Finalmente qualcuno è riuscito a dire quello che molti pensano, ma non riescono o non vogliono esprimere: esistono gli imbecilli
intendiamoci l'imbecille, per colui che ne riconosce l'imbecillità, è colui che appare in tutta evidenza in contraddizione. Questo è l'imbecille per la coscienza filosofica, ma anche la coscienza comune può riconoscere questa forma di contraddizione, Leretico, se lo leggiamo fin dalle prime righe in chiave filosofica, non dice altro che questo. Esempio, siamo al famoso bar e un avventore vuol convincerci senza ombra di dubbio che seduto con noi c'è un elefante o, sempre lo stesso avventore, ci dice di prendere l'ombrello senza prenderlo: chiunque di noi qui riconosce che queste due affermazioni, dell'avventura imbecille, sono contraddittorie e quindi imbecilli, perché imbecille, di un affermazione, significa che non sta per sé, ma deve esser retta, e da chi? Dal l'imbecille appunto e sopra, per fortuna di tutti i presenti, riconosciamo subito che solo per l'imbecille avventore può esserci un elefante fra noi e solo lui
, nella sua imbecillità, può pretendere di prendere un ombrello senza prenderlo. L'azione dell'imbecille si ferma subito nel suo proponimento, perché irrazionale, cioè contraddittoria per definizione. Io però volevo mostrare il lato positivo di Internet, dimostrando appunto dove stesse l'imbecillità, o contraddittorietà, proprio di chi vorrebbe definire l'imbecille, ma non ne ha le competenze, Umberto Eco. La "cosa" è "tecnica" per definizione, se noi non conosciamo il senso della "cosa", per come ci è stato tramandato dalla sapienza greca, nulla possiamo dire intorno al senso della "tecnica". Ora, sarebbe qui adesso lunga la spiegazione e quindi vi rimando a miei scritti precedenti, assodata quest'identità tra "cosa", ogni cosa, e "Tecnica", se noi non rimediamo al senso della cosa, dire che Internet abbassa il senso di riflessione o affermare che la carta stampata può su Internet, come possono i premi
Nobel, è un dire che non differisce dalle stesse opinioni del nostro avventore.
"Non solo perché il riconoscere che gli imbecilli esistono è il primo necessario passaggio per imparare a evitarli" significa in Chiave filosofica: non solo perché il riconoscere che le contraddizioni esistono è il primo necessario passaggio per imparare la verità.
quando dico che l'azione dell'imbecille si ferma, perché i due lati del contraddire sono subito riconosciuti dalla platea presente, e i due lati della contraddizione sono la presenza nostra senza elefanti e la presenza dell'affermazione che li pone, non affermo che la contraddizione cessa di esistere. Vi sono contraddizioni e contraddizioni, vi è la contraddizione dell'avventore che, con la stessa forza in cui viene affermata (da lui), viene anche fermata (da noi), ma vi è la contraddizione più potente, quella di Umberto Eco, che invece non viene riconosciuta dai più e allora le cose qui un poco si complicano per la verità... Perché sopra dico con la stessa forza? Appunto perché la contraddizione può essere piccola o grande, ma la sua struttura non cambia e la sua struttura è voler tenere fermo ciò che si afferma.
"Voler" tener fermo ciò che si afferma, "significa esser certi" dell'innegabilità dell'affermato. Incominciare a dubitare di ciò che si afferma è incominciare a non "volerlo" più affermare.
Il fatto che sui social si può dire tutto quello che si vuole non vuol dire che si è obbligati a farlo. si può anche tacere. Mi viene in mente una frase " A volte è meglio tacere e dare l'impressione di essere imbecilli che aprire bocca e togliere ogni dubbio"
"...per la posizione gerarchica che, malgrado loro, occupano." Direi malgrado nostro. Per il resto bravo Leretico. Sui social si trova l'ontologia dell'imbecillita', che dunque e' senza ombra di dubbio.
Umberto Eco, l'imbecille e il principio di non contraddizione Se l'imbecille è colui che è infermo di mente, in una conferenza stampa tenutasi a Torino sul valore dello strumento Internet, Umberto Eco ha fatto la figura dell'imbecille. Eccone i motivi
Imbecille fra imbecilli Un approfondimento sul tema dell'imbecillità del nostro tempo, il tempo del laicismo ingenuo
Ricordati di santificare le feste Scalfari e Umberto Eco? Il nostro Dru ha da dire la sua anche su Roberto Benigni perchè: «Adopera le parole senza conoscerle nel loro profondo e così facendo le disconosce»
L'arte come opera «Vediamo se Umberto Eco ha ragione o, come mi capita di solito nell'analizzarne i suoi commenti, sproloquia». Ci prova proprio gusto Dru nell'analizzare quando affermano alcuni noti pensatori. Eccone un altro esempio
Chi è l'imbecille? Siamo moderni e per questo motivo crediamo (abbiamo fede) che gli imbecilli siano gli antichi. Chi pensa di sapere con verità della Storia o di una notizia di essa è un imbecille
Tutti noi abbiamo familiarità con l'attesa. Solitamente non la vediamo di buon occhio e, se fosse possibile accorciare i tempi per ottenere una determinata cosa, immagino che nessuno di noi si tirerebbe indietro. Ma l'attesa non potrebbe avere anche degli aspetti positivi?
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ID58581 - 18/06/2015 08:35:05 - (E.Vezzola) - Condivido!
Ho spesso la percezione che i social media tirino fuori il peggio dei nostri (ri)sentimenti: l'anonimato e/o la mancanza fisica dell'interlocutore (il guardarsi negli occhi) abbassano, credo, il nostro livello di riflessione, lasciando campo libero, proprio come scrive Leretico, a chi la spara piu' grossa. Internet rimane, comunque, un mezzo straordinario al quale, penso, bisogna accompagnare una "politica dei luoghi" dove il rapporto umano, l'incontrarsi fisico delle persone, continui ad essere valorizzato.