31 Agosto 2015, 17.28
Terza pagina

È il mondo ad essere nel pensiero e non viceversa

di Dru

La desolazione nel riconoscere un fallimento è grande, ma più grande della desolazione è la volontà che prende il posto dell'avidità, causa di quel fallimento, di ogni fallimento


Il realista è essenzialmente avido.

Ma chi è il realista?
Il realista è colui che pensa che il pensiero è nel mondo.

Ora, cosa è il pensiero per il realista? Per il realista il pensiero è essenzialmente parte del mondo, ciò per cui o senza di cui il mondo esiste indipendentemente.

Per il realista il pensiero è lo strumento attraverso cui l'uomo conosce il mondo, che così si fa conoscere dall'uomo, ma ché se il mondo è relativo all'essere, massimo è perché Dio è l'essere e il pensiero che ci sia o meno, sulla vera relazione delle cose all'essere, è ininfluente.

Questo pensiero contestualizza il mondo all'essere e l'essere a Dio, ma il pensiero resta a margine, quasi impercettibile, sullo sfondo, come una scheggia di stella, dove è la stella a brillare e non l'uomo.

In queste condizioni, nelle condizioni in cui ciò che davvero esiste è il mondo per la scienza o il Dio per la fede, Dio e l'Uomo sono contingenti per la scienza e il mondo e l'uomo sono contingenti per la fede .

Che sono contingenti significa che se sono o non sono, sono comunque nel mondo per la scienza e in Dio per le religioni, qui ciò che è realmente è il mondo o Dio e l'uomo vi è, ma solo contingentemente, cioè solo accidentalmente.

Da qui deriva l'avidità del realista, è un'avidità prodotta dall'angoscia nella sua assoluta precarietà, del fatto di considerarsi, comunque e ovunque sia, a margine di quella stella (il mondo o Dio o qualsiasi cosa che è la concreta cosa), ella si brillante di luce propria ed egli acceso da quella, riflesso, barlume che sa infuocarsi e spegnersi come un lampo in una scura giornata d'Agosto.

Queste cose, il cielo, la terra, le stelle, Dio, il mondo, la scienza mi concederete che sono tutti concetti di una mentalità: sotto il cielo stellato di Papua queste cose sono diverse rispetto a chi vive in un attico di New York.
Avete mai davvero visto cosa sia il Cielo? E la Terra? Certo ora punterete il dito al cielo e direte, ma cosa mi vieni a dire, quello è il Cielo e se avete un buon video, o Google Earth, quella è la Terra.

Ma quella relazione, di ciò che chiamiamo dito e di ciò che chiamiamo Cielo e quella relazione, di ciò che chiamiamo Terra e quello schermo che la proietterebbe, è realmente il Cielo ed è realmente la Terra? O se compare là, all'orizzonte, una nuvola che transita, un altro cielo e un'altra terra prendono il posto di ciò che prima realizzavamo esser terra e cielo?

E questo è per tutto, o meglio, è di tutte le cose.
Dicevo sopra che mi concederete che questi sono concetti o pensieri.
Sopra, se rileggete il quinto capoverso, inizio così: per il realista il pensiero...
Ma ho anche scritto, nel terzo capoverso: per il realista il pensiero è nel mondo.
Intendevo proprio dire che per il realista il pensiero è parte del mondo.
Cioè, noi pensiamo il mondo, e questo nostro pensare il mondo è parte del pensiero nel mondo.
Ma riflettete un attimo sulla posizione del mondo, o Dio, che noi riconosciamo come concetti, e il pensiero.
Sarà poi vero che senza il pensiero questo mondo, o il mondo che non è questo qui, ora, sia?

Sarà vero il mondo senza pensiero?
O è piuttosto vero, reale, il mondo nel pensiero?

Il realista appare così ingenuo, è questa la rivoluzione cartesiana , è questo il pensiero moderno, e si chiama realismo ingenuo dal punto di vista del pensiero che sa cosa sia il mondo: è il mondo ad esser parte, non il pensiero.

È vero, è comodo pensare che il pensiero sia parte, ma è l'ingenuità o astrattezza a farcelo così apparire, come apparente, come parte appunto dell'apparire, come ogni apparenza.

La scienza vive, come lo Hegel afferma nelle prime pagine dell'introduzione all'enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, grazie innanzitutto a questo delizioso stratagemma del nostro intelletto (astratto).
 
Il fallimento di questo modo riduttivo di pensare il pensiero è quella volontà dell'avidità che, dicevo in principio, prende il posto della sola avidità.



Commenti:
ID60593 - 31/08/2015 22:28:45 - (Dolcestilnovo) -

Dry cartesiano?

ID60594 - 31/08/2015 22:41:20 - (Dru) -

No, Dru cartesiano..

ID60595 - 31/08/2015 22:57:49 - (Darwin) -

Direi più Cartesio druista... o druido?;-)

ID60596 - 31/08/2015 23:05:59 - (Dru) -

Da bambino piuttosto drupilo.

ID60597 - 31/08/2015 23:17:17 - (Darwin) - In riferimento a Chiesa e libertà

Non è che - più prosaicamente - la Chiesa sia una struttura di potere aggrappata ad una struttura di pensiero incapace ormai di far fronte alle condizioni dettate da chi ha vinto la partita del secolo (=capitalismo)? La chiesa ha sì combattuto Marx e l'URSS, ma non altrettanto ha fatto con il capitale (cui ha sempre strizzato l'occhio) e la risposta di papa Francesco appare, pur se encomiabile, tardiva.

ID60601 - 01/09/2015 08:50:56 - (Dru) - La struttura di pensiero del capitalismo

non è al riparo dalla critica la struttura di pensiero capitalista. Il capitalismo, la chiesa, la democrazia sono forme di pensiero che hanno uno scopo. Il capitalista ha come scopo l'incremento del profitto, la chiesa accetta questo scopo ma lo lega alla distribuzione e la democrazia al benessere generale. Il capitalismo no,mil capitalismo lega l'incremento del profitto al profitto privato. Questi gli argomenti sul tavolo di conflitto nell'azione capitalista, queste le ragioni di dissenso.

ID60602 - 01/09/2015 09:06:23 - (Dru) - La crisi di questi modi di pensare.

ma la crisi di questi sistemi di pensiero non è dovuto alla debolezza dei loro diversi scopi, è dovuta a monte, è dovuta al modo della loro realizzazione. A questo punto dobbiamo introdurre il significato di azione. L'azione è formata dal proponimento, dal mezzo messo in campo per realizzare il proponimento e dalla realizzazione del proponimento, o scopo. Ogni azione è determinata da questo significato. Se debbo aprire una finestra, mi propongo di farlo, mi alzo dalla sedia per farlo, e apro la finestra. A monte di quest'azione debbo sapere cosa significhi finestra, se pensassi che la finestra è una stella della via Lattea non mi proporrei certo il compito di aprirla. Insomma, la struttura dell'azione che è complessa ha questi elementi indirimenti: ogni azione è guidata dal significato, il significato determina le azioni, più il significato è ampio più esso determina gli altri significati che questo

ID60603 - 01/09/2015 09:15:30 - (Dru) - Scambio di mezzo fine.

significato più ampio comprende. Ora, ho accennato ai mezzi, i mezzi sono lo strumento per realizzare. La crisi dipende dal cuore dell'azione, dagli strumenti. Se sono gli strumenti il significato della potenza, (posso aprire la finestra perché posso alzarmi e dirigermi verso essa) allora tutti gli sforzi dell'azione, in modo gradualmente distribuito, si determineranno in quei mezzi, la Tecnica. Potenzio i mezzi e quelli mi fanno potente. A questo punto, mi concederai che lo scopo sopra indicato delle diverse forme di pensiero, cambia. Le diverse forme di pensiero cambiando scopo cambiano anche il significato del loro essere, non sono più capitalismo, chiesa, e Democrazia, non lo sono per quella parte, lo scopo primitivo, che le costituiva in quel senso.

ID60604 - 01/09/2015 09:21:27 - (Dru) - Tecnica

incremento capacitivo per la realizzazione di qualsiasi scopo, e i soldi da scopo diventano mezzo, per questo significato. Certo le ideologie hanno ancora il loro bel scopo che, attraverso i mezzi di comunicazione, appare nella sua lucentezza, ma sotto, che scava la crisi di questi sistemi, è la Tecnica.La Tecnica è la Cosa. La Cosa, il suo significato o essenza, è la libertà. Ovvio che gli scopi di ogni ideologia sono escludente gli altri scopi, questo per sopravvivere come loro significato. La Tecnica non ha uno scopo, ma la realizzazione di qualsiasi scopo. La libertà.

ID60605 - 01/09/2015 09:26:59 - (Dru) - Ora vengo alla tua considerazione

certo il capitalismo è per la tecnica una dimora privilegiata dove fiorire. Il capitalista per primo dedica la maggior parte delle proprie risorse per implementare gli strumenti, ma la sua crisi sta proprio nel senso di quello che ho appena detto; egli, senza nemmeno rendersene conto (momento razionale) sta servendo la tecnica non il suo scopo.

ID60608 - 01/09/2015 10:45:09 - (Dru) - Darwin

mi sono fatto capire? O c'è del problema nelle mie parole?

ID60610 - 01/09/2015 10:57:47 - (Dru) - La parola del papa

è povera di significato quando vuole impedire la libertà, cioè vuole la libertà con verità.

ID60611 - 01/09/2015 10:59:19 - (Dru) - Povera di significato

significa impotente nella vera potenza, quella appunto descritta a sommissimi capi sopra.

ID60615 - 01/09/2015 12:20:20 - (Dru) - La parola del capitalismo

è povera di significato quando vuole impedire la vera potenza (la libertà), cioè vuole limitare gli strumenti alla realizzazione del suo scopo la libertà con verità).

ID60817 - 07/09/2015 11:13:33 - (Dru) - Ho risposto in questo articolo

all'articolo " Le vere ragioni di scontro della chiesa con il pensiero moderno" sempre mio.

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