Dovete sapere che a Norimberga i nazisti ebbero l'ardire di mostrare cosa celasse il significato della tecnica nel suo lato peggiore...
E tu?
Hai tempo per pensare a quello che fai? Se non lo hai ha vinto la tecnica e tu non sei più un uomo.
Ma il paradiso della tecnica non è forse il massimo dell'angoscia? Perché? Perché l'uomo si accorge che le procedure che ha inventato per dominare il mondo e insieme dominare gli altri uomini non lo libera dalla paura della morte. Quando l'uomo diventa mezzo tutta l'atrocità e il terrore trovano spazio. Ma se io penso allora a tutto questo è possibile rispondere in un altro modo. Decidere è la condizione in cui l'uomo è gettato. Ma ogni decisione ha un prezzo che si deve pagare se si vuol vivere.
Se l'angoscia é il massimo dell'uomo tecnico, in quanto la felicità della tecnica manca dell'assicurazione della verità, allora il massimo della felicità è il massimo dell'angoscia di perderla. Quando l'uomo diventa mezzo raggiunge la sua dimensione naturale, l'uomo è tecnicus.
È riuscire a flettere l'inflessibile, il sacrum che diventa fascinans
disumanizzazione ed è contro l'uomo.
Dire che curare l'uomo a che sia efficiente consista nel contrario dell'uomo non considera il lato migliore della tecnica. In quanto lato migliore la tecnica è vivere, cioè riuscire un poco la volta di flettere l'inflessibile.
E direbbe. Questo è l'uomo. No, questo non è l'uomo, questo è l'uomo tecnico, cioè l'uomo che crede, ha fede in sé, cioè non è se stesso proprio in quanto ci crede.
Ma a questo rimedieremo con un altro articolo, perché le idee hanno bisogno di tempo.
L'uomo creduto, voluto, è tecnico. Ma l'uomo è molto di più. Che l'uomo sia mezzo è una bestemmia inguardabile. Solo chi pensa di sfruttare la convinzione che l'uomo sia solo tecnico diventa uno sterminatore genocida. Non c'è differenza tra un assassino e un uomo quando si è convinti che la dignità umana sia nulla. Si vede nel mondo chi bestemmia, chi uccide e chi fa giochi di parole. Il lato migliore della tecnica è quando è lontana dall'ideologia che la fa diventare strumento di distruzione. Perché non essere chiari su questo punto? Perché annegare sempre questa chiarezza nel gorgo delle affettazioni dell'ontologia deteriore. Diciamo invece chiaramente ciò che conta. L'uomo è molto di più di quanto i vari pseudo dominatori del mondo lo vogliono far essere. Basti questo, ma non basterà purtroppo.
Caro Leretico vediamo. Se io uccido posso essere ucciso? Se io decido posso essere deciso (passivo)? Ora andiamo nell'ontologia: decidere è uccidere. Si può decidere per l'uomo e contro la tecnica, ma questa decisione è tecnica, quindi non esci dalla morte, dall'uccidere, dalla volontà di potenza. Non uccidere significa uccidere, significa presumere la morte.
Caro Leretico vediamo. Se io uccido posso essere ucciso? Se io decido posso essere deciso (passivo)? Ora andiamo nell'ontologia: decidere è uccidere. Si può decidere per l'uomo e contro la tecnica, ma questa decisione è tecnica, quindi non esci dalla morte, dall'uccidere, dalla volontà di potenza. Non uccidere significa uccidere, significa presumere la morte.la dignità umana è un valore, l'amore è un valore, la morte è un valore. Si tratta di comprendere se questi valori, come ogni valore, sono, quindi sono fuori dal tempo, o divengono, quindi sono nel tempo. Ma sia chi crede ai valori fuori dal tempo, chi li mette nel tempo, sia gli amici di Dio sia i nemici presumono qualcosa che li fa uguali, il tempo.
gli amici di Dio in questo contesto, nel contesto del tempo, gli amici dei valori eterni.
I valori eterni sono valori a tempo.
Cosa intendi per Ontologia deteriorata o deteriore?
Anche questo tuo giudizio si inscrive nel tempo.. Vedi che potenza il tempo? Vedi che fragilità hanno i valori nel tempo?
In generale, le consuetudini sociali sorrette soprattutto da codici mitico religiosi e costruite sulla base della convinzione profonda che esse favoriscano in modo ottimale la soppravivenza del gruppo sociale da esse guidato) si sono sempre presentate come "natura", cioè come l'Ordinamento che i singoli membri della società non possono violare senza distruggersi. I costumi sociali sono la regola suprema (ndr. La dignità umana attuale). Violarli è andare contro natura. La libertà di pensiero (la libertà del pensiero di mettere in questione e di saggiare il valore delle consuetudini sociali) è sempre stata considerata come qualcosa di sacrilego appunto perché in essa si è visto qualcosa di innaturale.
Ci si deve però chiedere perché i codici mitico-religiosi (ndr. la dignità umana) debbano essere "naturali".
Indubbiamente, essi intendono presentarsi (ndr. La dignità umana intende presentarsi) come la fonte stessa della naturalità e dell'Ordine a cui l'uomo deve adeguarsi.
Ma che fondamento ha questa loro pretesa?
La religione e la fede non possono rispondere. Possono solo dire che le cose stanno così e che non si deve indagare oltre.
Ma, in questo modo, prevaricazione (hybris) non è soltanto la violazione del codice mitico-religioso (ndr. della dignita umana): hybris è inanzitutto questo codice stesso ndr. questa dignità umana). Il nostro è il tempo in cui l'uomo va avvertendo sempre più nettamente la violenza e la prepotenza dei codici.
Soltanto se esiste una "natura" delle cose e dell'uomo (comunque la si voglia concepire, ndr. come dignità umana appunto, ma in ogni caso concepita come l'inviolabile) può esistere una hybris, una prevaricazione che sia la violazione dell'inviolabile. In tal modo l'innocenza è l'adeguazione alla natura, la colpa ne è la violazione.
Attraverso un percorso profondo (ndr. qui severino intende accennare proprio all'ontologia che è la profondità di questo superficiale discorso), che ancora fatica a decifrare il proprio significato autentico (ndr. Il proprio essere), la cultura moderna è giunta alla negazione di ogni "natura" che si proponga di arginare la trasformazione delle cose e del senso del mondo.
Non esistono leggi "naturali" (ndr. Non esiste dignità umana come ordinamento); esistono solo leggi "positive", cioè leggi che sono state costruite dall'uomo e che dall'uomo possono essere revocate. Violarle non è violare l'inviolabile.
Si può tener ferma la legge e punire la violazione; ma si può anche abrogare la legge e sostituirla con ciò che si presentava come violazione e che invece diventa esso stesso la legge. È la forza a stabilire quale dei due esiti debba realizzarsi
Anche se ancora non ce ne rendiamo conto, questo rovesciamento della tradizione cambia fino alle radici il modo di vivere e di pensare dell'uomo: va imponendosi l'atteggiamento per il quale ogni legge, prima o poi, dopo essere stata costruita è destinata a franare; ogni cosa è un che di costruito e di franante; nulla è fermo, fisso, stabile.
È questa l'ultima parola? No siamo solo sulla soglia del problema. Si può gettare uno sguardo verso il suo centro. Faust vende la propria anima al diavolo per avere potenza. Ripete il peccato di Adamo, che vuole avere la potenza di Dio. Secondo questo modo di pensare l'esistenza, la tentazione è la proposta immonda di diventare Dio, di impadronirsi della sua potenza.
Eppure è un altra la vera tentazione; è un'altra la vera proposta immonda a cui l'uomo ha sempre ceduto anche quando è stato un santo. La vera tentazione dell'uomo consiste nel lasciarsi convincere di essere polvere, destinato alla polvere, al nulla, alla morte, e dunque di potersi salvare solo aumentando la propria potenza o alleandosi a Dio, oppure diventando Dio.
Ma al di fuori della follia della volontà di potenza appare che l'uomo non è semplicemente al di là dell'"uomo", come pensa Nietzsche, ma è già da sempre al di là e al di sopra di Dio e di ogni altra forma della potenza. Ogni volontà di potenza è impotente. Eppure l'uomo cede alla tentazione di credersi un mortale e dunque alla tentazione della potenza che lo aiuta contro la morte.
Sono molto d'accordo, ma anche angosciato.Quale e' il rimedio?
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ID66812 - 18/06/2016 09:07:14 - (Dru) -
Si Marco, io penso.