03 Agosto 2020, 08.55
La nostra storia

Le scaramucce elettorali in Valle Sabbia alla fine dell'800

di Guido Assoni

Se le parole e i toni usati nelle ultime polemiche legate alla gestione della emergenza sanitaria sono andati oltre il buon senso, sentite un po’ quante se ne sono dette i valsabbini prima e dopo le elezioni del consigliere provinciale del mandamento di Vestone-Bagolino nel lontano 29 luglio 1883.


Siamo dunque in piena bagarre elettorale nell’estate 1883, un periodo storico caratterizzato dall’ascesa al potere della sinistra democratica (1876) alla quale apparteneva Giuseppe Zanardelli.

Tale successo politico incrementò in modo considerevole l’influenza e l’egemonia zanardelliana su tutta la provincia bresciana.
L’area contrapposta che si identificava nel partito clericale, doveva fare i conti con la disposizione della Santa Sede, “non expedit” ovvero l’inaccettabilità da parte dei cattolici a partecipare alle elezioni politiche del Regno d’Italia e di conseguenza alla vita politica nazionale italiana, sebbene tale prescrizione non fosse estendibile alle elezioni amministrative.

C’erano poi gli esponenti del moderatismo che, pur non pregiudizialmente ostili ai principi propri della regione cattolica, appoggiavano la linea zanardelliana anche per le molte diffidenze che gli intransigenti clericali nutrivano per loro.
Il diritto di voto “a suffragio ristretto” era riservato ai soli cittadini maschi di età superiore ai ventun anni, di elevata condizione sociale ivi compresa la media borghesia.

Per avere un quadro preciso
basti ricordare che nel 1882 il corpo elettorale rappresentava il 9,8% della popolazione.
Una complessa e ferraginosa legge elettorale connessa alle modifiche della suddivisione amministrativa, determinarono una diversificazione delle scadenze del mandato elettorale dei vari rappresentanti provinciali.
La Provincia di Brescia era divisa in circondari i quali a loro volta erano ulteriormente suddivisi in mandamenti che comprendevano una serie di Comuni.

Il circondario di Salò comprendeva i mandamenti di Salò che aveva diritto a due rappresentanti, di Gargnano che aveva diritto ad uno, di Vestone-Bagolino a due e di Preseglie ad uno.
Il mandamento di Vestone-Bagolino aveva giurisdizione sui seguenti Comuni: Alone, Anfo, Avenone, Bagolino, Bel Prato, Casto, Comero, Hano, Idro, Lavenone, Levrange, Livemmo, Mura, Navono, Nozza, Ono Degno, Presegno, Treviso e Vestone.

Tra i vari rappresentanti provinciali in scadenza nell’anno 1883, anche uno del mandamento di Vestone-Bagolino ovvero il notaio Dott. Stefano Zanetti di Bagolino, zanardelliano liberale progressista.
Restava invece in carica fino al 1886 l’altro rappresentante del mandamento, il Cav. Francesco Glisenti di Lavenone, proprietario di un forno fusorio, anch’egli liberale che ebbe la meglio nel 1881 nei confronti di un altro cittadino lavenonese, il prof. Girolamo Bonomi, docente di grammatica latina, candidato per i clericali.

Nel 1883 assistiamo ad uno scontro senza esclusione di colpi,  tra il liberale Dott. Stefano Zanetti, ricandidato per i zanardelliani ed il prof. Girolamo Bonomi riproposto dai clericali.
Avrà la meglio il primo per una manciata di voti, ma dopo aspre polemiche e velenose reciproche accuse.

Ecco dunque l’elenco dei giornali locali d’epoca, letti da pochi, ma i cui contenuti venivano strombazzati, come vedremo, in piazza e dal pergamo rispettivamente da persone influenti e dai parroci:

- “Il Cittadino di Brescia”, quotidiano cattolico diretto da Giorgio Montini, padre del futuro papa Paolo VI e che qualche anno dopo sarà eletto deputato nelle file del Partito Popolare;

- “La Provincia di Brescia” quotidiano zanardelliano;

- “La Sentinella bresciana”, quotidiano dei liberali moderati;

- “Il frustino” periodico umoristico apertamente clericale;

- “Il farfarello” periodico satirico di ispirazione radicale ed anticlericale;

Mi scuso fin da subito con i lettori di Vallesabbianews se sarò un po’ lungo nell’esposizione, ma vorrei riportate fedelmente alcuni stralci di quanto anonimi corrispondenti valsabbini ebbero a riportare sui giornali, se non altro per rimarcare il linguaggio schietto e sanguigno caratteristico dei valsabbini unito ad un atteggiamento rancoroso e colpevolizzante nei confronti dell’avversario politico.

I primi strali li lancia “La Provincia di Brescia” alla vigilia delle elezioni, in un panegirico a sostegno del candidato liberale Dott. Stefano Zanetti: “…sostenitore valoroso ed instancabile degli interessi della Valle, quegli alla cui autorità ed influenza nella Deputazione e nel Consiglio si devono precipuamente e i sussidi conseguiti per i danni delle inondazioni e il deliberato prolungamento del tram…
Ma i clericali, colla forza cieca ed incosciente di cui dispongono, sono quasi riusciti a metterlo in pericolo con un candidato assurdo, impossibile…
Un individuo che è la negazione di ogni attitudine alla vita pubblica che non ha mai saputo fare né fatto nulla per gli interessi della Valle, che egli unicamente assorbito nelle pratiche religiose non è neppure atto a compiere. Possono sbagliarsi ed essere trascinati a votare per il Bonomi coloro che non conoscono affatto né l’uno né l’altro dei due candidati”...


Come vedremo andò proprio al contrario di come prospettava “La Provincia di Brescia”, infatti chi conosceva i due candidati ovvero gli elettori di Bagolino e di Lavenone privilegiarono il prof. Girolamo Bonomi di Lavenone, mentre negli altri Comuni del mandamento ebbe la meglio il candidato liberale.

“Il Cittadino di Brescia” nell’edizione del 30 luglio 1883, a scrutinio avvenuto, risponde per le rime: “…che sostenitore valoroso ed instancabile d’Egitto! Dove sono codesti sussidi? Dove vennero? Come ne fu sollevata la povera gente che ancora li aspetta indarno?
Ma se son venuti – Oh sì, purtroppo ne sono anche venuti! Ma sapete dove cascarono? In famiglie agiate, ma influenti, su certi amici di certi paesi, e amici che quasi non toccarono danni in confronto degli altri: ma questi “altri” sono poveri diavoli o poco influenti, magari clericali…
E pel tram di là da venire ancora chi non sa che lo Zanetti venne dietro al carro?...
Ehi davvero non ci volle che l’instancabilità del Zanetti per ottenere la deliberazione del prolungamento del tram dopo che i Comuni della Valle si obbligarono col proprio alla sistemazione della strada provinciale da Vobarno a Barghe. Fu per questo sostenitore valoroso degli interessi della Valle che questo sospirato tram si pose in tutte le altre plaghe di minor importanza commerciale della Provincia restando ancora per noi un pio desiderio di vederlo quandochessia”.


Continua il giornale cattolico in merito alla propaganda liberale in Valle: …E ne vedemmo venire a frotte nei nostri piccoli paesi, un’invasione, con raccomandazioni di ogni parte, persino con fervorini dell’ex ministro Zanardelli che un mese fa, s’era presa in anticipazione la briga di passare nei nostri paesi ad infervorare a viva voce”.

Prosegue ancora il corrispondente del giornale: “Avvocati, notai, ingegneri, pretori e persino il Sotto Prefetto s’è messo in moto, e dietro tutta la schiera dei segretari d’ogni fatta e sindaci e maestri e procaccini e cursori. Non vi pare il caso di dirlo pagnottismo?”.

Dopo una lunga riflessione in merito all’atteggiamento coscienzioso dei cattolici, il quotidiano si sofferma sui voti riportati dal Prof. Bonomi (663) e dal Dott. Zanetti (757), un’esiguità che poteva essere colmata “se non ci trovavamo a lottare contro le paure che la spavalderia di certuni, la settaria ferocia di altri e la stupida calunnia e l’impostura dei terzi mettevano addosso ai nostri buoni contadini.
Chi non sa che i voti dati a chi si conosce intimamente, sono i soli che veramente abbiano un valore? Orbene, il prof. Bonomi n’ebbe 76 favorevoli nel suo paese e 19 contrari, mentre il Dott. Zanetti nel suo Bagolino, riportonne 110 favorevoli e il prof. Bonomi 130.
Se qualche volta c’è stata mai eloquenza di cifre, io credo che davvero questa ne sia una”.

Certamente il parroco di Bagolino avrà contribuito a questo risultato che non ha favorito il candidato locale.

La risposta de “La Provincia di Brescia”, con una corrispondenza da Vestone non si fece attendere, infatti il 3 agosto un anonimo vestonese con sottile ironia si scusava del ritardo con cui avrebbe controdedotto alle insinuazioni avversarie: “soltanto ieri mi capitò per mero caso sott’occhi quella corrispondenza, e dico per mero caso in quantochè, grazie a Dio, in tutta Vestone, un solo abbonato si conta a tale periodico, e questi è il farmacista e pizzicagnolo Cilla Carlo per cui è difficile poterlo leggere, e in secondo luogo perché proprio non mi sembrava valesse la pena di occuparsi di quella sfuriata, e giova sempre commisurare e compatire quelli che credendo di aver toccato il paradiso, si vedono ad un tratto sbalzati nell’inferno”.

Continua ancora il giornale liberale: “E’ in vero in tutto questo Comune (di Vestone), di appartenenti al partito clericale non vi sarebbero che due persone sole capaci di mettere assieme qualche scritto, voglio dire il Reverendo parroco ed il farmacista e pizzicagnolo Cilla.
Ma quegli (il parroco di Vestone) è persona troppo seria, troppo compresa dalla santità del proprio ministero, chi lo conosce gli rende volentieri questa giustizia, e non può essere quindi l’autore di tale corrispondenza.
Questi (Carlo Cilla) poi è troppo intento, troppo zelante nello smerciar bene, nessuno disgustando, il tamarindo ed i salumi dal suo negozio, perché gli venga nemmeno il ticchio di prendere la penna per polemica elettorale”.


Dopodichè  l’anonimo corrispondente accusa senza mezzi termini un altro reverendo di questa valle, compagno di seminario del prof. Bonomi, la cui descrizione fa pensare al parroco di Bagolino.

In un’altra corrispondenza del 06 agosto, sempre su “La Provincia di Brescia”, questa volta da Bagolino, viene rincarata la dose: “I clericali non possono trangugiare la vittoria che i liberali di Valle Sabbia hanno riportato nelle elezioni amministrative e non potendo fare di meglio si danno alle insinuazioni le più sfacciate e maligne, inventando fatti che non hanno ombra di fondamento.
I clericali vantano il numero dei voti ottenuti, ma chi non sa le pressioni che si son fatte da quasi tutti i parroci dal confessionale e dal pergamo e con ogni altro mezzo dei quali il prete può abusare?
Chi non sa come si turbassero le coscienze dei nostri buoni montanari inventando storie che non avevano fondo né cucitura, e dicendo che l’elezione del Bonomi era voluta dal Vescovo”.


Poi, dimenticando ogni remora, il corrispondente bagosso si scaglia contro il parroco di Bagolino, Reverendo Don Agostino Foresti e alla sua campagna elettorale a favore del candidato clericale.
Si narra che tale prelato abbia informato tutti i parroci del mandamento e che dopo abbia tenuto riunioni del Comitato parrocchiale e girato di porta in porta pregando e scongiurando affinchè si eleggesse il prof. Bonomi perché lo raccomandava il vescovo ed il papa.

La domenica del 29 luglio, alla Messa alta che si celebrava prima delle elezioni, il parroco piangente ribadiva che in caso di sconfitta dei clericali sarebbe stato costretto a partire immediatamente per volere del vescovo e quella sarebbe stata la sua ultima celebrazione della messa nella parrocchiale di Bagolino.

Ciò che avvenne in seguito ha dell’incredibile.
Un gruppo di giovani del paese saputo della vittoria ottenuta dal Dott. Zanetti negli altri Comuni del mandamento (fatta eccezione per quelli di Bagolino e Lavenone), inscenarono manifestazioni di giubilo sotto l’abitazione dell’eletto, senza turbare, a quanto sembra, il sentimento religioso del paese.

Senonchè qualche buona anima
sparse la voce che nel coro degli “evviva” si sovrappose un “evviva satana”.
Il sabato successivo il parroco che stava celebrando una novena, salì in cattedra denunciando ai fedeli l’insulto dei nemici di Cristo.
In segno di pubblica riparazione la domenica successiva si sarebbe tenuta l’esposizione straordinaria del Santissimo con una processione per il paese cantando il Miserere per chiedere perdono a Dio.
Fortunatamente non si registrarono scontri fra le opposte fazioni.

Nella polemica elettorale
non tacquero i moderati i quali si schierarono con i progressisti, non senza aver espresso il loro malcontento per la scelta non condivisa del candidato.
Era palese la loro preferenza verso il prof. Ballini, come esplicitato dal loro portavoce Dott. Giuseppe Guarneri notaio di Vestone su “La sentinella bresciana” dell’ 08 agosto.

Guido Assoni





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