è sempre pertinente. Trovarlo in contraddizione è raro. Nelle sue argomentazioni è rigoroso e per me è un piacere discutere con lui a quel livello. Capisco che non sia per tutti, ma chi non desidera leggere può saltare a pié pari i suoi commenti e può anche non leggere i miei articoli, ma sappia che ritengo i contributi di Dru di grande valore. Per me sono un arricchimento a cui non voglio rinunciare. Qui esprimo un ringraziamento pubblico alla passione di Dru per la verità e allo stimolo che mi ha dato ad approfondire e a mettere in discussione i miei modelli mentali allo scopo di essere una persona migliore.

ID65705 - 19/04/2016 13:10:14 - (ANELE) -

consapevolezza di s ...nel rispetto altrui! Se non si vivono su se stessi certe verit davvero difficile capirle ...non si pu giudicare una sofferenza che deriva dalla voglia di sapere la verit se non si partecipa in prima persona! Ci che voglio dire ne vale la pena? Quanto? Se tornasse in vita qualcuno ne varrebbe la pena, non crede?? Se no la verit alimenta ancora di pi la sofferenza! L'accettazione dei fatti spesso aiuta a vivere di pi della verit!

ID65707 - 19/04/2016 13:26:56 - (Dru) - lei Anele

dice: l'accettazione dei fatti spesso aiuta di più della verità. Mi definisca cosa intende lei per fatti e cosa per verità.

ID65709 - 19/04/2016 13:39:19 - (Dru) - l'aiuto

se per lei la verità è "come stanno le cose" e questa badi è la definizione "astratta" di verità, cioè è quella traccia che in ogni cosa rimanda a quella, allora dicendo che più sono i fatti della verità intende dar valore ai fatti, si che la sua verità sono appunto i fatti e la loro accettazione, si che come stanno le cose è l'accettazione dei fatti. intendo dirle che la verità possiamo negarlo con i fatti, ma negandola, la sua negazione, per essere deve essere "vera" negazione, ossia la verità gli sta sempre alle spalle...

ID65710 - 19/04/2016 13:41:12 - (Dru) -

o per caso lei voleva dire e non dire allo stesso modo e per lo stesso rispetto... tanto valeva che non andasse a Megara...

ID65713 - 19/04/2016 13:59:09 - (Dru) - infatti la verità

è il massimo valore, e dicendo che la verità è meno valevole dei fatti, si intende, per verità, dire che i fatti son verità...

ID65714 - 19/04/2016 14:01:07 - (Dru) - o la loro accettazione

...

ID65716 - 19/04/2016 14:09:08 - (Dru) - se invece lei intende dire che è meglio non sapere

d'altra parte non sapere deriva dal sapere. Non sapere di qualcosa significa, del sapere di quello, che quello può essere.. facciamo un esempio: non voglio sapere se mio figlio è stato sparato intenzionalmente o è caduto per mala sorte significa , nella verità: mio figlio o è stato sparato "per intenzione" o ha avuto un incidente.. si tratta di possibilità e non volerlo sapere significa rinunicare alla conoscenza non alla verità.. alla verità non si può rinunciare.

ID65717 - 19/04/2016 14:36:51 - (Leretico) - Tutto il resto

Scrive Snaf: "Per Regeni ci accontenteremmo volentieri di una moviola di quel che è successo, coi nomi e i mestieri degli attori. Con questo poi oguno darebbe il suo giudizio e avrebbe la sua "verità". Tutto il resto disquisizioni fini a se stesse". Significa: ognuno darebbe il suo giudizio su una moviola di quello che è successo. Ma quella moviola avrebbe il difetto che in questo articolo si critica. E allora? E poi ognuno avrebbe il suo giudizion su cosa? Su quanto visto nella moviola? Allora ricadiamo nello stesso problema senza risolverlo. Se poi lei Snaf intende che la veirità su Regeni è quella di cui lei si accontenta, come minimo la definirei una posizione egocentrica. Quindi tutto il resto non è una disquisizione fine a se stessa ma una disquisizione sensatissima.

ID65718 - 19/04/2016 14:41:03 - (Dru) - caro Leretico

adesso mi contendi il trono... ;-)

ID65719 - 19/04/2016 14:44:18 - (Dru) - se infine diciamo

non voglio sapere, il sapere è presunto...

ID65720 - 19/04/2016 14:47:33 - (Dru) - se poi diciamo, come dice Socrate,

so di non sapere, che più o meno significa,non sappiamo... chiaramente per poter negare il sapere dobbiamo sapere di non sapere che è il massimo del valore, è la verità di nuovo...

ID65727 - 20/04/2016 00:08:30 - (ANELE) -

l'accettazione dei fatti spesso implica la verit di cose che non vorremmo fossero accadute ...quindi anche se la ricerca della verit un avere risposte ,spesso credo che non ne valga la pena se implica una maggior sofferenza! Purtroppo n io n lei siamo perfetti perch immortali quindi cerchiamo l' effettiva verit degli eventi o ci che ci fa comodo della verit?

ID65729 - 20/04/2016 01:23:51 - (snaf) -

chiarisco, non ho nulla contro l'eretico di cui trovo spesso interessanti gli articoli e i punti di vista, anche se non conidvido che visto l'approccio ai temi, vengano messi in primo piano. Quello che poi mi disturba spesso è la monopolizzazione da parte di dru nei commenti, cioè essendo essi incomprensibli ai più non si instaura nessuna discussione, ma come ho detto un gioco contro il muro. Assicuro che comprendo benissimo quel che scrive, di cui ho studiato abbastanza convincendomi che una cosa è la dialettica, un'altra è ciò che rimane stringendo. Quanto a ciò che dicevo su regeni significa che la verità è un fatto alla fine soggettivo, per quanto condivisibile, che ha la pretsa di fondarsi su fatti considerati oggettivi,oggettivi quanto basta alla nostra mente, anche se oltre a quanto in moviola o a premessa di quanto in moviola può esserci ben altro.

ID65730 - 20/04/2016 01:26:16 - (Dru) - Quando lei dice "purtroppo"

e indica, con quell'avverbio, là, al di là, nel divino, il luogo della verità, un luogo che noi "mortali" non aneliamo essere, ma a cui aneliamo andare, non crede di aver già detto tutta la verità? O forse voleva dire e non dire allo stesso tempo? Perché veda, sta tutta qui l'impotenza della volontà del linguaggio e di ciò che esso può indicare, che nel farlo esso lascia aperto tutt'n altro mondo spesso e quindi l contraddittorio. Ma la cosa e il suo contraddittorio è appunto la verità.

ID65731 - 20/04/2016 01:29:03 - (snaf) -

L'accontentarsi è semplicemente dovuto alle circostanze politiche che non stanno dando alcun risultato che soddisfi. Quale sia poi il limite della soddisfazione è ancora questione non assoluta, tanto più che una cosidetta verità è tale finchè non viene sopraggiunta da un'altra verita che la sovrascrive, cosa che succede spesso nella vita...

ID65733 - 20/04/2016 01:33:45 - (Dru) - Ora

Il linguaggio ha questo di particolare: che può benissimo dire delle cose il loro contrario e cavarsela benissimo, se qualcuno non ristabilisce la verità. Ma il linguaggio non è tutta la verità. Quando si dice la cosiddetta verità, si deve sapere ad sempio che la "verità cosiddetta" sarà sempre una parte della verità e una parte di verità, cosiddetta è proprio il contraddittorio della verità...

ID65734 - 20/04/2016 01:35:12 - (Dru) - Una verità astratta non è la verità

Ma una sua parte...

ID65735 - 20/04/2016 01:37:30 - (Dru) - Io posso dire

di esser un asino...

ID65736 - 20/04/2016 01:40:40 - (Dru) - Ma snaf, ci rifletta su davvero su questo giudizio esistenziale

Io sono un asino?

ID65737 - 20/04/2016 01:48:55 - (Dru) - La parte è il contraddittorio del tutto

Ma la parte e il tutto sono la verità, cioè sono il confine di tutto e oltre tutto, oltre questo confine, non c'è niente, questa la verità.

ID65738 - 20/04/2016 01:58:47 - (snaf) -

vada a dormire che è stanco....

ID65739 - 20/04/2016 02:00:10 - (Dru) - No, non sono tutto ciò che non è un asino, quindi in "parte io posso essere un asino.

Perché anche io magari vivo e respiro come un asino e magari ragiono anche da asino, ma non sono "tutt" un asino, si che lo posso essere in "parte", esere in "parte" significa, significa esserlo in quanto, cioè nei modi in cui lo può essere anche l'asino. Si che qualcosa, ad esempio quelle cose appena dette sopra, mi rendono , in qualche modo, identico all'asino, ma in qualche altro modo (o parte appunto) no. Le determinazioni sono il modo espressivo dell'essere... Ecc.. Ma adesso sono stanco e vado a letto, ciao.

ID65740 - 20/04/2016 02:02:17 - (Dru) - Vede

In qualche modo io e lei ci siamo capiti, in qualche modo dell'essere significa appunto in parte...

ID65741 - 20/04/2016 02:06:08 - (Dru) - Io e l'asino

Partecipiamo dell'essere...

ID65742 - 20/04/2016 02:08:10 - (Dru) - Ma anche lei

E questa è una verità che nessun dio e nessun uomo può negare...

ID65743 - 20/04/2016 02:14:11 - (Dru) - Provi a negarlo

Se può... Ogni negazione, per essere, deve essere parte dell'essere e parteciparvi, come me, l'asino e il tentativo di negazione dell'essere, e delle sue parti. Questa non le sembra la vera potenza oltre il linguaggio? Guardi che già sapere "solo" questo ci fa molto più potenti noi "sapienti"..

Aggiungi commento:

Vedi anche
16/03/2021 07:37

La verità della menzogna La menzogna è qualcosa con cui abbiamo a che fare tutti giorni...

28/05/2016 13:11

Davigo e la fidanzata del prete Piercamillo Davigo, ma soprattutto una giustizia ritenuta giusta solo perchè segue pedissequamente delle procedure, nel mirino oggi de Leretico

01/05/2018 08:30

La verità nell'era dell'imbecille Un termine inglese, “fake news” si aggira come un fantasma tra le notizie quotidiane. È lì, quasi ogni giorno, ma sembra passare inosservato...

24/05/2019 17:02

Solo nella follia si mostra la verità Suonano così le parole di Miguel de Cervantes nel “Secondo Don Chisciotte”, al capitolo XLII...

09/10/2012 10:07

Non ci resta che boh Dicono che dico cose strane, ma non dicono nulla sulla loro verit. Dicessero almeno boh! Non dicono, ma neppure pensano? Boh!




Altre da Terza Pagina
26/03/2024

Musicisti per un giorno

In occasione della Giornata del Riciclo i bambini della Scuola primaria di Sopraponte e la Banda “Nestore Baronchelli” si sono esibiti insieme in un piccolo concerto

22/03/2024

In memoria dello storico Franco Bianchini

Originario di Condino, aveva pubblicato numerose ricerche storiche e trascritto centinaia di pergamene conservate negli archivi giudicariesi e sabbini. E' scomparso qualche giorno fa

21/03/2024

Tre film nel weekend a Vestone e Agnosine

Dal fortunatissimo “film della Cortellesi” per la rassegna “Soggetto donna”, passando per “Emma e il giaguaro nero fino ad uno speciale dedicato a “Io capitano”. Buona visione!

21/03/2024

«Eterni Ribelli», la memoria e il coraggio degli avi

Questo sabato, 23 marzo, a Prevalle la presentazione del libro di Stefano Aluisoni. Un tributo alla vita straordinaria di un volontario bresciano che ha lasciato un'impronta indelebile in tre continenti

18/03/2024

Viaggio nel tempo con Bergson, Einstein e Joyce

Filosofia, fisica e letteratura: tre mondi apparentemente lontani e inconciliabili con un'idea in comune, quella della relatività del tempo. Ne parlerà Francesco Filippini questa domenica, 24 marzo, a Vestone

15/03/2024

Bontempi, giovane cantautore bresciano al Salòttino

Questa domenica, 17 marzo, l'ultimo appuntamento con le Domeniche Musicali dell'associazione culturale di Salò. In primavera arriveranno delle novità

15/03/2024

Scuola di filosofia... filosofia a scuola

Col professor Luciano Pace, abbiamo dialogato di filosofia: dalla scuola filosofica con più di cento iscritti invidiata anche all’università di Urbino ad un blog di riferimento per la didattica della IRC

14/03/2024

Cinema e rassegne, la programmazione a Vestone e Agnosine

Al Nuovo Cinema Futurismo di Vestone il secondo mercoledì d'autore e una commedia per “Soggetto donna”. La Sala della Comunità di Agnosine riapre i battenti la prossima settimana

13/03/2024

Effimeri sussurri artistici

L’espressione contemporanea della libertà creativa

12/03/2024

Un presidente valsabbino per l'Ateneo di Salò

In studio con Andrea Crescini, già sindaco di Mura e fresco di nomina nel ruolo di presidente del prestigioso ente culturale salodiano che nel 2024 compie 460 anni