18 Agosto 2014, 09.57
Terza pagina

Il contadino che deve traghettare il lupo, la capra e il cavolo

di Dru



Alla vita conviene e non conviene la morte

Questa l'Obiezione che mi ha posto un interlocutore mentre indicavo come fondamento, del pensiero in genere e della scienza in specifico, il principio di non contraddizione di Aristotele e come gli scolastici hanno di esso nominato, nel porlo,  il più fermo di tutti  il "principium firmissimum".

Il principio : è impossibile che allo stesso convenga e non convenga lo stesso per il medesimo rispetto (e nel medesimo tempo).

Che alla vita convenga la morte è dato dal fatto che la vita non contrasterebbe e non combatterebbe, per "divenire" in quanto morte, proprio la morte.
Più si vive e più la vita diviene la morte

Che alla vita non convenga la morte è dato dal fatto che la vita contrasterebbe e combatterebbe, per "essere" in quanto vita, proprio la morte.
Più si vive e più la vita è la vita o la vita non è la morte.

Allora la vita contrasta e non contrasta la morte, questa sarebbe l'Obiezione al principio di non contraddizione, allora la vita è e non-è allo stesso modo e per il medesimo rispetto.

Ma questo è proprio del pensiero nichilista, o del pensiero a cui appare erroneamente il divenire altro delle cose, dell'essere che non è o della vita-che-è-morte.

Che la vita sia morte viola il Principio, e fin qui l'Obiezione al Principio potrebbe ribattere: embè, sarà anche una violazione ma noi se viviamo conformemente a questo, alla violazione che nulla ce lo vieta, in quanto concretamente  viviamo e pensiamo, in conformità a questo  possiamo lamentarci si di aver violato, ma in quanto ottenuto, possiamo anche ritenerci soddisfatti dell'Obiezione e il Principio va a farsi benedire.

Ma le cose non sono proprio così e vediamo perché.

Che la vita divenga la morte significa che la vita non è la vita e la morte non è la morte o più semplicemente che la vita-è-la-morte.

Cioè significa che la vita non riesce a stare come vita, e se è il cominciamento è appunto il cominciamento del risultato, è la morte dunque.

Ma se la vita non riesce a stare medesimamente deve stare o essere la vita per la morte ( o la vita-che-è-la-morte propriamente)  per essere il cominciamento che non è il risultato, in quanto non vi sarebbe alcun incominciamento di alcun risultato se il cominciamento non differisse di alcunché dal risultato, come cominciamento del risultato dunque.

Quindi la vita starebbe e allora non diverrebbe  come incominciamento e non starebbe e allora diverrebbe come risultato.

Ma per divenire deve stare, infatti abbiamo detto che per il risultato l'incominciamento è necessario e non è necessario appunto come lo stante, idem è il risultato, non ci sarebbe altrimenti alcun divenire altro da sé.

Ogni pensiero che crede nel divenire altro da sé di ogni cosa deve pensare ad un prima ed ad un poi, deve pensare questi stati  come stati differenti l'un l'altro, come la vita differente la morte, e in questo il pensiero, malgrado volesse in principio sostenere  l'Obiezione negando  il Principio di non Contraddizione, infine non può farlo, non può farlo significa appunto che lo può fare solo contraddittoriamente, come nel mentre noi supponevamo in principio che si potesse violare il Principium  Firmissimum.

Allora concludo con la storia del contadino che deve traghettare il lupo, il cavolo e la capra di là dal fiume, ma ha solamente una barca a due posti.

Sapete dirmi perché anche in questa storia non si può contravvenire al Principium Firmissimum?



Commenti:
ID48671 - 18/08/2014 12:18:17 - (Leretico) - L'altro da sé

Potrebbe mai Dru divenire altro da sé? Mai! Ecco dunque che egli rimane sempre se stesso. Il principium firmissimum vale anche per lui. E dovrebbe valere anche per tanti altri, i quali tentano disperatamente di far valere ciò che non ha contenuto, ossia la contraddizione. Ci sono alcuni addirittura che passano tutta la vita pensando fermamente che il principio di non contraddizione valga a scacchiera, a sprazzi, oggi sì domani no. Alla bisogna insomma. E se hanno un po' di potere ecco che pretendono anche che tutti quelli che gli stanno attorno approvino, avallino, addirittura applaudano. E, per come è vero che esistono le pecore e i pecoroni, quando chi detiene il potere, anche il più piccolo, parla, pecore e pecoroni seguono. Tranne la pecora nera, che si oppone alla contraddzione e per questo deve pagare, e purtroppo nelle faccende umane pagherà sempre nonostante il "principium firmissimum".

ID48682 - 18/08/2014 15:56:04 - (Aldo Vaglia) -

Il sapere che la "fallacia umana" ha sempre pensato in modo "nichilista", non mi disturba piu' di tanto. Mi disturba molto di piu' sapere di essere eterno, come una foglia di fico, e di non avere alcuna possibilita' di scegliere, perche' ci pensa il destino di necessita' a scegliere per me. Il compito dei filosofi non e' quello di interpretare il mondo, ma quello di cambiarlo. (Carlo Marx)

ID48694 - 18/08/2014 19:21:48 - (Dru) - Caro Aldro

Credi davvero che ciò che preferisci tu influisca minimamente su ciò che è? Influisce invece enormemente, trasformandoti appunto, se a ciò che preferisci sostituisci ciò che è. Caro Leretico, al pensiero le vicende umane interessano poco.

ID48696 - 18/08/2014 19:39:47 - (Aldo Vaglia) -

Al pensiero che pensa alle foglie di fico le vicende umane interessano poco. Al pensiero che pensa all'uomo, interessano molto. Lo snobbismo intellettuale ha molti seguaci, ma aristocratico, conservatore e trapassato remoto.

ID48697 - 18/08/2014 19:42:43 - (Aldo Vaglia) - continua manca una e' !

manca una e', che mi sparisce ogni volta che mi sbaglio a digitarla la frase e': " ma e' aristocratico...)

ID48699 - 18/08/2014 20:16:26 - (Dru) - Ad Aldo

Ma sarebbe alle vicende umane che dovrebbe interessare il pensiero, che è il loro fondamento, e invece si preferisce rimanere degli stolti e bearsi di questa stupidità, scocciandosi pure di ascoltarlo il pensiero, come se, ancor instupiditi, ci si credesse isolati da esso. Invece di continuare nella profonda stupidità, esorto gli stolti e gli stupidi ad abbandonare la strada dell'errore e a smetterla di fingersi infastiditi dal pensiero. Ciò che in realtà infastidisce questi, di faccende sfaccendati, è la loro inadeguatezza ed eccentricità, inadeguatezza ed eccentricità che li fa impotenti e rabbiosi cani da prateria, in un immenso campo coltivato fin da principio da chi? Ma dal pensiero appunto. Il pensiero, caro Aldo, non è né conservatore né progressista. Il pensiero è il pensiero. Cercare di trasformare il pensiero in pensiero conservatore è appunto astrarre dal pensiero una sua parte..

ID48706 - 18/08/2014 21:03:13 - (Aldo Vaglia) - Ognuno legge e crede in cio' che gli fa piu' piacere si chiama liberta', o come voi preferite "libero arbitrio

Non sono mie citazioni, ma mi derivano da letture che servono a non rispondere agli insulti con gli insulti e che fan dire al sommo paeta: "non ti curar di lor, ma guarda e passa..."..." forse il destino e' stato in fondo benigno con noi, poiche' e' certo cosa migliore credersi uomini mortali, ma liberi, che sentirsi eterni Dei in catene.

ID48707 - 18/08/2014 21:16:09 - (Aldo Vaglia) - Continua

Ti aggiungo il titolo di un libro "Il pensiero non e' un labirinto"

ID48708 - 18/08/2014 23:27:24 - (Aldo Vaglia) -

Un'altra citazione che puo', se hai voglia, farti pensare, o che fa pensare noi stupidi e': la funzione del cervello e' di limitare la nostra vita spirituale a cio' che e' praticamente utile. Se non fosse per il cervello, tutto sarebbe percepito, mentre percepiamo solo cio' che c'interessa. Da questo deriva la conoscenza, pensare tutto e'non conoscere niente. E' una questione di evoluzione della specie. Il cervello e' uno strumento selettivo.

ID48709 - 19/08/2014 05:50:42 - (Dru) - Non mi riferivo che agli stupidi Aldo non a te in particolare

Se ti sei sentito stupido è segno positivo. Quante volte è capitato a me non è numero che si può qui scrivere. Il cervello è l'ultimo organo del corpo umano che viene oggi mappato, all'interno di quale dimensione? ma quella del pensiero ovviamente. Anche il cervello è parte.

ID48713 - 19/08/2014 10:13:02 - (ROBIN) - ciao

prima si traghetta la capra,poi si va a prendere-portare il lupo, e si riporta indietro la capra, successivamente si porta il cavolo ed infine si riporta di nuovo la capra?!! :) così me l'hanno spiegato!!! .....pausa caffè!!!

ID48714 - 19/08/2014 10:15:10 - (ROBIN) -

...mi chiedo se la vita sia eterna ma (limitata), e se la morte sia finita, contrariamente a quello che ci dicono, ossia eterna,meravigliosa e angelica!!. la morte non è forse più simile alla nascita(veloce, dolorosa, breve)?? buon caffè a tutti.

ID48725 - 19/08/2014 21:00:26 - (Dru) - Caro Robin

Non capisco! come può l'eternità avere limite? E quel finita della morte, che dici esserlo contrariamente, è forse contrariamente all'infinito di Leopardi? Sei forse tra coloro che credono in Dio?

ID48752 - 20/08/2014 16:58:00 - (ROBIN) -

NO, NON CREDO...

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